Torino Social Impact ha preso parte alla Social Economy Week e al European Social Economy Summit dal 16 al 18 settembre a Murcia, una delle città spagnole più dinamiche e all’avanguardia sul tema, parte di un contesto nazionale che continua a distinguersi in Europa come modello di riferimento per lo sviluppo e il sostegno dell’economia sociale, grazie a politiche pubbliche solide e a un ecosistema molto attivo.

L’evento, organizzato da Social Economy Europe, il network che a Bruxelles sotto la presidenza di Juan Antonio Pedreño lavora per consolidare il ruolo dell’economia sociale, ha rappresentato un momento cruciale di confronto e riflessione sul futuro della social economy, soprattutto dal punto di vista delle politiche europee. Un dibattito arrivato in una fase particolarmente significativa: da un lato la valutazione intermedia dell’European Social Economy Action Plan, dall’altro il cambio di passo introdotto a inizio anno dalla Commissione europea, che ha ridefinito la competenza del dossier, sottraendolo alla DG Grow e interrompendone quindi la tradizionale condivisione con le direzioni responsabili per gli affari sociali, che restano ora i referenti unici. Una decisione che ha segnato una battuta d’arresto rispetto alla visione della social economy come parte integrante degli ecosistemi chiave per lo sviluppo economico europeo, proprio nel momento in cui stavano crescendo la disponibilità di fondi, l’attenzione e le opportunità a livello europeo.

Al centro della discussione del Summit di Murcia vi è stata anche la verifica dell’attuazione della Raccomandazione del Consiglio della UE sull’economia sociale del 2023, con gli interventi di alcuni dei 27 Stati membri impegnati a presentare lo stato di avanzamento del recepimento e con un confronto interministeriale che ha evidenziato le differenti velocità di implementazione delle politiche e la diversa solidità dei quadri legislativi nazionali.

In un contesto geopolitico mutato, segnato da nuove priorità legate alla difesa e alla competitività, è emersa la necessità di riaffermare e dimostrare concretamente il ruolo strategico dell’economia sociale: non solo come strumento per favorire sviluppo inclusivo e sostenibile, ma come elemento fondante per costruire il futuro del modello economico europeo, radicato in una forte identità sociale e in un sistema valoriale da difendere e consolidare.

Questa prospettiva, volta a promuovere il riconoscimento della centralità dell’economia sociale, è stata presentata anche attraverso esperienze concrete: buone pratiche, imprese innovative, dati e ricerche, connessioni con le frontiere tecnologiche, esperienze territoriali e piani d’azione. Ampio spazio è stato dedicato anche alla capacità della social economy di generare e interpretare dati con finalità trasformative, tracciando piste per rendere le soluzioni non solo innovative ma anche sistemiche e replicabili.

Il dibattito ha coinvolto una platea ampia e diversificata: rappresentanti istituzionali di tutti i livelli di governo (locale, nazionale ed europeo), membri del Social Economy Intergroup del Parlamento europeo, reti e piattaforme come Torino Social Impact, imprese sociali, enti di rappresentanza, accademici e stakeholder.

Il Summit ha visto la partecipazione della Commissaria europea Roxana Minzatu, la cui presenza è stata di rilevante valore politico. Nel suo intervento ha voluto rassicurare sul rinnovato impegno dell’Unione Europea nel rafforzare l’economia sociale, non soltanto attraverso strumenti concreti – come il quadro fiscale e degli aiuti di Stato, il social procurement, la definizione di standard comuni, la definizione di nuovi strumenti di finanza, l’accesso ai capitali privati e una maggiore visibilità – ma anche promuovendo un approccio trasversale che integri il tema dell’economia sociale in diversi ambiti delle politiche comunitarie.

Ha voluto trasmettere il messaggio che l’economia sociale non è sola, anche in questa fase di incertezze economiche e politiche. Nonostante la revisione finanziaria, l’intenzione è continuare a sostenere questo settore e tessuto imprenditoriale, che non solo crea valore economico ma lo reinveste e ha una grande capacità di adattamento alle crisi.

La conferenza si è chiusa con una consapevolezza condivisa: l’attuale frangente non va vissuto come un blocco per l’economia sociale, bensì come un’opportunità per consolidarne la visione strategica e renderla una componente strutturale delle politiche europee. L’obiettivo è ambizioso ma necessario: fare dell’economia sociale un pilastro trasversale delle strategie economiche, educative, sociali e culturali dell’Unione, garantendo che i valori di inclusione, sostenibilità e coesione diventino parte integrante del futuro dell’Europa.