AlgoritmoAssociates lavora per promuovere l’inclusione sociale attraverso LanguageAid, un progetto che mette in comunicazione tecnologia e linguaggio, coinvolgendo la comunità migrante residente a Torino.
Oggi, con Ilaria Molendi, Project Manager di AlgoritmoAssociates, scopriamo come questa realtà collabora con enti locali e università per costruire un network solido, rafforzare l’inclusione e sensibilizzare sull’importanza della comunicazione interculturale.
Varcare la soglia del Queen Elizabeth II Conference Centre, nel cuore pulsante di Londra, significa entrare in un contesto vibrante, dove ogni partecipante, proveniente da diversi Paesi del mondo, sembra parlare la stessa lingua. Innovatori, attivisti e leader aziendali di spicco si sono riuniti in occasione della Trust Conference, l’evento annuale organizzato dalla Thomson Reuters Foundation, nonché forum globale dedicato ad affrontare le questioni cruciali della nostra era, che si collocano all’intersezione tra media, diritto e responsabilità sociale d’impresa.
Per l’occasione ha partecipato anche Torino Social Impact, con l’obiettivo di raccogliere interessanti e utili spunti e approfondire qual è il ruolo cruciale dell’informazione nell’era dell’impact economy.
Come testimoniato dagli interventi inclusi nell’ampio e riccoprogramma, il motto della conferenza è: “costruire società libere, giuste e informate”. Non solo una dichiarazione di intenti, ma una filosofia condivisa che permea ogni aspetto dell’evento. La vera forza di questo forum globale risiede infatti nella convinzione che solo attraverso il dialogo e la collaborazione si possano spingere i confini di ciò che è realizzabile, per affrontare in modo concreto e innovativo alcune delle sfide più urgenti che il mondo contemporaneo si trova ad affrontare.
Lasciarsi ispirare: il programma degli interventi verso un futuro più equo
A partire dalle testimonianze deirelatori di spicco presenti, durante il primo giorno sono state esplorate le sfide complesse che le democrazie stanno affrontando a livello globale. Mentre miliardi di persone votano alle elezioni in tutto il mondo, si trovano di fronte a un’impennata di regimi e pratiche repressive, dalla diffusione della disinformazione all’affievolimento delle libertà. In questo contesto ci si è interrogati su una domanda chiave: possiamo invertire la tendenza al declino della democrazia? E se sì, come?
Per rispondere, seppur in parte, a questa domanda, si è lasciato ampio spazio all’esplorazione delle sfide che sta vivendo l’informazione. Diverse riflessioni si sono concentrate sul modo in cui i professionisti dei media e le redazioni possano contribuire a preservare i valori fondamentali del buon giornalismo con l’intento di mantenere intatti i principi di integrità e verità, in particolare in una fase di trasformazione così radicale.
Tema ampiamente affrontato è poi quello dell’intelligenza artificiale generativa, che fin dal suo debutto sul mercato ha sconvolto il nostro modo di accedere alle informazioni. Con l’integrazione sempre maggiore dell’IA nel nostro paesaggio digitale, esperti hanno discusso su quali sono le considerazioni etiche e le pratiche necessarie per evitare la diffusione della disinformazione e l’ulteriore erosione della fiducia.
Successivamente, l’attenzione si è spostata sulle difficoltà affrontate dai media in esilio, tema particolarmente attuale. Sono state mostrate le sfide affrontate da giornalisti e redazioni che quotidianamente lottano per la libertà di informazione in contesti repressivi e le strategie per contrastare gli attacchi legali contro chi difende la libertà dei media hanno offerto spunti concreti.
Il secondo giorno l’evento si è concentrato sul più ampio impatto sociale dell’IA e sul ruolo che le imprese responsabili possono svolgere alla luce delle trasformazioni globali. Sono stati discussi i quadri internazionali per la sua governance, sono state esplorate le sfide etiche dell’integrazione dell’IA nel settore aziendale e si è analizzato come questa stia trasformando la professione legale, valutando se la sua adozione stia democratizzando l’accesso alla legge o creando nuove barriere.
Un forum che guarda ai diritti umani per accelerare l’impatto
Possiamo definirlo un pubblico altamente informato quello che, da oltre quarantacinque paesi, ha preso parte alla Trust Conference per riflettere e informarsi nell’ottica di un futuro più inclusivo e prospero per tutti e tutte. Le testimonianze condivise hanno messo in luce non solo le opportunità concrete per costruire un futuro più equo, ma anche le gravi conseguenze che potrebbero derivare dalla nostra inazione.
Nel corso dei due giorni di forum, il programma ha incluso tavole rotonde, presentazioni interattive e opportunità di dialogo e networking tra i partecipanti. Al termine di queste intense giornate, l’evento si è confermato come un’occasione preziosa per il confronto e la condivisione di idee, con l’obiettivo di costruire realmente, proprio come dicevamo all’inizio, società più libere, giuste e informate.
Il corso vedrà la partecipazione di giornalisti ed esperti che si confronteranno sulleesperienze di impact journalism a livello nazionale e internazionale, per esplorare come integrare gli approcci e le strategie nelle pratiche giornalistiche quotidiane.
Tra i giornalisti italiani impegnati nell’esplorazione di approcci alternativi al giornalismo tradizionale figura Alberto Puliafito: regista, analista dei media e co-fondatore di Slow News, il primo progetto italiano di slow journalism, di cui è direttore.
Alberto Puliafito è anche co-fondatore di IK Produzioni con cui realizza documentari e prodotti audiovisivi per ogni tipo di piattaforma. Con Valerio Bassan ha creato Supercerchio, uno strategy studio indipendente che aiuta brand, creator e media company a potenziare, innovare e monetizzare la propria presenza digitale.
Con un background in ingegneria biomedica, oggi studia comunicazione interculturale ed è molto impegnato nella formazione, copertura giornalistica e sperimentazione di tutto ciò che riguarda le intelligenze artificiali. È autore di “Artificiale”, newsletter di Internazionale sulle intelligenze artificiali, e di “The Slow Journalist”, newsletter sul mondo dei media. Ha inoltre scritto svariati libri di cui l’ultimo è “In principio era ChatGP – Intelligenze artificiali per testi, immagini, video e quel che verrà“, pubblicato con Apogeo.
Slow News, la comunità che ti (e si) informa
Slow News nasce nel 2014 dall’idea di quattro amici: Alberto Puliafito, Alessandro Diegoli, Andrea Spinelli Barrile e Andrea Coccia. Dopo numerosi anni di lavoro nel mondo del giornalismo digitale, hanno deciso di provare a cambiare le regole del gioco, mettendosi in proprio. Oggi Slow News è un progetto di giornalismo sostenibile basato su un rapporto diretto e biunivoco con la comunità di lettori che lo sostiene.
In passato hanno inoltre dato vita a un progetto internazionale della durata di quattro anni, durante il quale hanno visitato oltre dieci redazioni negli Stati Uniti e in Europa. Questo percorso ha dato vita al documentarioSlow News, un film corale che esplora le vite, le sfide e le idee di coloro che si impegnano a cambiare le cose attraverso un viaggio tra l’Europa e gli Stati Uniti.
Rallentare, per un giornalismo più vicino alle persone
In questi anni, insieme a un team di giornalisti e giornaliste, hanno lavorato per creare una comunità che oggi raccoglie migliaia di persone, con l’obiettivo di promuovere attivamente la diversità nel panorama del giornalismo italiano. Slow News racconta di ambiente, cultura, economia, media, politica e tanto altro ancora, mantenendo un approccio aperto e inclusivo per raccontare il mondo da diversi, e ogni volta nuovi, punti di vista.
Possiamo infatti definire Slow News come una rete di persone che si è creata nel tempo e che produce informazione in tanti modi diversi, molto spesso non convenzionali, esprimendo un punto di vista radicale sulle dinamiche più importanti dei nostri tempi. Il progetto nasce dalla convinzione che sia necessario rallentare e creare reti per contribuire a un giornalismo che sia più utile alle persone.
Il corso vedrà la partecipazione di giornalisti ed esperti che si confronteranno sulleesperienze di impact journalism a livello nazionale e internazionale, per esplorare come integrare gli approcci e le strategie nelle pratiche giornalistiche quotidiane.
Oggi vi raccontiamo del primo media in Ucraina ad aver accettato sfida di proporre un giornalismo più costruttivo e orientato alle soluzioni, concentrandosi non solo sui problemi, ma anche e soprattutto sulle possibili soluzioni a livello nazionale, comunitario e personale.
Parliamo di Rubryka, testata che parteciperà al webinar sulle “storie che fanno la differenza”, condividendo la propria esperienza dall’Ucraina, il suo paese d’origine.
A intervenire sarà Mariia Bohdanovska, ex giornalista e attualmente analista digitale presso Rubryka. Ciò a cui si dedica è un giornalismo orientato alle soluzioni, tracciando, analizzando e misurando l’impatto che le storie hanno sulle vite delle persone. Crede che un approccio più costruttivo nella copertura delle notizie, sia nazionali che internazionali, sia il modo più efficace per ridurre la polarizzazione e favorire un maggiore coinvolgimento delle persone nella risoluzione delle sfide contemporanee.
Rubryka: soluzioni dall’Ucraina
In un paese, oggi scosso dal conflitto bellico, Rubryka porta avanti quotidianamente la sua battaglia per un giornalismo rigoroso e costruttivo che sia vicino alle persone. Fondato nel 2018 da Anastasia Rudenko, formatrice accreditata in Ucraina dal Solutions Journalism Network, Rubryka ha come missione quella di ispirare le comunità affinché queste possano diventare agenti di un cambiamento concreto.
I suoi contenuti spaziano tra notizie dall’Ucraina e dall’estero. Con la sezione “What’s Going On”, offre spiegazioni dal mondo della politica, dell’economia e dell’attualità. Alcune rubriche approfondiscono temi di rilievo come Cases, che porta alla luce storie di imprenditori, iniziative sociali e pratiche da diffondere. She’s Got It è poi la rubrica per le donne socialmente attive; EcoRubric approfondisce il tema dell’ecologia con notizie dall’Ucraina e dal mondo; Urban, si concentra sullo sviluppo e sulle pratiche urbane, mentre eRubric è dedicata alle tecnologie e alla digitalizzazione.
In Ucraina, Rubryka è riconosciuta per i suoi elevati standard giornalistici e per l’attenzione dedicata all’alfabetizzazione mediatica. La testata, che gode di ampio riconoscimento internazionale, in passato ha collaborato con importanti organizzazioni globali impegnate nella promozione del giornalismo delle soluzioni, tra cui Transitions e Solutions Journalism Network.
Verso nuove economie ed imprese ad impatto sociale
6 novembre 2024 Ore 9.30 – 12.30 Cottino Social Impact Campus Corso Castelfidardo 30/A – Torino
Quali i servizi e le opportunità che il territorio offre alle imprese sociali ed agli aspiranti imprenditori che intendono avvicinarsi a questo mondo?
Quali i punti fondamentali del piano metropolitano dell’economia sociale? Cos’è e come funziona la valutazione di impatto?
Queste le domande alle quali un gruppo di esperti darà risposta nel corso dell’incontro alternando le loro voci alle testimonianze dirette di imprenditori sociali.
Alessandra Brogliatto, Comitato per l’imprenditoria femminile della Camera di commercio di Torino
Focus territorio Economia sociale: quali significati e valori dal territorio? – Caterina Soldi, Cottino Social Impact Campus Gli obiettivi e le prospettive del Piano metropolitano per l’Economia Sociale – Simona De Giorgio, Camera di commercio di Torino, Comitato per l’imprenditorialità sociale e Torino Social Impact
Focus Impresa – strategie e strumenti La definizione di impresa sociale – Andrea Mussa, Confcooperative Piemonte Nord Misurare e valutare l’impatto. Inquadramento ed esperienze dal territorio: il CeVIS – Marella Caramazza, Cottino Social Impact Campus e Istud Business School Un’esperienza di valutazione di impatto in impresa –Bruno Toninelli, Solidarietà Sei s.c.s. – Claudia Carena, Unioncoop-Torino s.c.
Vastè l’Ibridazione tra profit e no profit – Marco Pastori e Cristina Avonto, Vastè s.c.s. Impresa Sociale
Venerdì 18 ottobre si è tenuto il terzo incontro della Comunità di Pratica OP4IMPACT, nella quale si riuniscono quattro ordini professionali: l’Ordine dei Commercialisti e degli Esperti Contabili di Torino, l’Ordine degli Avvocati di Torino, il Consiglio Notarile di Torino e Pinerolo, e l’Ordine dei Consulenti del Lavoro di Torino.
La Comunità di Pratica OP4IMPACT, nata per promuovere un impatto sociale positivo, mettendo a fattor comune competenze e approcci distintivi dei diversi ordini professionali, ha tra i suoi obiettivi elaborare progettualità e contenuti utili non solo alla rete di TSI ma anche agli ordini stessi.
Il terzo e ultimo incontro del 2024, che come i precedenti si è svolto presso il Cottino Social Impact Campus, è stata l’occasione per tracciare un bilancio dell’attività svolta in questi mesi e per definire temi e contenuti a cui dedicarsi nel 2025.
Un workshop per definire gli obiettivi del 2025
Dopo aver chiesto ai singoli professionisti quanto fossero stati gli aspetti chiave dell’esperienza della Comunità di Pratica e quanto si sentano preparati sul tema dell’economia sociale, il workshop è proseguito dividendo il gruppo in quattro tavoli, afferenti ai quattro ordini professionali, in modo che ciascun ordine potesse lavorare ad un canvas per la co-creazione di OP4IMPACT 2025.
I partecipanti hanno discusso prima di tutto delle nuove consapevolezze raggiunte, ma anche di quanto sia necessario fare in termini di formazione, divulgazione, approcci e modelli trasformativi per il futuro, definendo obiettivi di breve, medio e lungo termine che la comunità di pratica dovrebbe aiutare a raggiungere.
Nuove consapevolezze e prospettive future
Nella valutazione dei professionisti coinvolti il bilancio di questo ciclo di incontri è largamente positivo; tra gli elementi più importanti, segnaliamo sicuramente una nuova consapevolezza sui temi dell’economia sociale, ma anche della possibilità degli ordini professionali di lavorare insieme in maniera complementare e con una metodologia condivisa.
