Dieci startup sul palco, cinque formate dal loro metodo, e un podio tutto suo: il modello di Refugee Restart dimostra che investire sui talenti delle persone rifugiate non è solo una scelta etica, ma un moltiplicatore di innovazione concreta per il Paese.

“Un mondo aperto in cui tutti possono fare scelte per il futuro, indipendentemente dal proprio background socio-economico”. Non è solo una visione, ma la forza che guida l’azione quotidiana di Refugee Restart, realtà partner di Torino Social Impact impegnata nella costruzione di percorsi di autonomia attraverso l’imprenditoria.

La conferma della bontà di questo approccio arriva dai fatti. Lo scorso 17 settembre, a Milano, presso la sede di Avanzi Co-Working, si è tenuto il II° Demo Day Conecta Migrants & Refugees Italia, un’iniziativa di cui Refugee Restart è partner per l’Italia insieme a Programma Integra e INHUSE – Innovation Hub South Europe. Un evento che ha trasformato un principio in prove tangibili di successo.

Un podio che parla di metodo

Sul palco si sono alternate dieci startup cariche di storie, coraggio e idee disruptive. Ma a rendere “speciale” questa edizione, come sottolinea Antonio Di Marco, CEO e Presidente di Refugee Restart, è stato un dato significativo: ben 5 dei 10 finalisti erano alumni di “Rise&Restart”, il percorso di educazione imprenditoriale specialistica progettato dall’organizzazione.

E non è tutto. Il podio è stato un trionfo per i talenti cresciuti nel vivaio di Refugee Restart, a dimostrazione di come un supporto mirato possa abbattere le barriere che imprenditrici e imprenditori con background di migrazione affrontano nel costruire un business in un nuovo Paese.

Ecco i vincitori:

  1. Is FinTech (Rabah Djennadi): un progetto per l’inclusione finanziaria delle comunità arabofone.

  2. Spice Cosmos (Sayed Faisal): commercio di zafferano premium, equo e sostenibile, coltivato da donne afghane.

  3. ArteLingua (Kalua Rodríguez): piattaforma per l’innovazione e il cambiamento nel sistema educativo italiano.

Un risultato che non nasce per caso. “È la conferma della bontà del nostro metodo: un’educazione imprenditoriale specialistica, progettata appositamente per superare le barriere principali che si devono affrontare quando si vuole avviare un business in un nuovo Paese”, si legge nel post di celebrazione dell’evento.

La diversità come motore di innovazione

Oltre ai vincitori, un applauso va a tutti gli altri finalisti, le cui idee spaziano dalla moda sostenibile alla tecnologia, dai servizi culturali alla logistica. Sono i nomi e i cognomi di un’imprenditoria che fa della propria diversità un punto di forza, un volano di innovazione che arricchisce l’intero ecosistema.

“Il vostro coraggio è l’esempio più vivido di come la diversità sia il più potente motore di innovazione”, è il commento del team.

Un ecosistema da costruire insieme: l’appello alle aziende

Il successo del Demo Day è anche il risultato di una collaborazione virtuosa, che vede insieme realtà del terzo settore e dell’innovazione sociale. Refugee Restart ringrazia tutti i partner di progetto per il lavoro di squadra.

Ma, come sottolineano, questo è solo l’inizio. L’evento si chiude con un invito aperto e perentorio: “L’invito è aperto a tutte le aziende e le organizzazioni che credono in un ecosistema imprenditoriale più aperto, inclusivo e ad alto livello di innovazione”.

La call to action è chiara: continuare a collaborare per creare insieme opportunità economiche per tutti. Refugee Restart, con il suo modello concreto e i suoi risultati misurabili, si conferma un attore cruciale nel panorama italiano dell’impact investing e dell’innovazione sociale, ponendo le basi per un futuro in cui l’imprenditoria inclusiva non sia più un’eccezione, ma la norma.