Dall’incontro è emersa chiaramente la volontà generale di proseguire nel percorso avviato dalla Comunità di Pratica, e sarà proprio grazie ai contributi del workshop e agli obiettivi indicati dai singoli ordini che verrà definito concretamente il piano di sviluppo di OP4IMPACT nel 2025
Il progetto Comunità di pratica è un’iniziativa di Torino Social Impact che rappresenta un passo significativo verso il rafforzamento della dimensione collettiva dell’ecosistema ad impatto. Sostenuto dalla Camera di commercio e dalla Fondazione Compagnia di San Paolo nell’ambito di TSI, mira a creare uno spazio collaborativo in cui i partner possano mettere in comune le loro competenze e lavorare insieme su tematiche e sfide condivise.
Quando parliamo di diritti umani e di lotta contro le ingiustizie, è necessario conoscere uno degli eventi più influenti a livello mondiale su questi temi: la Trust Conference. Organizzato dallaThomson Reuters Foundation, il forum globale riunisce leader, attivisti, esperti e innovatori da tutto il mondo, per confrontarsi sulla creazione di società libere ed eque, istituzioni affidabili ed economie inclusive e sostenibili.
L’edizione 2024 si terrà il 22 e 23 ottobre 2024 presso il Queen Elizabeth II Conference di Londra e per l’occasione parteciperà anche Torino Social Impact, per apprendere e approfondire la conoscenza su temi di cui si occupa quotidianamente e che vanno nella direzione di promuovere un reale impatto sociale.
Nell’arco di due giorni, il forum prevederà tavole rotonde, dibattiti, presentazioni interattive e momenti di networking: un’opportunità, quindi, per esplorare soluzioni concrete e collaborative a sfide globali sempre più urgenti.
Esplorare soluzioni verso le sfide del presente
Quest’anno la Trust Conference si propone di approfondire e discutere tematiche oggigiorno cruciali: dalla libertà di stampa all’uguaglianza di genere, dal cambiamento climatico ai diritti digitali.
Il primo giorno sarà dedicato ad esplorare le molteplici sfide che la democrazia globale deve affrontare con la crescente integrazione dell’intelligenza artificiale nel nostro paesaggio digitale. Interverranno per l’occasione professionisti dei media e delle redazioni giornalistiche, per comprendere come garantire che i valori fondamentali del buon giornalismo rimangano intatti mentre entrano in una nuova fase di trasformazione radicale.
Il secondo giorno sarà incentrato sul più ampio impatto sociale dell’IA e sul ruolo che le imprese responsabili possono svolgere sulla scia delle trasformazioni globali.
Verso un giornalismo d’impatto: la partecipazione di Torino Social Impact
Come TSI, siamo entusiasti di partecipare a questo evento nell’ambito dell’iniziativaTorino Impact Journalism, che si sta occupando di indagare qual è il ruolo dell’informazione nell’era dell’impact economy.
I temi che verranno trattati alla Trust Conference sono infatti aderenti ai valori e agli obiettivi dell’iniziativa avviata, a partire dalla convinzione che il giornalismo abbia un ruolo chiave nel promuovere il cambiamento in un contesto in cui tutti gli attori della società, dalle istituzioni alle imprese, sono chiamati ad attivarsi per affrontare le grandi sfide ambientali e sociali.
La partecipazione di Torino Social Impact rappresenta pertanto un’opportunità per ampliare il nostro impegno su questo tema ed entrare in contatto con altre realtà internazionali che condividono la stessa visione di un impatto positivo nel campo del giornalismo e dell’informazione.
Lunedì 14 ottobre ha preso avvio la 4^ edizione di Impact Prototypes Labs – IP Labs, il programma di apprendimento collettivo realizzato dal Cottino Social Impact Campus, rivolto alle imprese di Torino e Provincia e alle studentesse e studenti dei Corsi di Laurea Magistrali del Politecnico di Torino e dell’Università degli Studi di Torino. Si è trattato della prima sessione formativa, occasione di apprendimento, scambio e confronto per le 23 imprese selezionate insieme ai 90 studenti, ai tutor del Cottino Social Impact Campus e del CeVIS, il Centro di Competenze per la Misurazione e Valutazione dell’Impatto, nato da un accordo strategico fra Fondazione Cottino e Camera di commercio di Torino, Torino Social Impact.
Le imprese rappresentano uno spaccato del tessuto imprenditoriale piemontese, con PMI e grandi gruppi che si occupano di industria metalmeccanica, manifatturiero, industria alimentare, automazione industriale, ICT, ristorazione e terzo settore e che portano in IP Labs sfide cruciali per innovare ed evolvere verso l’impatto sociale. Oltre a imprese che partecipano per la prima volta ad IP Labs, ci sono anche realtà che hanno scelto di proseguire il lavoro avviato nella scorsa edizione. Le aziende partecipanti alla IV edizione del progetto sono: Archibuzz, Beats, Belmonte, Codex, COESA, Diciannove Soc. Coop., Dual Sanitaly, Greenmar, Gruppo GVS, I.T.G., Infra.To, Marcopolo, Mercato Itinerante, Overlab, R.C.A. Imballaggi Flessibili, Samsic Italia, Sistemi 2 Visione, Specialinsert, Sport Innovation Hub APS, Telecontrol Vigilanza, Ultraspazio, Vasté impresa sociale, WECO impresa sociale.
Il progetto di sistema consentirà loro di analizzare la propria situazione di partenza, individuare e immaginare nuove opportunità, acquisire nuove competenze e strumenti per pianificare, gestire e misurare l’impatto: un processo di apprendimento collettivo in cui il lavoro dei docenti e dei tutor è decisivo per la strategia di impatto dell’impresa, e ai giovani studenti è affidato il compito di portare la loro visione del mondo, in uno scambio intergenerazionale e di trasformazione culturale di grande valore.
Il programma IP Labs terminerà il 28 febbraio 2025 con l’Impact Day, che avrà l’obiettivo di dare spazio alle imprese e ai team di studenti per presentare il risultato del lavoro svolto durante il percorso e le strategie di impatto che le imprese avranno potuto formalizzare grazie alla formazione del Cottino Social Impact Campus, al lavoro dei tutor CeVIS e all’esperienza condivisa con i giovani dei rispettivi team.
Il corso vedrà la partecipazione di giornalisti ed esperti che si confronteranno sulleesperienze di impact journalism a livello nazionale e internazionale, per esplorare come integrare gli approcci e le strategie nelle pratiche giornalistiche quotidiane.
Se dovessimo riassumere con una frase l’ambiziosa missione che guida Sparknews e il suo fondatore Christian de Boisredon, non potremmo che utilizzare queste loro parole: “Per rendere il mondo un posto migliore, cominciamo a cambiare il modo in cui ne parliamo”. Sì, perché da più di 10 anni Sparknews è un punto di riferimento a livello mondiale nella costruzione di ecosistemi innovativi, capaci di aumentare la consapevolezza verso le sfide globali con un approccio orientato allo soluzioni. Lo fa non solo promuovendo nuove narrazioni, ma soprattutto creando legami tra i leader del cambiamento per far sentire la propria voce all’interno delle organizzazioni e comunità, in modo che possano, a loro volta, ispirare altri ad agire.
Promuovere cambiamenti culturali con un impatto positivo
Come dicevamo, a fondare questo progetto nato in Francia è Christian de Boisredon: imprenditore d’impatto, pioniere del solutions journalism, consulente di trasformazione culturale e speaker motivazionale. A 24 anni inizia il suo viaggio per il mondo alla scoperta di iniziative positive ignorate dai media tradizionali, ispirando un libro di viaggio, oggi diventato bestseller.
È nel 2003 che lancia un movimento di solutions journalism, dimostrando l’impatto positivo di questo approccio, ai più sconosciuto. Successivamente, nel 2011, fonda Sparknews: la missione è esplorare nuovi modi per stimolare le redazioni di tutto il mondo a concentrarsi maggiormente sulle soluzioni.
Oggi l’impresa sociale si occupa di creare dei programmi collaborativi di giornalismo orientato alle soluzioni con i principali media in 50 Paesi. In questi anni le operazioni editoriali collaborative mettono in luce iniziative positive: l’emblematico Impact Journalism Day riunisce 20 media nel primo anno, poi 40 nel 2014 e infine 54 media nel 2018, dimostrando che le notizie dal mondo possono essere raccontate in modo diverso.
Dal mondo imprenditoriale alla società civile per sostenere l’impegno verso l’azione
Sparknews, che dal 2019 è B-Corp, in questi anni ha rafforzato la propria expertise per poter aiutare quelli che definisce “agenti del cambiamento” a dare vita a nuove narrative all’interno delle proprie organizzazioni. Non solo si rivolge a giornalisti, dipendenti, manager, leader di organizzazioni, creatori o funzionari, ma contribuisce anche a mettere in connessione imprenditori, media e aziende per incentivare e sostenere l’impegno verso l’azione, tanto nel mondo imprenditoriale quanto nella società civile.
Tra le sue attività principali, si occupa di individuare iniziative positive in tutto il mondo attraverso la sua vasta rete di esperti, influencer e istituzioni partner; creare e diffondere formati e contenuti educativi coinvolgenti; rafforzare comunità che stimolino dinamiche positive e permettano la moltiplicazione di iniziative d’impatto e inoltre sostenere la diffusione di nuove narrazioni incentrate sulla transizione sociale ed ecologica nella nostra società e all’interno delle organizzazioni.
L’impegno di Sparknews, in numeri
Dalla sua fondazione, il team di Sparknews mette a frutto la propria esperienza per supportare chi desidera portare nuove narrazioni al centro della propria attività. In questo percorso, ha:
Collaborato con oltre 100 importanti testate giornalistiche di tutto il mondo per partecipare a più di 20 programmi mediatici orientati alle soluzioni
Identificato 5500 progetti con un impatto sociale e ambientale significativo
Messo in evidenza più di 3000 progetti d’impatto attraverso le sue attività
Riunito più di 3000 responsabili decisionali presso il Positive Innovation Club di Parigi, New York, Londra e Hong Kong, incoraggiandoli ad adottare approcci più inclusivi e sostenibili all’interno delle loro aziende
Sensibilizzato 300 milioni di lettori in tutto il mondo attraverso le sue campagne mediatiche.
Numeri, che testimoniano l’impatto di una visione virtuosa, espressa dalle stesse parole di Sparknews: “Creiamo legami tra i promotori del cambiamento; piantiamo semi che possono innescare l’azione; creiamo scintille che possono attirare l’attenzione”.
Dal 2024, il progetto ReLife Foundation accoglie giovani provenienti da 25 paesi in una residenza universitaria innovativa, offrendo loro un’occasione unica per entrare in contatto con il territorio e con le imprese del terzo settore.
Oggi, con Sara Boido, Project Agent e Fundraiser della Relife Foundation, scopriamo come questa realtà sta lavorando per coinvolgere i ragazzi in progetti di imprenditoria sociale e volontariato, nel tentativo di creare un impatto significativo sul tessuto sociale torinese.
Dopo l’incontro introduttivo sui principi e i fondamenti dell’impact journalism, seguito da un approfondimento sugli strumenti utili per misurare l’impatto sociale delle notizie, proseguiamo con il terzo webinar dal titolo “Impact journalism: storie che fanno la differenza”, che si terrà lunedì 11 novembre, ore 14-16.
Il webinar sarà un’occasione per immergersi nelle esperienze di impact journalism a livello nazionale e internazionale, per esplorare come integrare gli approcci e le strategie, già affrontate nelle sessioni precedenti, nelle pratiche giornalistiche quotidiane. Attraverso l’intervento di giornalisti ed esperti del settore, scopriremo testimonianze dirette, consigli pratici e casi studio di successo che guardano a un giornalismo costruttivo e orientato alle soluzioni.
In questi mesi Torino Social Impact ha avviato un ciclo di webinar nella cornice dell’iniziativa Torino Impact Journalism, che intende esplorare il ruolo dell’informazione nell’era dell’impact economy. L’iniziativa, patrocinata da Social Impact Agenda per l’Italia, approfondisce come il giornalismo possa realmente contribuire a promuovere il cambiamento in un contesto in cui tutti gli attori della società, dalle istituzioni alle imprese, sono chiamati ad attivarsi per affrontare le grandi sfide ambientali e sociali.
Il webinar sarà parte integrante della programmazione dei corsi dell’Ordine dei Giornalisti ed è rivolto sia agli addetti ai lavori che a chiunque sia interessato/a ad esplorare il mondo del giornalismo e della comunicazione d’impatto!
Lingue di lavoro: italiano/inglese
Nelle prossime settimane non mancherà il racconto degli ospiti che porteranno la loro esperienza al webinar.
Per partecipare – e ricevere prima dell’evento il link di accesso al webinar – è necessario iscriversi al seguente Google Form.
I relatori:
Christian de Boisredon, Fondatore Sparknews
Maria Bogdanovska, Digital Analyst di Rubryka
Alberto Puliafito, Caporedattore di Slow News
Maria Chiara Voci, giornalista professionista, autrice ed esperta in sostenibilità
Il Comitato Territoriale Iren di Torino ha lanciato un nuovo bando destinato ai giovani tra i 18 e i 26 anni, residenti o studenti nell’area della Città Metropolitana di Torino. L’iniziativa mira a selezionare fino a tre progetti innovativi focalizzati sulla sostenibilità ambientale e la valorizzazione del territorio. Tra gli ambiti progettuali richiesti figurano la riduzione del consumo energetico e delle risorse idriche, la mitigazione dei cambiamenti climatici, e la promozione di soluzioni di mobilità sostenibile.
Ambiti progettuali e criteri di selezione
I progetti possono spaziare dalla sensibilizzazione sull’uso responsabile delle risorse a strumenti di monitoraggio e ottimizzazione dei consumi energetici e idrici, fino a interventi per ridurre l’impatto ambientale in piccole comunità. Particolare enfasi sarà posta su proposte che promuovano la circular economy e soluzioni per adattarsi ai cambiamenti climatici. La replicabilità, la realizzabilità e i benefici per la collettività rappresentano alcuni dei criteri principali per la selezione dei progetti, che dovranno essere conclusi entro un anno dall’assegnazione del contributo.
Caratteristiche e premi
I progetti dovranno essere originali e innovativi, con un budget compreso tra 3.000 e 25.000 euro. Il bando prevede la distribuzione di un fondo totale di 25.000 euro per la realizzazione dei migliori elaborati. Ogni proponente può presentare un solo progetto e la partecipazione è gratuita.
Termini di partecipazione
Le candidature dovranno essere inviate entro il 20 novembre 2024 tramite il form online sulla piattaforma dei Comitati Territoriali Iren, corredate da tutta la documentazione richiesta.
Per ulteriori informazioni e chiarimenti, è possibile contattare la segreteria del Comitato Territoriale Iren di Torino all’indirizzo email comitatiterritoriali.to@gruppoiren.it.
Torino Social Impact da ottobre 2024 aderisce a Impact Europe, la rete di fornitori di capitale a impatto lungo l’intero continuum del capitale (fondazioni, fondi a impatto, banche e istituzioni finanziarie, attori dell’impatto aziendale, finanziatori pubblici).
Obiettivo dell’adesione è offrire nuove occasioni di networking internazionali ai partner: 350 fornitori di capitale (fondazioni, fondi d’impatto, banche e istituzioni finanziarie, attori dell’impatto aziendale, finanziatori pubblici) e innovatori sociali di ogni tipo sono riuniti in Impact Europe.
Intanto, dal 27 al 29 novembre TSI in rappresentanza dell’ecosistema parteciperà all’annuale Impact Week, quest’anno a Bilbao.
L’Impact Week è un’opportunità unica per la comunità globale degli investimenti e per i changemaker dell’impatto di incontrare idee all’avanguardia, scoprire nuove tendenze e interagire con partner, vecchi e nuovi, per massimizzare il loro impatto sulle persone e sul pianeta.
Nel corso dei 20 anni di Impact Europe, la conferenza annuale si è affermata come un’opportunità per lanciare iniziative rivoluzionarie, promuovere partnership inaspettate e offrire a ogni partecipante un modo per far valere la propria trasformazione.
Il 17 ottobre Torino Social Impact sarà presente al Parlamento Europeo, nella sede di Bruxelles, per “The Social Economy and the EU 2024-2029 objectives”, un evento promosso da Social Economy Europe in collaborazione con i gruppi parlamentari del Partito Popolare Europeo e dei Socialisti e Democratici.
Sarà un’occasione importante per confrontarsi con altre realtà che in Europa si occupano di economia sociale, discutendo anche del loro ruolo nello sviluppo economico locale, nazionale ed europeo, così come nell’implementazione della Raccomandazione del Consiglio dell’UE sullo sviluppo delle condizioni quadro dell’economia sociale.
Grazie al contributo di esperti, organizzazioni ed esponenti politici provenienti da vari paesi europei, si discuterà di come l’economia sociale possa e debba essere fondamentale per raggiungere gli obiettivi a medio e lungo termine che l’Unione Europea si è data: un’autonomia industriale giusta e verde, la promozione della formazione e del lavoro, il diritto alla casa, politiche sociali più efficaci ed in generale il rafforzamento della democrazia.
In occasione della 12ª edizione del Salone, mercoledì 9 ottobre, ore 16.30 – 17.30, Torino Social Impact interviene all’evento: Sostenibilità trasformativa e gestione dell’impatto.
Quanto è importante misurare e valutare l’impatto generata con le proprie attività? Le organizzazioni che credono nella sostenibilità hanno compreso che il processo di misurazione e valutazione è utile non solo per comprendere gli effetti prodotti ma anche per impostare le scelte future. Una sfida a cui sono chiamate in particolare le imprese e gli Enti del Terzo Settore.
Pietro Saccò, Responsabile Redazione Economia e L’economia civile – Avvenire, modererà gli interventi di Giorgio Fiorentini (Professore di Management delle Imprese Sociali Università Bocconi), Federico Mento (Direttore Ashoka Italia) e Raffaella Scalisi (Advisor Torino Social Impact), che spiegherà come e perché questo tema sia stato centrale fin dall’inizio nella costruzione dell’ecosistema torinese ad impatto.
Il progetto europeo BFSE-B2B sta per concludersi: il 17 e 18 ottobre a Milano si terrà un evento finale per celebrare due anni di attività dedicate a rafforzare le partnership tra imprese sociali e imprese tradizionali per migliorare il mercato dei prodotti e dei servizi delle imprese sociali.
L’evento prende il via il 17 ottobre, con pomeriggio di dibattiti e networking dedicato ai modelli innovativi di partnership tra imprese sociali e settore privato, per promuovere un’economia inclusiva e sostenibile. Accoglieremo partner e stakeholder del settore privato e sociale provenienti da tutta Europa, per discutere insieme i percorsi di cooperazione tra imprese tradizionali e imprese sociali.
Torino Social Impact presenterà la campagna di promozione degli acquisti sociali in ambito B2B, che include anche un portale sperimentale per reperire le imprese a impatto sociale.
Dove: mosso Milano, via Angelo Mosso 3 – Milano
Agenda:
14.00 – 14.30 Welcome coffee
14.30 – 14.45 Benvenuto e introduzione
Gianluca Pastorelli, Diesis Network
Sabina Bellione, Consorzio Nazionale della Cooperazione Sociale CGM
14.45 – 15.00 Setting the scene: una panoramica del progetto Buy Social Future of Social Economy
Dorotea Daniele, Diesis Network
15.00 – 15.15 Le imprese sociali e il settore privato: tendenze e prospettive future a livello UE
Karel Vanderpoorten, Commissione Europea – DGGROW
15.15 – 16.05 Panel discussion: Vendere i prodotti delle imprese sociali nelle grandi catene di distribuzione, opportunità e sfide
Moderatore: Patrizia Bussi, European Network of Social Integration Enteprises (ENSIE)
Angela Achitei, ADV Romania
Paulina Zglinska, Polish Social Cooperatives Association
Daniele Caccherano, Liberitutti scs
16.05 – 16.55 Panel discussion: Partnerships tra imprese sociali e imprese private nel settore tessile
Moderatore: Mojca Metelko, Institue KNOF Slovenia
Buona pratica dalla Croazia o dalla Spagna
Peter Ambrožič, ETRI Group and Partners Slovenia
Sumita Mazumder, GreenPea
16.55 – 17.10 Coffee break
17.10 – 18.00 Panel discussion: Il ruolo cruciale della comunicazione nelle partnership B2B
Moderatore: TBC
Raffaella Scalisi, Torino Social Impact
Katja Beck Kos, PRIZMA
Antonella Tagliabue, UN-GURU
18.00 – 18.15 Closing Remarks
Gennaro di Cello, ENTOPAN Smart Networks and strategies
18.15 – 20.00 Aperitivo di Networking
Il 18 ottobre è prevista una study visit presso il TEXTILE HUB della cooperativa Vesti Solidale, il più grande impianto di riciclaggio tessile del Nord Italia. Vesti Solidale è uno degli attori più influenti nel campo del recupero dell’usato e del riciclo dei materiali tessili. In questo contesto, il TEXTILE HUB rafforza la presenza della cooperazione tra i principali attori del settore, creando la prima filiera completamente cooperativa del settore.
Il 30 settembre e il 1° ottobre 2024, Torino ha ospitato presso la sede di ZIP News il Kick-off del progetto DO Impact, un’iniziativa europea che mira a potenziare l’economia sociale, facilitando l’adozione di soluzioni digitali e modelli data-driven per piccole e medie imprese del settore. L’evento ha riunito i partner del consorzio, segnando l’inizio ufficiale di un progetto ambizioso che vuole sfruttare il potenziale della digitalizzazione per aumentare l’impatto sociale delle organizzazioni.
Durante le due giornate di lavoro, i partecipanti, rappresentanti di diverse organizzazioni europee, hanno esplorato gli obiettivi del progetto, la visione comune e la metodologia da seguire. Tra i partner presenti, Fondazione Piemonte Innova, Diesis Network, Torino Social Impact, Cluster Digital de Catalunya, Tiresia – Politecnico di Milano, Taula d’entitats del Tercer Sector Social, Coompanion Gothenburg, Social Entrepreneurship Association of Latvia, Lithuania Social Business Association.
La necessità di digitalizzazione nell’economia sociale
Uno dei temi centrali emersi nel Kick-off è stato il riconoscimento della necessità di accelerare la digitalizzazione delle imprese sociali. Attualmente, molte di queste realtà operano con un basso livello di integrazione tecnologica, nonostante le evidenti potenzialità che il digitale potrebbe offrire. In particolare, è fondamentale investire nella formazione su competenze chiave come la scienza dei dati, l’innovazione dei processi e lo sviluppo di modelli di business sociali più avanzati.
La digitalizzazione rappresenta un’opportunità per le organizzazioni dell’economia sociale, permettendo loro di migliorare l’efficienza operativa e offrire servizi più sostenibili. Tuttavia, è stato evidenziato come molte delle soluzioni digitali attuali non siano ancora adeguatamente adattate alle specifiche esigenze di queste organizzazioni.
I momenti chiave del Kick-off
Il Kick-off ha avuto inizio con una presentazione delle organizzazioni partecipanti e una panoramica del progetto DO Impact. Durante la prima giornata, si è discusso lo stato attuale dell’economia sociale in Europa e il suo livello di digitalizzazione e utilizzo dei dati. Uno dei momenti centrali è stato il workshop, strutturato secondo il formato “World Cafè”, che ha offerto ai partecipanti l’opportunità di confrontarsi sui principali stakeholder da coinvolgere, sui settori chiave per lo sviluppo dell’economia sociale e sulle strategie per attivare gli ecosistemi locali. Questo confronto ha tracciato un percorso iniziale per la definizione delle attività future del progetto.
La seconda giornata ha affrontato temi gestionali e finanziari del progetto, insieme alle strategie di comunicazione e disseminazione, fondamentali per garantire il successo dell’iniziativa e diffondere i risultati su scala europea.
L’evento ha rappresentato un’importante occasione di confronto e pianificazione, rafforzando l’impegno del consorzio verso una transizione digitale inclusiva e sostenibile per le organizzazioni dell’economia sociale in Europa.
Un “Data Stewardship Bootcamp” previsto a Torino nei giorni 18,19 e 20 novembre 2024 (+ tre giornate online) rivolto ai professionisti dei dati (e non solo) che desiderano formarsi sul tema del riuso dei dati privati e pubblici per affrontare le sfide delle nostre città e della società.
Il percorso formativo è gratuito per chi verrà selezionato ed è erogato dall’ente “The Data Tank” e in particolare da Stefaan Verhulst che è uno dei punti di riferimento a livello internazionale sul tema del riuso dei dati.
L’obiettivo è coinvolgere realtà profit, non profit e pubbliche per promuovere la contaminazione di esperienze e la formazione su più livelli.
Per informazioni e candidature entro il 14 ottobre clicca qui
Per saperne di più è possibile partecipare lunedì 7 ottobre alle ore 14.00 ad un webinar tenuto dagli organizzatori del Data Bootcamp, registrandosi qui.
Siamo a Grugliasco, alle porte di Torino, dove ogni notte avviene un’importante attività di scambio tra grossisti e dettaglianti che rifornisce i banchi di mercati e ristoranti del territorio. Questa è l’opera di CAAT – Centro Agroalimentare Torino, uno dei maggiori centri agroalimentari d’Italia e partner di Torino Social Impact.
Seduto sulla panchina di Bench-Mark, il presidente Fabrizio Galliati, ci illustra come il centro sta investendo in sostenibilità e sicurezza alimentare.
Si è svolto ieri pomeriggio il terzo appuntamento della Comunità di pratica sulla parità di genere, che coinvolge le organizzazioni dell’ecosistema TSI impegnate su quello che è considerato ormai un tema prioritario e trasversale.
L’incontro, sempre guidato da Monica Cerutti, esperta di politiche di inclusione sociale e questioni di genere, ha fatto seguito al precedente, in cui era stato approfondito lo strumento della Certificazione della parità di genere (UNI/PdR 125:2022).
ìPreziosa è stata in tal senso la testimonianza di Amapola, Società Benefit partner di TSI specializzata in consulenza di sostenibilità e comunicazione, la quale ha condiviso col gruppo la propria esperienza relativa al percorso di certificazione, mettendo in luce le sfide affrontate nonché i vantaggi concreti ottenuti.
Nella seconda parte del pomeriggio, i partner dell’ecosistema hanno preso parte ad un workshop finalizzato al confronto sui punti di forza e sulle opportunità di un simile percorso, così come sui punti di debolezza e sugli ostacoli in cui è possibile imbattersi.
Dal fruttuoso confronto del gruppo di lavoro, composto da più di 10 realtà tra cui istituzioni, associazioni, aziende e cooperative, sono emersi infine esigenze ed obiettivi comuni, grazie ai quali sono stati definiti gli step su cui concentrare il percorso della comunità di pratica da qui in avanti.
L’incontro si è svolto presso Open, ovvero uno spazio aperto di apprendimento, condivisione e impegno civico per giovani con e senza disabilità, nonché nuova sede della Fondazione Time2, il cui obiettivo è proprio quello di favorire la partecipazione e il protagonismo delle persone con disabilità, sulla base dei principi di autodeterminazione e di uguaglianza, attraverso numerose attività operative, erogative e culturali.
Ha recentemente avuto luogo l’edizione annuale della Social Outcomes Conference 2024, che si è svolta il 5-6 settembre, in modalità online e di persona, presso la Blavatnik School of Government di Oxford. Per l’occasione, si sono riuniti alcuni tra i più importanti ricercatori, politici e professionisti del mondo per condividere intuizioni all’avanguardia e strategie pratiche per costruire partenariati che non solo producano bene sociale, ma lo facciano con integrità ed efficacia.
Tra i relatori era presente Mario Calderini – Professore Ordinario del Politecnico di Milano, School of Management e portavoce di Torino Social Impact – che ha partecipato al keynote panel della The Social Outcomes Conference 2024 parlando della prospettiva dell’innovazione sociale e tecnologica e della richiesta di un nuovo modello di governance.
Un ponte che connette esperti e operatori del settore
La prestigiosa conferenza si impegna a dare valore alla diversità e all’inclusione, coinvolgendo una ricca intersezione di voci e background diversi. Lo fa incoraggiando la partecipazione di individui e organizzazioni che rappresentano una gamma di contesti che abbracciano differenze etniche, culturali, geografiche, di età e di reddito.
Con questo obiettivo, ha coinvolto anche per quest’ultima edizione i massimi esperti, ricercatori, politici, accademici e professionisti, per riflettere insieme su come costruire insieme partnership, condividere intuizioni all’avanguardia, strategie e pratiche che producano bene sociale, con integrità ed efficacia.
Responsabilità, trasparenza e fiducia, verso un cambiamento sociale
La missione alla base della recente edizione è comprendere come possiamo promuovere la collaborazione e il lavoro in partnership in un mondo di crescente incertezza. Di fronte alle avversità, la responsabilità, la trasparenza e la fiducia diventano più vitali che mai, costituendo la base delle partnership intersettoriali finalizzate al cambiamento sociale.
A partire da questa riflessione, sono diversi i quesiti che l’edizione 2024 intende mettere in luce: come possono le pratiche innovative di contrattazione contribuire a relazioni di fiducia a lungo termine? Come possiamo utilizzare i dati non solo per misurare l’impatto, ma per promuovere attivamente il miglioramento e responsabilizzare i partner? Come possiamo garantire che le comunità emarginate siano coinvolte in modo significativo, e non solo consultate, nella definizione e nell’attuazione delle soluzioni?
Lo stesso titolo della conferenza, “Responsabilità, trasparenza e fiducia nelle partnership intersettoriali”, ci riporta a quei valori fondamentali per mettere in atto un cambiamento sociale. In un mondo alle prese con sfide senza precedenti e crisi quasi costanti, la collaborazione dimostra non essere un lusso ma una reale necessità.
Ieri, martedì 17 settembre, si è tenuto il secondo incontro della Comunità di Pratica OP4IMPACT, che riunisce i quattro ordini professionali partecipanti: l’Ordine dei Commercialisti e degli Esperti Contabili di Torino, l’Ordine degli Avvocati di Torino, il Consiglio Notarile di Torino e Pinerolo, e l’Ordine dei Consulenti del Lavoro di Torino.
La Comunità di Pratica OP4IMPACT è un’iniziativa volta a promuovere un impatto sociale positivo attraverso la collaborazione tra professionisti con competenze e approcci distintivi e complementari. L’incontro si è svolto presso il Cottino Social Impact Campus, un ambiente stimolante per il confronto e la riflessione.
L’approfondimento di un caso studio per condividere prospettive di lavoro future
Durante il workshop, al quale hanno partecipato 16 rappresentanti dei quattro ordini professionali, i partecipanti sono stati coinvolti in un esercizio rompighiaccio che ha dato avvio alla giornata.
Successivamente, hanno lavorato su un caso studio, con l’obiettivo di esplorare e approfondire le competenze specifiche e integrate dei vari ordini professionali, in continuità con quanto discusso nel primo incontro. Caterina Soldi, Development e Program Manager del Cottino Social Impact Campus, ha facilitato l’attività, incoraggiando i partecipanti a discutere strategie, ambiti di intervento e priorità in relazione a governance, value chain, comunicazione e reporting.
Il lavoro sul caso studio ha fornito spunti preziosi per definire i contenuti e i temi su cui concentrarsi nel 2025, concludendo così il workshop con una riflessione su come orientare il lavoro futuro della Comunità di Pratica.
Il progetto Comunità di pratica è un’iniziativa di Torino Social Impact che rappresenta un passo significativo verso il rafforzamento della dimensione collettiva dell’ecosistema ad impatto. Sostenuto dalla Camera di commercio e dalla Fondazione Compagnia di San Paolo nell’ambito di TSI, mira a creare uno spazio collaborativo in cui i partner possano mettere in comune le loro competenze e lavorare insieme su tematiche e sfide condivise.
Dalla collaborazione tra Camera di commercio di Torino,Torino Social Impact, Unione Industriali Torino e Fondazione Compagnia di San Paolo nasce un ciclo di incontri online per approfondire il tema del social procurement, per una scelta responsabile delle imprese.
Gli incontri intendono approfondire gli aspetti principali di questa strategia d’impresa osservandone sia gli elementi di maggior interesse per lo sviluppo del business (lato offerta) sia le principali opportunità di inserimento in un mercato (lato domanda) che oltre a rispondere alle esigenze delle imprese genera impatti positivi sul territorio.
La Camera di commercio di Torino, da anni attiva nel supportare le imprese del territorio ad una maggiore consapevolezza e responsabilità sociale, anche attraverso la piattaforma progettuale Torino Social Impact, ha aderito con entusiasmo a questa proposta condivisa.
Come diventare attore di Social Procurement? Dove posso trovare partner commerciali ad impatto sociale? Che tipo di fornitura posso richiedere e che forma di impatto mi posso aspettare? Quali sono le opportunità per le imprese sul territorio?
A queste ed altre domande proveranno a rispondere esperti e docenti in occasione dell’incontro Promozione del mercato sociale che si terrà online Martedì 24 settembre dalle 11.00 alle 13.00
Nel terzo ed ultimo webinar, grazie agli interventi di esperti di settore, saranno presentate opportunità e testimonianze di realizzazione di forniture sociali da parte di imprese del territorio.
Il programma, ancora in fase di definizione, è disponibile nella locandina allegata.
Concluderà il ciclo di incontri un keynote speach del professor Mario Calderini, PoliMi Mangement School e portavoce di Torino Social Impact.
La partecipazione è gratuita previa iscrizione qui
Lunedì 16 settembre, dalle 14 alle 16, si è tenuto il corso “Metriche di social impact nel giornalismo“: il secondo di un ciclo di webinar inserito nella cornice dell’iniziativa Torino Impact Journalism, patrocinata da Social Impact Agenda per l’Italia, che mira a esplorare come il giornalismo possa promuovere il cambiamento, coinvolgendo tutti gli attori della società, dalle istituzioni alle imprese, per affrontare le grandi sfide ambientali e sociali.
Partire dalle metriche per costruire una cultura dell’impatto
Misurare l’impatto sociale delle notizie è oggi un aspetto cruciale per il giornalismo. Le notizie vengono ampiamente valutate in termini quantitativi, seguendo le logiche imposte dagli algoritmi dei grandi player della Rete. Tuttavia, questo approccio rischia di trascurare il vero valore del giornalismo come agente del cambiamento sociale ed economico. Valutare l’impatto sociale delle notizie, sottolineando l’importanza di parametri qualitativi che vanno oltre il numero di visualizzazioni o condivisioni, consente invece di comprendere il loro effetto concreto sulle comunità e di restituire al giornalismo la sua funzione originaria: quella di innescare riflessioni e azioni positive nella società.
Così il webinar “Metriche di social impact nel giornalismo” ha visto la partecipazione di esperti del settore per analizzare le possibili metriche per misurare l’impatto sociale nell’ambito dell’informazione e fornendo strumenti pratici per valutare come le notizie influenzano le comunità di riferimento.
Misurare l’impatto sociale delle notizie: voce agli esperti
Sono più di 80 i giornalisti, comunicatori, esperti di media e interessati che hanno partecipato al webinar, organizzato in collaborazione con l’Ordine Nazionale dei Giornalisti. L’incontro, moderato da Paolo Piacenza, ha visto la partecipazione di relatori e relatrici esperte di impatto sociale, tra i quali Richard Addy; Co-fondatore diAkas; Lindsay Green-Barber, Fondatrice e Direttrice diImpact Architects; Filippo Montesi, Senior advisor di Human Foundation e segretario generale diSocial impact agenda per l’Italia e infine Vera Penêda, Direttrice dei programmi e dell’impatto presso loEuropean Journalism Centre.
Dopo un’introduzione a cura di Paolo Piacenza, Filippo Montesi ha introdotto il concetto di impatto sociale, con un approfondimento sul concetto di valore sociale e sulle principali metriche di impatto. Ha inoltre fornito una panoramica di come il giornalismo possa contribuire a un cambiamento di paradigma economico verso uno sviluppo più sostenibile, sia socialmente che ambientalmente.
Lindsay Green-Barber, fondatrice di Impact Architects, ha poi illustrato l’utilizzo di strumenti digitali nelle redazioni per monitorare l’impatto delle notizie. Per l’occasione ha presentato l’IA Impact Tracker sviluppato da Impact Architects, piattaforma digitale gratuita per aiutare le organizzazioni giornalistiche, i finanziatori e gli altri stakeholder a comprendere l’impatto del giornalismo, definendo, misurando e tracciando i cambiamenti del mondo reale.
Richard Addy ha successivamente illustrato la sua decennale esperienza nell’ambito della misurazione dell’impatto, portando la testimonianza di Akas, società di consulenza internazionale (di cui è co-fondatore) in materia di audience strategy, la cui missione è aiutare le organizzazioni ad aumentare il proprio impatto per realizzare le proprie missioni e visioni. Per l’occasione ha presentato l’Impact Wheel, strumento utile per una valutazione precisa e credibile dell’impatto sociale delle notizie. Attraverso esempi pratici, Addy ha mostrato come l’utilizzo di tecniche di misurazione abbia influenzato il lavoro delle redazioni, aiutandole a produrre contenuti più rilevanti per il pubblico.
Infine, Vera Penêda, rappresentante dello European Journalism Centre, ha condiviso le sue esperienze nel formare le redazioni giornalistiche all’impact journalism, fornendo strumenti e supporto per implementare una mentalità orientata alla misurazione dell’impatto. Ha illustrato pertanto alcune indicazioni chiave per aiutare le redazioni e i giornalisti freelance a pianificare e misurare l’impatto sociale del loro giornalismo.
Nel complesso, gli esperti nazionali e internazionali hanno offerto un quadro generale ed esempi concreti quali spunti riflessione che partono da una certezza: nel panorama attuale, misurare l’impatto sociale del giornalismo non solo è possibile, ma necessario per ristabilire la sua centralità nel favorire uno sviluppo sociale sostenibile e consapevole.
Per saperne di più, non perdere i prossimi webinar in programma:
11 novembre, ore 14-16 – Impact Journalism: Storie che fanno la differenza
A Torino, l’impatto della crisi climatica è particolarmente sentito.
Durante la nostra chiacchierata con Sergio Capelli, direttore di Legambiente Piemonte Valle d’Aosta, abbiamo cercato di capire come l’attenzione ai temi della transizione ecologica, e quindi del cambiamento climatico, siano cruciali per il cambiamento della visione dell’economia.
Un pomeriggio, dedicato alla pulizia collettiva lungo il fiume Dora, ma anche e soprattutto un’occasione per prendersi cura insieme dello spazio pubblico e creare un momento di condivisione e collaborazione.
I Circoli coinvolti, Molecola e GreenTo, sono formati principalmente da giovani under 35 attivi sul territorio torinese, impegnati nella salvaguardia dell’ambiente e nella promozione di pratiche sostenibili. Alla campagna parteciperanno inoltre diverse realtà del territorio che si occupano di integrazione, inclusione e gestione dello spazio pubblico, per dare vita a un’esperienza di impegno e responsabilità civica.
Perché il quartiere Aurora?
Sono numerose le realtà associative locali che nel quartiere Aurora lavorano quotidianamente per promuovere percorsi di integrazione e cura collettiva dello spazio urbano. Organizzare “Puliamo il Mondo”, in questo contesto, diventa un’occasione per contribuire a rendere il quartiere più vivibile e proprio da questa riflessione nasce il titolo della giornata: “CI SIAMO TUTT3 SE è DI TUTT3”.
Il programma:
Ritrovo: Fronte Sermig/Giardino Pellegrino, ore 14.30
Attività: Formazione e suddivisione in gruppi di lavoro
Cosa portare: Guanti e sacchi saranno forniti dalle associazioni. È richiesto abbigliamento adeguato (scarpe alte e resistenti)
Come partecipare
La partecipazione di tutti è fondamentale per il successo di questa iniziativa: a chi fosse interessato/a a partecipare all’iniziativa chiediamo diregistrarsi all’evento e, se lo desidera, a proporre un’attività per l’occasioneentro giovedì 19 settembre.
La Campagna “Puliamo il Mondo”
Ogni anno, centinaia di migliaia di persone in tutta Italia si impegnano per ripulire strade, piazze, parchi urbani, sponde di fiumi e spiagge dai rifiuti abbandonati. Puliamo il Mondo è un’iniziativa che, anno dopo anno, coinvolge attivamente i cittadini e che Legambiente ha definito “il più grande appuntamento di volontariato ambientale del mondo”. È sostenuta da una vasta rete di associazioni che si occupano di migranti, richiedenti asilo, persone con disabilità, detenuti e persone discriminate per il loro orientamento sessuale, con l’obiettivo di “Pulire il Mondo anche dai pregiudizi”.
Il professor Mario Calderini, portavoce di Torino Social Impact, riconosciuto a livello internazionale come esperto ed innovatore sui temi della sostenibilità, dell’impatto sociale e della Purpose Driven Innovation, entra a far parte dell’Expert Group on Social Economy and Social Enterprises della Commissione europea attraverso Social Impact Agenda per l’Italia, di cui è membro del Consiglio direttivo.
Si tratta di un importante traguardo per il sostegno e la diffusione in Europadell’economia sociale e dell impresa sociale, nell’ottica di contribuire a un ecosistema europeo orientato alla generazione di impatti sociali positivi e misurabili.
Il GECES sostiene infatti il lavoro della Commissione europea su direttrici importanti. Tra i suoi compiti:
assistere la Commissione in relazione all’attuazione delle misure previste nella Comunicazione della Commissione: “Costruire un’economia al servizio delle persone: un piano d’azione per l’economia sociale”;
consigliare la Commissione su come attuare al meglio le misure di policy nel campo della politica industriale per l’economia sociale, in particolare nello sviluppo del Percorso di transizione per l’ecosistema industriale “Prossimità ed economia sociale”;
assistere la Commissione fornendo consulenza e competenze nel follow-up dell’attuazione della Raccomandazione del Consiglio sullo sviluppo delle condizioni quadro per l’economia sociale negli Stati membri;
assistere la Commissione nella preparazione di proposte legislative e iniziative politiche nel campo dell’economia sociale e dell’impresa sociale;
riflettere su come integrare al meglio le questioni dell’economia sociale e dell’impresa sociale nelle politiche e nei finanziamenti della Commissione;
realizzare uno scambio di esperienze e buone pratiche nel campo dell’economia sociale e dell’impresa sociale e contribuire alla sensibilizzazione.
SIA, attraverso il suo Segretariato, si felicita con il professore Mario Calderini, nella consapevolezza dello spessore e della competenza che saprà portare al tavolo di lavoro europeo.
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Mario Calderini nel 2021 è stato incluso da Apolitical nella lista dei cento accademici più influenti al mondo sulla politica.
PhD in Economia presso l’Università di Manchester, è professore ordinario presso la School of Management del Politecnico di Milano, dove insegna Impact and Sustainability Management.
È direttore di Tiresia, il Centro di ricerca sulla finanza e l’innovazione a impatto sociale della Graduate School of Management del Politecnico di Milano, da lui creato nel 2013.
Nel 2024 è stato nominato dalla Commissione Europea membro del GECES, il gruppo di esperti su ‘Social Economy and Social Enterprises”.
Durante il Governo Draghi è stato Consigliere di Gabinetto del Ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale e membro della Commissione per la finanza delle infrastrutture sostenibili, istituita dal Ministro per le infrastrutture e la mobilità sostenibili; è stato precedentemente consigliere scientifico del Ministro della ricerca e dell’innovazione per quattro successivi governi e Sherpa del Governo per il G7. È stato membro della Task Force del G8 per l’Impact Investing. È consulente della Commissione Europea per la finanza e l’imprenditorialità a impatto sociale. Ha contribuito a promuovere l’agenda per l’innovazione sociale in Italia, avviando la prima consultazione pubblica del settore. Ha fatto parte del gruppo consultivo del Governo che ha redatto la Riforma del Terzo Settore.
Ha fatto parte dell’Advisory Board di Unicredit e del Sustainability Advisory Board di Bolton Group. Siede nel Global Advisory Council del Gruppo Sella. È membro dei CDA di Fondazione De Agostini, Fondazione Cottino, Fondazione Human Age Institute e Fondazione per il Dono.
L’iniziativa è organizzata da Urban Lab con Città di Torino, Rete delle Case del Quartiere, Fondazione per la Cultura e Turismo Torino e Provincia.
Per tutto il 2024 potrai partecipare a incontri, spettacoli, camminate e chiacchierate negli spazi pubblici, nei parchi, nelle case di quartiere, nei mercati e in alcuni tra i luoghi più amati dai torinesi.
Il corso vedrà la partecipazione di esperti nazionali e internazionali che si confronteranno sulle metriche del social impact, fornendo tool e strumenti per valutare l’impatto sociale che le notizie hanno sulle loro comunità di riferimento.
Tra i relatori e le relatrici che porteranno la loro esperienza al webinar, parteciperà Vera Penêda, Direttrice dei programmi e dell’impatto presso lo European Journalism Centre. Il suo contributo per promuovere un giornalismo più innovativo e di qualità in Europa è significativo: come responsabile dell’attuazione della strategia e dei programmi dell’EJC, in questi anni, ha progettato e sviluppato un numero significativo di programmi di formazione, sovvenzioni, borse di studio e acceleratori nell’ambito del giornalismo e dell’innovazione. L’obiettivo è fornire un supporto alle redazioni e ai giornalisti di tutta Europa ad adattarsi alle nuove sfide e diventare più resilienti.
Vera Penêda è anche responsabile del monitoraggio dell’impatto e dell’efficacia di tutti i programmi e le iniziative avviate dall’EJC. Negli ultimi 15 anni, ha lavorato all’interno di ONG internazionali e di importanti organizzazioni giornalistiche in Europa, America Latina e Asia, aiutando redazioni e giornalisti nella trasformazione digitale e nella creazione di nuovi prodotti. In precedenza, ha lavorato come corrispondente, reporter e redattrice multimediale.
European Journalism Centre: un centro che ripensa il giornalismo
La fondazione European Journalism Centre (EJC) è un’organizzazione olandese, con sede nella città di Maastricht, nei Paesi Bassi. Il suo scopo è sostenere, rafforzare e sviluppare il giornalismo e i media nel Consiglio d’Europa. Convinta che ripensare il giornalismo oggigiorno sia fondamentale, è diventata in questi anni un centro di riferimento per le comunità, oltre che per la conoscenza e la collaborazione con partner e finanziatori.
Nella sua visione, l’essenza del giornalismo si concretizza nel fornire alle persone informazioni affidabili, attendibili e verificate, in modo che possano prendere le migliori decisioni possibili sulle loro vite e sulle comunità, contribuendo a un miglioramento della società.
Programmi di accelerazione, formazioni e borse di studio per rafforzare il giornalismo in Europa
Se è vero che il giornalismo svolge un ruolo fondamentale nel difendere la libertà di espressione e nel consentire democrazie forti, attraverso il suo lavoro, l’EJC si impegna a rafforzare la capacità di resistenza del giornalismo europeo favorendo il contatto tra i giornalisti e i media, mettendo a disposizione un’ampia gamma di programmi di sovvenzione, fornendo borse di studio e producendo risorse e formazioni accessibili o gratuite. L’obiettivo è che ogni giornalista e ogni organizzazione giornalistica possa così beneficiare di un programma o di un’iniziativa dell’EJC.
Il corso vedrà la partecipazione di esperti nazionali e internazionali che si confronteranno sulle metriche del social impact, fornendo tool e strumenti per valutare l’impatto sociale che le notizie hanno sulle loro comunità di riferimento.
Nell’ambito della misurazione dell’impatto sociale delle notizie e del supporto alle organizzazioni che si occupano di media e comunicazione, è centrale è la missione di Impact Architects.
La sua fondatrice è Lindsay Green-Barber: lei si definisce un’ascoltatrice, un’insegnante, un’apprendista e una speaker ma è conosciuta soprattutto come leader mondiale nella strategia e nella misurazione dell’impatto dei media e delle comunicazioni. Ha conseguito un dottorato in scienze politiche presso la City University of New York Graduate Center e oggi risiede a Boulder, in Colorado. In questi anni ha lavorato con finanziatori, media e non profit per sviluppare strategie volte a massimizzare l’impatto e condurre ricerche per valutare il successo delle organizzazioni. Parallelamente è stata invitata a parlare a decine di conferenze, negli Stati Uniti e a livello internazionale, sull’impatto e sulle tendenze dei nuovi media, sul coinvolgimento del pubblico e della comunità e su come costruire strategie ad alto impatto.
Impact Architects, quando strategia e ricerca catalizzano il cambiamento sociale
Nel 2017 Lindsay Green-Barber ha fondatoImpact Architects: un’organizzazione dedicata a promuovere il cambiamento sociale attraverso la combinazione di strategia, ricerca umanistica e scienze sociali. Lavora principalmente nei settori del giornalismo, dei media, delle arti e della cultura, nonché nell’istruzione superiore. Tra le sue attività, offre una gamma di servizi con la missione di aiutare aziende, governi, organizzazioni non-profit e altre istituzioni a risolvere sfide complesse e creare comunità più resilienti e inclusive.
Misurare l’impatto nel giornalismo
Tra i servizi che offre, si occupa di implementare soluzioni innovative come nel caso dell’Impact Tracker, una piattaforma digitale progettata per aiutare le organizzazioni giornalistiche, i finanziatori e altri stakeholder a comprendere l’impatto del giornalismo e delle notizie, misurandone e tracciandone i cambiamenti reali nel mondo.
L’approccio di Impact Architects si basa su un impegno profondo verso l’inclusività e l’accessibilità, assicurandosi che le soluzioni individuate siano non solo efficaci ma anche sostenibili a lungo termine. La sua esperienza si estende dalla consulenza strategica alla realizzazione di progetti di ricerca su misura, progettati per affrontare questioni sociali complesse e migliorare l’impatto delle organizzazioni con cui collabora.
Al confine tra Torino e Moncalieri, nel parco de Le Vallere – un luogo ricco di storia e significato – abbiamo incontrato gli amici della Cooperativa Nemo.
Seduti sulla panchina di Bench-Mark, Francesco Di Meglio e Silvia Santantonio, rispettivamente Presidente e Vicepresidente di Nemo, ci hanno parlato del loro tentativo di sviluppare un nuovo tipo economia, con finalità sociali e ambientali, che unisce territori di montagna e di città.
Sono ufficialmente aperte le pre-immatricolazioni per la seconda edizione del CUAP Social Impact Finance!
Dopo il successo della prima edizione, che ha visto coinvolti più di 20 Enti del Terzo Settore come discenti, siamo entusiasti di offrire nuovamente un percorso formativo unico, pensato per coloro che desiderano approfondire le loro competenze nella finanza sostenibile e nell’investimento a impatto.
Quando: Le lezioni interamente online inizieranno il 14 Ottobre, quindi non perdere l’occasione di riservare il tuo posto!
Perché partecipare: Scopri come la finanza può essere uno strumento potente per generare un cambiamento positivo e sostenibile nella società.
Pre-iscriviti ora e assicurati di non perdere questa opportunità – Le iscrizioni chiuderanno il 23 Settembre!
Il corso vedrà la partecipazione di esperti nazionali e internazionali che si confronteranno sulle metriche del social impact, fornendo tool e strumenti per valutare l’impatto sociale che le notizie hanno sulle loro comunità di riferimento.
Se dovessimo indicare un esperto di strategia, audience, comunicazione e impatto che nel suo percorso ha fornito consulenza alle più grandi realtà del mondo – dalle istituzioni alle organizzazioni giornalistiche – uno dei nomi di riferimento sarebbe sicuramente quello di Richard Addy.
Richard Addy è oggi cofondatore diAKAS, società di consulenza internazionale in materia di audience strategy che si rivolge a media, istituzioni internazionali, fondazioni e ONG. La sua missione è aiutare le organizzazioni ad aumentare il proprio impatto attraverso la comprensione del loro pubblico di riferimento, degli stakeholder e degli ecosistemi con cui si relazionano, per realizzare le proprie missioni e visioni. Ciò permette loro di innovare le proprie strategie e adottare nuovi approcci, favorendo inoltre una crescita sostenibile e significativa all’interno delle organizzazioni.
Dalla sua nascita nel 2012, AKAS ha lavorato con oltre 100 clienti, tra cui The Guardian, BBC News, BBC World Service, Channel 4 News, FT Strategies, Warner Bros. EU Observer, Balkan Investigative Reporting Network, Internews, CPJ, ICFJ, European Journalism Centre, DW Akademie, In Ukraine, Hromadske and Suspline, Warner Bros, Earthday.org, The World Bank Group, IMF, EIB, EBRD, OECD e Asian Development Bank.
La collaborazione con le organizzazioni giornalistiche
In questi anni Akas ha lavorato a stretto contatto con diverse organizzazioni giornalistiche nell’ambito del Global Media Partnership Program della Fondazione Bill & Melinda Gates, tra cui El Pais, The Daily Telegraph, NPR, CNN, Der Spiegel, Le Monde, The Conversation Africa e The Nation Media Group. In tale veste, AKAS si è occupata di sviluppare un quadro di riferimento per l’impatto, oggi ampiamente utilizzato da queste organizzazioni.
Richard Addy vanta oltre 30 anni di esperienza come stratega ed economista governativo, fornendo consulenza a CEO, ministri e leader. Prima di fondare AKAS, è stato il principale consulente per le questioni strategiche e di audience del Vicedirettore Generale della BBC, a capo di BBC News a livello locale, nazionale e internazionale. Ha inoltre formulato e perfezionato le strategie digitali, editoriali e di audience che hanno permesso di mantenere la portata globale di BBC News a oltre 250 milioni di utenti ogni settimana.
Attualmente fa parte del Comitato esecutivo di theguardian.org e del Comitato consultivo di Africa No Filter. In precedenza, ha fatto parte dei consigli di amministrazione di Mind, USC Annenberg’s Media Impact Project e BBC Journalism.
Se Torino Social Impact fosse un viaggio, avrebbe una mappa di luoghi, ed edifici, che hanno fatto la storia della città. Da Palazzo Birago realizzato da Filippo Juvarra alla sala delle grida nell’ex Borsa Valori fino alla Cittadella Politecnica. Spazi che raccontano una Torino dall’incontenibile vocazione per l’impatto sociale.
Un reportage che racconta la storia di Torino Social Impact, a partire dal Comitato Imprenditorialità Sociale della Camera di commercio, e arriva fino al Centro di Valutazione Impatto Sociale – CeVis, presso il Cottino Social Impact Campus.
Il webinar sarà un’occasione di dibattito e confronto tra esperti – nazionali e internazionali – nell’ambito del giornalismo, della misurazione dell’impatto e della comunicazione. Insieme, gli esperti analizzeranno le possibili metriche del social impact, fornendo tool e strumenti per valutare l’impatto sociale che le notizie hanno sulle loro comunità di riferimento.
L’evento sarà parte integrante della programmazione dei corsi dell’Ordine dei Giornalisti ed è rivolto sia agli addetti ai lavori, sia a chiunque sia interessato/a ad esplorare questa tematica.
Gli ospiti del webinar
Richard Addy. Esperto di strategia, audience, comunicazione e impatto. Co-fondatore diAKAS e membro del Consiglio di Amministrazione di theguardian.org e Africa No Filter. Vanta oltre 30 anni di esperienza come stratega ed economista, fornendo consulenza a CEO, ministri e leader. Ha formulato e perfezionato le strategie digitali, editoriali e di audience della BBC.
Lindsay Green-Barber. È leader mondiale nella strategia e nella misurazione dell’impatto dei media e delle comunicazioni. Ha lavorato con organizzazioni di media, non profit e finanziatori, con la missione di progettare strategie per massimizzare l’impatto e di condurre ricerche per valutare il successo delle organizzazioni. Ha fondatoImpact Architects nel 2017.
Filippo Montesi. Senior Advisor diHuman Foundation, è esperto di metodi e strumenti di valutazione, con una specializzazione nel metodo SROI. CoordinaSocial Impact Agenda per l’Italia, Advisory Board italiano del Global Steering Group for Impact Investment, contribuendo allo sviluppo di politiche e pratiche a sostegno della finanza a impatto in Italia.
Vera Penêda. Direttrice dei programmi e dell’impatto presso lo European Journalism Centre. Ha progettato e sviluppato molteplici programmi di formazione, borse di studio e acceleratori nell’ambito del giornalismo e dell’innovazione, per aiutare le redazioni e i giornalisti ad adattarsi alle nuove sfide e a diventare più resilienti. In precedenza, ha lavorato come corrispondente, reporter e redattrice multimediale.
Paolo Piacenza. Giornalista, coordinatore delle attività redazionali delMaster in Giornalismo dell’Università di Torino, tutor per radio e podcast presso lo stesso Master. Consulente e formatore, si occupa prevalentemente di temi economici, sociali e culturali. Ha lavorato a Radio24 – Il Sole 24 Ore e presso la società Alicubi di Torino. È presidente dell’associazione Pop Economix.
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È possibile cambiare concretamente la realtà che ci circonda interpretando l’economia d’impatto?
Stratosferica, vicino al campus Einaudi, è riuscita ad applicare questi principi per dare una seconda vita a una zona trascurata, offrendo un modello di scalabilità per città e territori. Ne abbiamo parlato con Luca Ballarini, fondatore e direttore di Stratosferica, che si è seduto con noi sulla panchina di Bench-Mark.
Scopri di più nell’intervista di Francesco Antonioli.
Dopo il primo webinar, che ha approfondito i “Fondamenti e principi del Solutions Journalism”, sono aperte le iscrizioni al secondo evento, dal titolo “Metriche di social impact nel giornalismo”, che si terrà lunedì 16 settembre, ore 14-16.
Con la partecipazione di esperti nell’ambito del giornalismo, della misurazione d’impatto e dell’informazione, il webinar analizzerà le possibili metriche del social impact, fornendo tool e strumenti per valutare l’impatto sociale che le notizie hanno sulle loro comunità di riferimento. Un parametro qualitativo che restituisce al giornalismo la sua funzione di agente per il cambiamento sociale ed economico, dopo anni in cui le notizie sono state valutate solo in termini quantitativi seguendo gli algoritmi dei big players della Rete.
Il webinar sarà parte integrante della programmazione dei corsi dell’Ordine dei Giornalisti ed è rivolto sia agli addetti ai lavori sia a chiunque sia interessato/a ad esplorare il mondo del giornalismo e della comunicazione d’impatto!
Nelle prossime settimane non mancherà il racconto degli ospiti che porteranno la loro esperienza al webinar.
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I relatori:
Richard Addy, Co-fondatore Akas
Lindsay Green-Barber – Fondatrice e Direttrice Impact Architects
Filippo Montesi – Senior advisor Human Foundation e segretario generale Social impact agenda per l’Italia
Vera Penêda – Direttrice dei programmi e dell’impatto presso lo European Journalism Centre
Paolo Piacenza, giornalista, Master in Giornalismo Università di Torino
La storia di “Sinergie in Canavese”, un progetto per il rilancio della montagna costruito attorno al Pnrr e l’iniziativa della Camera di commercio di Torino per creare una comunità energetica a trazione d’impresa.
Quando due anni fa hanno deciso di costituire una green community del Canavese per accedere ai fondi del Pnrr puntavano a una transizione ecologica ed energetica che coinvolgesse i 27 comuni e le cinque Unioni montane della zona, con partner il versante piemontese del Parco del Gran Paradiso. Obiettivo: promuovere la crescita e lo sviluppo sostenibile dell’area, integrando e valorizzando le risorse locali. D’altronde Marco Bussone, presidente nazionale dell’Uncem, l’Unione dei comuni montani e consigliere dell’Unione montana Valli di Lanzo – tra i promotori della green community – lo ha ripetuto più volte: «Servono azioni di impatto per garantire un futuro alla montagna. Ma ad una condizione: che si coinvolgano le comunità locali, il vero motore del rilancio. Senza i territori, la transizione e la crisi non si affrontano». Di fatto la “Green community Sinergie in Canavese” – che è guidata dal presidente dell’Unione Valli Orco e Soana Marco Bonatto Marchello – rappresenta un bell’esempio di economia di impatto. Perché mette al centro le comunità ponendo quindi le basi per una transizione energetica che tenga conto della dimensione sociale, senza la quale è ormai chiaro che una transizione ambientale profondamente sostenibile e duratura non possa avere luogo. Un approccio non scontato in un contesto in cui anche gli investimenti privati devono contemplare un approccio addizionale, mettendo in conto diintervenire in aree più sfidanti sotto il profilo delle dinamiche remunerative del mercato. In questo quadro l’importante contributo di fondi pubblici – oltre quattro milioni garantiti dai fondi Pnrr – è una leva importante per un processo catalizzatore di nuove iniziative. I fondi sono stati progettati per produrre un valore per le persone e per il territorio. Qualche esempio? La realizzazione di sei vasche per la raccolta delle acque piovane per assicurare in una serie di punti nevralgici del Canavese riserve idriche cui attingere in caso di incendi nei boschi e per fronteggiare periodi di siccità in agricoltura. Oppure la riconversione di un sito industriale in uno stabilimento della filiera del legno, garantendo posti di lavoro e un risparmio anche nel consumo di suolo. L’impatto è compreso in tutti i diciannove interventi che la green community realizzerà entro i prossimi due anni, come impone il Pnrr: l’investimento, oltre al rischio e al rendimento, tiene conto soprattutto dei benefici di questi modelli di rigenerazione del territorio, in linea con i principi dell’intenzionalità e dell’addizionalità alla base dell’economia d’impatto. Inoltre, si misura il ritorno non solo economico che questi interventi avranno per la comunità del Canavese. «È questa la visione di una montagna che pensa al futuro – insiste Bussone -. D’altronde le terre alte possono davvero essere il campo giusto dove sperimentare investimenti che producano contemporaneamente impatto sociale e ambientale. Lo sviluppo della filiera del legno ne è forse l’esempio più virtuoso: perché garantisce cura dei boschi e posti di lavoro in montagna, permettendo anche un’altra buona pratica: l’economia circolare».
«D’altronde sin da subito il nostro progetto si è imposto di comprendere tutti i nove ambiti tematici che sono alla base dello sviluppo delle Green Communities in una strategia da Nord a Sud: l’energia rinnovabile, le risorse idriche e forestali, l’efficienza degli edifici, lo sviluppo in chiave sostenibile del turismo, della mobilità e delle filiere produttive locali» spiegano da “Sinergie in Canavese”. E nei progetti della green community c’è anche una Cer, cioè una comunità energetica per produrre e condividere localmente l’energia prodotta attraverso fonti rinnovabili.
E alle Cer guarda con interesse anche la Camera di commercio di Torino. Spiega Guido Bolatto, segretario generale: «Tutto è partito dalla crisi energetica di due anni fa, con i prezzi di luce e gas alle stelle e le nostre associate alle prese con una gestione dei costi sempre più complicata. Scartata l’ipotesi di contributi a pioggia perché non avrebbe risolto il problema, abbiamo puntato sulle Cer. Con un punto di partenza chiaro: dovevano essere delle comunità energetiche a trazione d’impresa. Abbiamo fatto un censimento. Alla fine abbiamo individuato due cabine primarie: una a Torino, nel quartiere Aurora, l’altra nell’hinterland a Strambino. Contiamo di coinvolgere tra i consumatori molti commercianti e tra i produttori anche alcuni alberghi che possono sfruttare i tetti per installare impianti fotovoltaici».
Nel progetto sono stati coinvolti pure gli ordini professionali, in particolare nella fase d’avvio, avvocati e notai, per stilare lo statuto della Cer. L’obiettivo finale della Camera di commercio è mettere a punto un modello che sia replicabile. «Nella sostanza un modello di Cer chiavi in mano che comprenda business plan, statuto, governance – aggiunge Bolatto -. In altre parole, un prototipo di Cer che poi si può adattare ma che intanto risolve alcuni dei nodi più complicati in partenza perché le incognite sono davvero tante, a cominciare dal capire il nodo fiscalità. Ecco perché è importante contare su un team di professionisti che sappia interpretare nel modo corretto la normativa». Il bando, aperto alle micro, piccole medie imprese di qualsiasi settore in provincia di Torino, è aperto fino all’autunno. La giunta camerale ha stanziato oltre 220 mila euro sotto la voce “Bando transizione energetica – Cer 2024”, prevedendo Contributi sotto forma di voucher. Altri bandi (e contributi) entro l’anno sono previsti dalla Regione Piemonte (attraverso Finpiemonte, per qualsiasi impresa) e dalla Fondazione Compagnia di San Paolo (per Cer già costituite).
La Comunità di pratica OP4IMPACT si è posta l’obiettivo di lavorare insieme sull’impatto sociale, con competenze ed approcci distintivi e complementari degli ordini professionali coinvolti.
Un workshop dedicato alla creazione di competenze integrate e condivise
Il primo workshop, condotto da Caterina Soldi del Cottino Social Impact Campus, è stata un’importante occasione per identificare e mettere a sistema le competenze distintive dei 4 ordini coinvolti per elaborare una matrice di competenze integrate e condivise.
La mattinata è stata aperta con un esercizio di icebreaking per permettere ai 16 partecipanti di conoscersi meglio attraverso i propri hobby. Successivamente, i quattro ordini professionali hanno lavorato insieme sul senso della propria partecipazione ad OP4IMPACT. Tra i vari aspetti positivi emersi ci sono la valorizzazione delle diverse professioni e il volersi mettere in gioco per uscire dalle logiche individualistiche ed ordinistiche vecchio stampo.
La seconda fase del workshop è stata dedicata alla definizione delle competenze distintive di ciascun ordine rispetto all’impatto sociale. Il confronto è proseguito con l’individuazione delle competenze complementari della Comunità di pratica: un lavoro ricco di stimoli che richiederà un approfondimento nel prossimo workshop.
Infine, i presenti hanno riflettuto sui possibili temi e macroaree di lavoro di OP4IMPACT, in linea con il target TSI.
Il progetto Comunità di pratica è un’iniziativa di Torino Social Impact che rappresenta un passo significativo verso il rafforzamento della dimensione collettiva dell’ecosistema ad impatto. Sostenuto dalla Camera di commercio e dalla Fondazione Compagnia di San Paolo nell’ambito di TSI, mira a creare uno spazio collaborativo in cui i partner possano mettere in comune le loro competenze e lavorare insieme su tematiche e sfide condivise.
Presentato oggi, 18 luglio 2024, in Camera di commercio di Torino un accordo firmato tra ente camerale e Città metropolitana per la redazione di un Piano dedicato all’economia sociale nel torinese.
Come spiegato da Guido Bolatto, Segretario Generale della Camera di commercio: “Anche questa volta,Torino è nuovamente apripista per la realizzazione di un’iniziativa importante e fortemente voluta dalle istituzioni europee. La nostra esperienza, che ha portato alla nascita e allo sviluppo dell’ecosistema di Torino Social Impact con più di 300 realtà coinvolte, e la nostra ampia rete di contatti risultano fondamentali per la redazione del Piano locale, ma anche per accreditarci sempre di più come interlocutori strategici sia in ambito nazionale, al tavolo di lavoro con Ministero e sistema camerale nazionale, sia in ambito europeo dove siamo stati chiamati più volte a presentare il nostro modello di attività”.
Per Sonia Cambursano, Consigliera della Città metropolitana di Torino: “La Città metropolitana di Torino lavora per integrare il Piano d’Azione per l’economia sociale con il Piano strategico metropolitano, nella consapevolezza che le pratiche di innovazione sociale sono perfettamente in linea con gli assi già individuati ‘Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura’ e ‘Inclusione sociale’, dove già si prevede di valorizzare il potenziale di impresa delle economie dei servizi alla persona e alla famiglia, dei servizi di comunità e di territorio, qualificando lavoro, processi, tecniche e competenze del terzo settore e dell’impresa sociale. Tra l’altro, Città metropolitana di Torino investe già nel programma InnoSocialMetro per aumentare la capacità delle micro e piccole imprese del territorio di generare, attraverso la propria attività for profit, impatti socialmente desiderabili: abbiamo messo a disposizione un sostegno finanziario composto da un contributo in conto interessi e da un contributo a fondo perduto, per un investimento totale di 1 milione e 300mila euro”.
Per Mario Calderini, professore del Politecnico di Milano e portavoce di Torino Social Impact: “Lo sfondo di questa iniziativa è disegnato dai documenti comunitari che attribuiscono all’impresa sociale un ruolo non solo di welfare e redistributivo, ma anche industriale e di sviluppo economico, considerando la social e impact economy nel perimetro delle politiche industriali per una crescita più equa e inclusiva. La strada tracciata da Torino e da alcuni altri territori che si stanno muovendo analogamente richiede questo salto di paradigma politico, unito alla riscoperta del valore dei processi trasformativi dal basso, scegliendo come unità di azione politica gli ecosistemi locali, pur nel quadro di un disegno nazionale. Un nuovo paradigma anche per l’impact investing, affinché gli si attribuisca finalmente una dimensione politica, definendo un rapporto diverso tra pubblico e privato e un punto di incontro tra trasferimento tecnologico e terzo settore”.
Il contesto
Nel torinese si contano oltre 4.200 realtà fra associazioni, imprese sociali, organizzazioni di volontariato e altri enti iscritti al Registro Nazionale del Terzo Settore: sono 576 le imprese sociali torinesi, il 2,4% di quelle italiane. Il Piano redatto da Camera di commercio e Città Metropolitana, con la collaborazione di Torino Social Impact, sarà concluso entro fine anno.
Occupazione, competenze e riduzione della povertà entro il 2030: già nel 2017 Parlamento Europeo, Consiglio e Commissione inserivano questi principi nel Pilastro europeo dei diritti sociali. A seguire nel 2021 la Commissione ha adottato un Piano di Azione per l’Economia Sociale, con misure concrete da attuare sia a livello nazionale sia europeo, che ha portato nel novembre 2023 all’approvazione della Raccomandazione del Consiglio dell’UE agli Stati membri per lo sviluppo delle condizioni quadro dell’economia sociale.
Sia il Piano sia la Raccomandazione evidenziano il ruolo strategico dei livelli locali, dal momento che i soggetti dell’economia sociale sono fortemente radicati sul territorio, servono la comunità in cui si trovano e operano generalmente con un’impostazione dal basso.
Nel mese di maggio 2024 presso il Ministero economia e finanze è stato, inoltre, avviato un gruppo di lavoro “Economia sociale” coordinato dalla sottosegretaria Onorevole Lucia Albano con l’obiettivo di dare seguito alla Raccomandazione del Consiglio UE.
Torino
Il nostro territorio vanta una posizione di avanguardia grazie alla Camera di commercio di Torino che nel già nel 2016 ha dato vita al Comitato Imprenditorialità Sociale, che a sua volta è stato promotore della piattaforma Torino Social Impact, nata nel 2017 con il coinvolgimento iniziale di 12 partner e oggi modello virtuoso che aggrega oltre 300 realtà tra imprese, istituzioni, operatori finanziari e soggetti del terzo settore.
Il Piano: contenuti e tempi di realizzazione
Da domani inizierà un ampio lavoro di ricognizione e di coinvolgimento dei soggetti già attivi nell’ambito dell’economia sociale del torinese per stilare un elenco di obiettivi, strumenti e azioni in programma.
Gli obiettivi specifici dell’Accordo sono:
promuovere un nuovo modello di crescita economica su tutto il territorio della Città metropolitana, sostenendo ulteriormente lo sviluppo dell’economia sociale
favorire la collaborazione pubblico-privata per l’impatto sociale
sostenere una transizione ambientale socialmente sostenibile
sfruttare al meglio tutte le opportunità nazionali ed europee per l’economia sociale
raccogliere dati sull’ecosistema sociale e sulla misurazione dell’impatto sociale
posizionare Torino e il territorio metropolitano come uno dei migliori posti al mondo per fare impresa sociale.
Il piano terrà conto dei lavori in atto al MEF e sarà strutturato a partire dallo schema della Raccomandazione UE, focalizzandosi sulla promozione dell’acceso al mercato del lavoro e dell’inclusione sociale mediante l’economia sociale e sullo sviluppo di quadri ad essa favorevoli.
Si prevede che la redazione del piano sarà ultimata entro fine 2024 a conclusione di un ampio processo di consultazione di tutti gli stakeholder.
Dati sull’economia sociale torinese
La città metropolitana di Torino conta oltre 4.200 realtà – fra associazioni, imprese sociali, organizzazioni di volontariato e altri enti – che compongono il Terzo Settore e che, per tale motivo, sono iscritte al RUNTS (dati maggio 2024). Si tratta del 3,4% della presenza a livello nazionale e di oltre il 46% delle 9.111 organizzazioni piemontesi.
Per il 44% si tratta di associazioni di promozione sociale, per il 32,3% di organizzazioni di volontariato.
A seguire si collocano le imprese sociali, con 576 realtà iscritte al Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (il 13,6%): quasi un’impresa sociale su due presente in Piemonte ha sede in provincia di Torino. A Torino opera il 2,4% delle imprese sociali italiane.
(fonte: RUNTS Registro Unico Nazionale del Terzo Settore presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali).
A questo bacino si può aggiungere anche quello delle società benefit, forme organizzative for profit, che tuttavia perseguono finalità di beneficio comune secondo criteri di responsabilità e di sostenibilità: alla fine del primo trimestre 2024 si contano 201 società benefit iscritte all’anagrafe camerale torinese, con un trend che ha visto quasi decuplicare i numeri nel corso dell’ultimo quinquennio. Si tratta, per la quasi totalità, di società di capitali che impiegano poco meno di 4.400 addetti.
(fonte: Osservatorio sulle società benefit, Camera di commercio di Brindisi-Taranto – Infocamere).
Sonia Cambursano, Consigliera della Città metropolitana di Torino e Guido Bolatto, Segretario Generale della Camera di commercio di Torino alla firma dell’accordo
Paolo Petrucci, Lega Coop Piemonte Sonia Cambursano, Consigliera della Città metropolitana di Torino Guido Bolatto, Segretario Generale della Camera di commercio di Torino Monica Cosseta, Compagnia delle Opere del Piemonte Irene Bongiovanni, Confcooperative Piemonte Nord
Qualche giorno fa, seduti su una panchina di Piazza Paravia, abbiamo incontrato Diego Coriasco, legale rappresentante di Patchanka, cooperativa sociale di tipo B fondata nel 2012 con l’obiettivo di creare una cultura del lavoro più inclusiva e umana.
Durante la nostra chiacchierata, Diego ci ha illustrato la loro visione di economia sociale, centrata sui concetti di comunità e persona.
Per scoprire di più, guarda il nuovo episodio di Bench-Mark.
Una collaborazione tra ente camerale e Città metropolitana per la redazione di un Piano dedicato all’economia sociale nel torinese: questo il contenuto dell’accordo che sarà presentato giovedì 18 luglio in Camera di commercio alla presenza di Guido Bolatto, Segretario Generale della Camera di commercio di Torino e Sonia Cambursano, Consigliera della Città metropolitana di Torino con delega a turismo, attività produttive, sviluppo economico e pianificazione strategica.
Nel dicembre 2021 la Commissione europea ha adottato un Piano d’Azione per l’Economia Sociale presentando misure concrete da attuarsi sia a livello nazionale che di Unione.
Nel novembre 2023 è stata approvata la Raccomandazione del Consiglio dell’UE sullo sviluppo delle condizioni quadro dell’economia sociale, invitando gli Stati membri alla promozione di una strategia che ne agevoli lo sviluppo, attraverso iniziative, misure e quadri giuridici favorevoli, collaborando con gli stakeholder a tutti i livelli nella costruzione della stessa. La Raccomandazione contempla inoltre di istituire punti di contatto per l’economia sociale nazionali, locali o regionali, mirati alla promozione dell’innovazione sociale, al sostegno dello sviluppo dell’economia sociale e alla valorizzazione delle sue potenzialità di trasformazione economica e sociale.
Il territorio torinese si trova in una posizione di avanguardia per elaborare una declinazione locale di questi principi e piani di azione. Da anni Torino si distingue, infatti, per la sua attenzione all’economia sociale, grazie ad iniziative promosse da una varietà di attori: enti pubblici, privati, filantropici e del terzo settore, riuniti nell’ecosistema Torino Social Impact.
La conferenza stampa sarà anche l’occasione per presentare gli ultimi dati sull’economia sociale nel territorio.
Venerdì 12 luglio, nell’ambito dell’HUB progetti europei per l’economia sociale, è stato realizzato il Workshop sul programma Interreg Alcotra: un’opportunità rivolta ai partner di Torino Social Impact che mira a cogliere le opportunità finanziarie dell’Unione Europea nell’ambito di uno dei programmi di cooperazione transfrontaliera europea. Gli obiettivi del programma sono di rispondere alle sfide ambientali, dinamizzare il sistema economico e sociale transfrontaliero e superare i principali ostacoli transfrontalieri grazie ad una cooperazione locale, integrata e inclusiva.
L’evento ha visto la partecipazione di 10 organizzazioni interessate a mettersi alla prova nella progettazione europea, con l’obiettivo di apprendere e sviluppare progetti in ambito sociale. In particolare, la giornata si è svolta in due sessioni principali: una info session mattutina e un workshop operativo nel pomeriggio.
Dopo i saluti iniziali, nella info session della prima parte della giornata è stata svolta la formazione sul programma Interreg Alcotra: per l’occasione Maria Chiara Pizzorno, senior expert di Weco Impresa Sociale, ha esposto una panoramica del Programma Interreg VI-A Italia-Francia Alcotra 2021-2027, grazie al cui intervento i partecipanti hanno avuto l’opportunità di approfondire i dettagli del programma, conoscere le opportunità e confrontarsi con le sfide e gli aspetti da attenzionare.
Successivamente, il workshop è ripreso nel pomeriggio con un focus pratico sui Progetti Singoli Alcotra, guidato da Weco Impresa Sociale. Obiettivo è stato lavorare concretamente sul bando per i progetti singoli in scadenza a fine anno. Grazie alla guida degli esperti presenti non sono mancati momenti di confronto sullo sviluppo di idee progettuali che hanno permesso ai partecipanti di ricevere feedback immediati, preparando così le basi per candidature efficaci.
Un’opportunità di formazione sui progetti europei
Il workshop di progettazione sul Bando Progetti Singoli Interreg Alcotra si è rivelato un’opportunità preziosa per tutte le realtà interessate alla progettazione europea e al tema dell’economia sociale. La combinazione di sessioni informative e pratiche ha permesso ai partecipanti di acquisire conoscenze e competenze pratiche, facilitando così la partecipazione ai bandi europei.
Il 9 luglio, Mario Calderini, portavoce di Torino Social Impact, professore ordinario presso la School of Management del Politecnico di Milano, è intervenuto durante le audizioni al Senato della Repubblica in merito al disegno di legge n.1049: proposta per la promozione di progetti a impatto sociale sul territorio.
Il prof. Calderini ha così portato la sua visione di valorizzazione e accompagnamento a progetti con un impatto sociale che sia intenzionale, addizionale e misurabile: vero impatto e non solo esternalità positive. Una visione che è alla base di Torino Social Impact dal 2017 e che muove oggi un ecosistema di oltre 320 partner.
Per ascoltare l’audizione
Commissione Finanze e tesoro – Ufficio di Presidenza
Promozione di progetti a impatto sociale sul territorio
Nell’ambito della 12ª edizione de Il Salone della CSR e dell’innovazione sociale torna la terza edizione del Premio Impatto. Questo premio è dedicato alla misurazione dell’impatto economico, sociale e ambientale generato da progetti di sostenibilità. L’obiettivo è enfatizzare l’importanza della valutazione dell’impatto e la necessità di coinvolgere gli stakeholder nel processo.
Il premio è aperto a tutte le organizzazioni profit, non profit e le pubbliche amministrazioni con sede in Italia, che abbiano realizzato e valutato un progetto tra il 2020 e il 2023, con impatti anche sul territorio italiano. Le organizzazioni devono aver comunicato l’impatto delle loro iniziative attraverso vari canali come eventi, workshop, siti web, newsletter o bilanci.
Modalità di partecipazione
Le candidature devono essere inviate entro il 31 agosto 2024 tramite la scheda di presentazione del progetto, differenziata per le categorie di imprese, non profit e pubblica amministrazione. È possibile partecipare con più progetti, ciascuno con una scheda dedicata. Ogni candidatura deve includere informazioni sull’organizzazione, descrizione del progetto e della metodologia adottata, risultati dell’impatto, dettagli sul coinvolgimento degli stakeholder e azioni di diffusione dell’iniziativa.
Presentato il 10 luglio a Roma presso la Camera dei Deputati, il Centro di Competenza nazionale per l’Innovazione Sociale avrà sede a Torino, unica città italiana scelta dall’Ue, nei locali dell’ex-Incet. Questa nuova istituzione mira a collegare le politiche pubbliche con le pratiche sociali innovative. Un riconoscimento importante per la Città di Torino in primis, e per l’intero ecosistema dell’innovazione sociale che il territorio alimenta da anni, anche attraverso Torino Social Impact.
Il Centro di Competenza Italiano per l’Innovazione Sociale è nato in collaborazione con analoghi centri in tutta l’Unione europea, grazie a un’iniziativa sostenuta dal programma EaSI e finanziata dal Fondo Sociale Europeo Plus (ESF+). Il Centro fungerà da piattaforma di supporto per amministrazioni pubbliche, imprese e società civile, affrontando sfide sociali complesse con approcci innovativi.
Tra i partner coinvolti ci sono il Politecnico di Torino, il Politecnico di Milano, l’Università di Bologna, Euricse e la Fondazione Giacomo Brodolini. Questa collaborazione mira a creare un ecosistema inclusivo e collaborativo, facilitando lo scambio di competenze tra attori pubblici e privati. Città di Torino è partner fondatore di Torino Social Impact, così come il Politecnico di Torino. Anche Fondazione Brodolini è partner attivo dell’ecosistema territoriale, a conferma dell’importanza di un lavoro di networking sui temi dell’innovazione e dell’economia sociale.
Il progetto SEED (Social Innovation Ecosystem Development), coordinato dal Comune di Torino, ha vinto il bando ESFA per rafforzare i Centri nazionali e promuovere la collaborazione transnazionale. Gli obiettivi principali del Centro sono: diffondere conoscenze sull’innovazione sociale, essere un punto di riferimento per il disegno di politiche pubbliche e creare un ponte tra l’Italia e gli altri centri di competenza europei.
Il Centro offrirà vari servizi, tra cui definizione di strategie, consulenza e formazione per enti pubblici, Terzo settore e imprese, supporto per accedere ai finanziamenti europei, e promozione della cooperazione tra stakeholder per partenariati pubblico-privati.
L’8 luglio si è svolto il secondo incontro della Comunità di pratica sulla parità di genere presso il Pink Coworking. Dopo un primo appuntamento dedicato all’approfondimento del tema e al confronto tra le organizzazioni dell’economia sociale, questo secondo incontro si è focalizzato sulla Certificazione della parità di genere.
La UNI/PdR 125: un percorso di valore per imprese e pubbliche amministrazioni
Accanto a Monica Cerutti, esperta di politiche di inclusione sociale e questioni di genere, curatrice della Comunità di pratica, è intervenuta Alessandra Brogliatto, responsabile del Settore Ricerca Sviluppo Formazione e Pari Opportunità per Confcooperative Piemonte Nord.
Inoltre, nella seconda parte del pomeriggio due partner dell’ecosistema hanno condiviso la propria esperienza sul percorso di certificazione: Synesthesia, una società benefit che si occupa di consulenza strategica, sviluppo software, servizi di marketing, ecommerce, formazione, organizzazione di eventi e la Cooperativa Esserci, che da oltre 30 anni si occupa di inclusione di persone fragili.
Entrambe le realtà hanno illustrato il loro modello di welfare aziendale, i successi ottenuti e le difficoltà incontrate durante il processo di certificazione.
L’incontro si è svolto presso il Pink Coworking, un ambiente accogliente dove donne di tutte le età, orientamenti e provenienze lavorano insieme. Il coworking offre un’alternativa alla solitudine dello smart working casalingo e favorisce la creazione di nuove alleanze e opportunità professionali. Questo spazio è un progetto dell’associazione Acca, sostenuto dalla Circoscrizione 1 della Città di Torino.
Il Movimento Consumatori APS, in collaborazione con Sloweb, ha lanciato l’Osservatorio Consumo Digitale Responsabile (OCDR), un’iniziativa mirata a promuovere la consapevolezza e la responsabilità nel consumo delle tecnologie digitali. Questa iniziativa si colloca all’interno del progetto “AgEnDa: Assistere, Educare, Diffondere”, finanziato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, con l’obiettivo di favorire la transizione digitale.
Missione dell’OCDR
L’OCDR si propone di diventare il primo contenitore e rete nazionale dedicata al consumo digitale responsabile, consentendo ai cittadini di conoscere e utilizzare prodotti e servizi digitali che abbiano un impatto positivo economico, sociale e ambientale. La missione è di rendere il consumo digitale più inclusivo, sostenibile e consapevole, in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030.
L’Osservatorio si impegna a censire e dare visibilità a realtà profit e no profit attive nel campo del consumo digitale responsabile. Attraverso la distribuzione di un questionario, raccoglie dati su prodotti e servizi che promuovono un consumo tecnologico sostenibile. I dati raccolti saranno utilizzati per informare e sensibilizzare i cittadini, oltre a produrre position paper e un rapporto annuale sul tema.
L’OCDR si rivolge in particolare ai consumatori più vulnerabili, aiutandoli a individuare e utilizzare consapevolmente i servizi e prodotti tecnologici più adatti alle loro esigenze. L’Osservatorio non esprime giudizi sulle realtà monitorate, ma fornisce uno spazio per segnalare problematiche consumeristiche irrisolte, potendo intervenire in caso di pratiche commerciali scorrette.
Come aderire?
Per aderire all’OCDR, le realtà interessate devono compilare un modulo di richiesta di adesione, disponibile qui. L’adesione viene vagliata dal Movimento Consumatori APS e da Sloweb, che approvano la pubblicazione delle schede informative sui servizi digitali responsabili.
Per maggiori informazioni e per partecipare all’iniziativa, visitare il sito OCDR o contattare l’indirizzo email info@ocdr.it.
Con questa iniziativa, il Movimento Consumatori APS e Sloweb mirano a creare una comunità più consapevole e responsabile nell’uso delle tecnologie digitali, contribuendo a un futuro più sostenibile e inclusivo.
Dal 2015 Progesia accompagna le aziende in un percorso di crescita e di consapevolezza rispetto alla sostenibilità e all’impatto sociale.
Oggi, con Antonella Moira Zabarino, Amministratrice Unica di Progesia, scopriamo in che modo questa realtà sta lavorando per creare un ambiente lavorativo e una comunità più consapevole e impegnata nella promozione di pratiche sostenibili e inclusive.
Il prossimo 3 luglio alle ore 9 presso il Centro Congressi di Enviroment Park, la Città di Torino organizza l’evento ‘Torino verso la neutralità climatica: ruolo delle Comunità Energetiche e dei Gruppi di Autoconsumo’.
L’evento sarà dedicato all’approfondimento delle tematiche connesse al percorso verso la neutralità climatica, intrapreso dalla Città di Torino, con particolare attenzione al ruolo che possono assumere le Comunità di Energia Rinnovabile e i Gruppi di Autoconsumo locali.
L’importanza di queste configurazioni per il raggiungimento della futura neutralità climatica della Città di Torino è evidente e i benefici vanno ben oltre la dimensione energetica: ogni comunità, infatti, è chiamata a rispondere a esigenze territoriali e comunitarie, rappresentando forme di sviluppo locale, nuova imprenditorialità e costruzione di nuove filiere.
Gli interventi dei relatori saranno orientati ad approfondire le principali tematiche legate all’attuale disciplina di CER e Gruppi di Autoconsumo, a livello nazionale e locale, presentando le azioni che la Città di Torino intende mettere in atto per sostenere la diffusione di tali configurazioni. Nella seconda parte della mattinata saranno creati Gruppi di lavoro rivolti a tutti i soggetti interessati a costituire (o entrare in) una configurazione di autoconsumo, al fine di raccogliere esigenze, pareri, domande e richieste, verso la realizzazione di un servizio che nasca dalla coprogettazione con i protagonisti della transizione energetica in atto.
Si è conclusa oggi giovedì 27 luglio la conferenza finale di SocialTech4EU “GREEN AND DIGITAL TOGETHER”, svoltasi presso il Comitato Economico e Sociale Europeo a Bruxelles. L’evento ha visto la partecipazione di numerosi esperti e professionisti impegnati nell’innovazione sociale e nella transizione verde e digitale, promossa dai cluster dell’economia sociale e dagli imprenditori.
Tra i momenti salienti della conferenza, il discorso di apertura tenuto dal Professor Mario Calderini, portavoce di TSI e professore ordinario al Politecnico di Milano, ha catturato l’attenzione del pubblico. Calderini, esperto di Gestione per la Sostenibilità e l’Impatto, ha sottolineato l’importanza di superare i criteri territoriali nella modellazione della politica dei cluster, focalizzandosi invece su conoscenza e coesione. “Queste due dimensioni sono particolarmente importanti all’interno dei cluster dell’economia sociale per promuovere l’innovazione, l’aggregazione della domanda e la scalabilità delle soluzioni,” ha affermato Calderini.
Un altro momento significativo è stato il panel tenuto da Raffaella Scalisi, senior advisor di Torino Social Impact, che ha esplorato il percorso delle PMI e delle startup dall’idea alla scalabilità. La discussione ha offerto preziosi spunti su come supportare e potenziare le piccole e medie imprese nel contesto della transizione verde e digitale.
La conferenza “GREEN AND DIGITAL TOGETHER” ha rappresentato un’importante piattaforma di confronto e networking, facilitando la condivisione di esperienze e buone pratiche tra i partecipanti. L’evento ha concluso con un forte messaggio di cooperazione e impegno verso un futuro più sostenibile e innovativo per l’economia sociale europea.
Il progetto SocialTech4EU, cofinanziato dall’Unione Europea, mira a rafforzare la resilienza, la capacità di innovazione, la competitività e la sostenibilità degli ecosistemi dell’economia sociale, delle start-up e delle PMI dell’economia sociale in relazione alla transizione verde e digitale. L’iniziativa è guidata dalla Fondazione Giacomo Brodolini in collaborazione con cinque organizzazioni provenienti da diversi paesi europei: ENSIE NETWORK (Belgio), Silicon Vilstal (Germania), ADV Romania (Romania), Cluster IDiA (Spagna) e Coompanion (Svezia).
Torino Social Impact è lieta di annunciare un’importante iniziativa promossa dalla ISTUD Business School e dall’Università Cattolica di Milano, mirata all’inclusione formativa e professionale dei giovani rifugiati e titolari di protezione internazionale.
Sono state istituite due borse di studio, ciascuna del valore di €18.000, per partecipare al Master in Risorse Umane e Organizzazione. Queste borse coprono i costi di partecipazione al master, viaggio, vitto e alloggio. L’obiettivo è fornire ai beneficiari una formazione completa che integra teoria e pratica, preparando i partecipanti a intraprendere una carriera di successo nel campo delle risorse umane.
Il Master, progettato per offrire una formazione di alto livello, combina lezioni teoriche con esperienze pratiche, favorendo un’educazione orientata alla crescita personale e professionale. La collaborazione con aziende e istituzioni, parte integrante del programma, permette ai partecipanti di entrare in contatto con il mondo del lavoro già durante il percorso di studi.
Perché partecipare?
Inclusione e diversità: promuovere l’inclusione sociale attraverso l’istruzione e la formazione professionale
Opportunità professionali: accesso a un’ampia rete di aziende e professionisti nel settore delle risorse umane
Supporto completo: copertura dei costi per garantire un’esperienza di apprendimento senza ostacoli finanziari
Come candidarsi?
Le candidature sono aperte a tutti i giovani rifugiati e titolari di protezione internazionale interessati a una carriera nelle risorse umane. I dettagli e i requisiti per la presentazione della domanda sono disponibili sul sito della ISTUD Business School.
Oggi, 26 giugno, in occasione di un seminario divulgativo sulla Sostenibilità presso il Cottino Social Impact Campus rivolto a imprese, avvocati e dottori commercialisti (per guardare alla sostenibilità nell’evoluzione del contesto socioculturale ed economico) è stato annunciato l’avvio di una nuova Comunità di pratica di Torino Social Impact, dedicata appunto agli Ordini professionali e denominata OP4Impact (Ordini professionali per l’impatto).
Voluta dall’Ordine dei Dottori Commercialisti, degli Avvocati, dei Consulenti del Lavoro e dei Notai, l’obiettivo del gruppo di lavoro è affrontare le principali problematiche delle organizzazioni orientate alla generazione di impatto ESG, mettendo insieme le competenze dei professionisti nei campi amministrativo, giuridico, contabile e notarile, creando un potente network in grado di supportare e guidare le organizzazioni verso pratiche sostenibili e responsabili.
Il progetto Comunità di pratica è un’iniziativa di Torino Social Impact che rappresenta un passo significativo verso il rafforzamento della dimensione collettiva dell’ecosistema ad impatto. Sostenuto dalla Camera di commercio e dalla Fondazione Compagnia di San Paolo nell’ambito di TSI, mira a creare uno spazio collaborativo in cui i partner possano mettere in comune le loro competenze e lavorare insieme su tematiche e sfide condivise. Cottino Social Impact Campus supporterà la nuova Comunità di pratica con un ruolo di facilitazione ed indirizzo rispetto alle attività che saranno co-progettate e realizzate.
OP4Impact si aggiunge ad altre 4 Comunità di pratica attualmente attive, ciascuna delle quali affronta questioni fondamentali e di grande rilevanza sociale (Società benefit, Neet, Circular economy, Parità di genere).
Il 20 giugno le società benefit della Comunità di pratica di Torino Social Impact si sono incontrate per un nuovo incontro di confronto e apprendimento comune. Questa volta si è parlato di un tema chiave per una gestione aziendale efficace e sostenibile: la buona governance.
Attraverso un gioco di carte ideato da operari, le 13 imprese presenti si sono confrontate sulle pratiche di buona e cattiva governance aziendale, cimentandosi in una modalità di apprendimento innovativa.
Svelato il segreto della “G” in Sostenibilità
Le Game Master Stefania Balliana e Giulia Gennaro hanno guidato i partecipanti tra gioco e condivisione, per scoprire come la buona governance può trasformare il futuro della loro azienda. Attraverso il game learning, hanno imparato a riconoscere le buone pratiche di governance, abbandonando quelle meno efficaci. In squadra, tra rischi e opportunità, hanno sperimentato in prima persona come guidare la loro impresa verso un futuro sostenibile.
Secondo appuntamento del ciclo: Social Procurement, la scelta responsabile delle imprese
Dalla collaborazione tra Camera di commercio di Torino,Torino Social Impact, Unione Industriali Torino e Fondazione Compagnia di San Paolo nasce un ciclo di incontri online per approfondire il tema del social procurement, per una scelta responsabile delle imprese.
Gli incontri intendono approfondire gli aspetti principali di questa strategia d’impresa osservandone sia gli elementi di maggior interesse per lo sviluppo del business (lato offerta) sia le principali opportunità di inserimento in un mercato (lato domanda) che oltre a rispondere alle esigenze delle imprese genera impatti positivi sul territorio.
La Camera di commercio di Torino, da anni attiva nel supportare le imprese del territorio ad una maggiore consapevolezza e responsabilità sociale, anche attraverso la piattaforma progettuale Torino Social Impact, ha aderito con entusiasmo a questa proposta condivisa.
Come posso integrare nella mia strategia aziendale politiche di social procurement? Come posso inserire l’offerta della mia impresa nel mercato del social procurement? Quali caratteristiche deve avere un’impresa per considerarsi fornitore sociale?
A queste ed altre domande proveranno a rispondere esperti e docenti in occasione dell’incontro che si terrà online Mercoledì 3 luglio dalle 11.00 alle 13.00.
Grazie ad interventi di Torino Social Impact, del Dipartimento di Management dell’Università di Torino, del Cottino Social Impact Campus e alla testimonianza di due realtà aziendali del territorio scopriremo le dinamiche che questa pratica di business ad impatto richiede e quali sono gli strumenti a disposizione degli imprenditori per adeguarle alle proprie realtà aziendali ed integrarle nella propria strategia di business.
La partecipazione è gratuita previa iscrizione qui
Il procurement sociale è un’attività pillar per Torino Social Impact, che fin dalla sua nascita si impegna a promuovere nel territorio forme innovative di fornitura al fine di sostenere la crescita delle imprese e delle attività ad impatto sociale.
Per perseguire questo fine, nasce la campagna All Included, che ha l’obiettivo di promuovere il social procurement in ambito privato, incentivando l’acquisto di prodotti e servizi delle imprese sociali che mettono al primo posto l’impatto.
Attenzione al profitto, attenzione al sociale. Tutto incluso e tutti inclusi. Questo è il messaggio racchiuso nella campagna di comunicazione digitale che prende avvio questa settimana e sarà diffusa su diverse piattaforme e moltiplicata attraverso i canali di Torino Social Impact.
La campagna include anche un portale sperimentale per reperire le imprese a impatto sociale, per ora dedicato al settore dell’economia circolare, che presto sarà ampliato. Nel portale potrai trovare differenti realtà di imprenditorialità sociale, quali cooperative e imprese sociali, società benefit e startup innovative a vocazione sociale. Potrai filtrarle in base al servizio o prodotto offerto, al tipo di impresa e alla missione sociale prevalente.
Gli acquisti sociali sono un modo semplice per integrare obiettivi di impatto nella tua azienda tramite le decisioni di acquisto.
Quando un’azienda decide di introdurre gli acquisti sociali nella propria catena di fornitura, continua a cercare il miglior prodotto o servizio al prezzo più conveniente, ma considera anche gli impatti sociali che potrà generare. Il principio di best “value” for money viene rafforzato con il social “value”.
Questo può avvenire acquistando prodotti o servizi da imprenditorialità sociale che pratica inclusione lavorativa di persone svantaggiate o persegue altri fini a impatto sociale oppure integrando criteri sociali nelle proprie procedure di selezione dei fornitori.
La campagna ed il portale sono realizzati nell’ambito del progetto europeo Buy Social finanziato dal Consiglio europeo per l’innovazione e dall’Agenzia esecutiva per le PMI (EISMEA) nell’ambito della call SMP-COSME-2022-BUYSOCIALB2BMARKET.
Un evento il 28 giugno, aperto a tutti, sui seguenti temi:
Le Società Benefit: un modello innovativo e virtuoso
La parità di genere nella sostenibilità sociale
La governance e l’intelligenza artificiale
Greenwashing e Socialwashing
L’evento, programmato tra le 15:30 e le 18:30, è accreditato presso l’Ordine degli Avvocati e dei Dottori Commercialisti ed esperti contabili ed esperti contabili, ma è necessario registrarsi per tutti a qui
Lunedì 17 giugno, dalle 14 alle 16, si è tenuto il webinar “Fondamenti e principi del Solutions Journalism“: il primo di un ciclo di webinar, inserito nella cornice dell’iniziativa Torino Impact Journalism, patrocinata da Social Impact Agenda per l’Italia, che mira a esplorare come il giornalismo possa promuovere il cambiamento, coinvolgendo tutti gli attori della società, dalle istituzioni alle imprese, per affrontare le grandi sfide ambientali e sociali.
L’importanza del giornalismo orientato alle soluzioni nell’attuale contesto mediatico
Durante il webinar – organizzato in collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti del Piemonte – hanno partecipato 100 tra giornalisti, comunicatori, esperti di media e interessati che hanno avuto l’opportunità di ascoltare e interagire con relatori di spicco per confrontarsi sul ruolo e sull’importanza dell’approccio del solutions journalism nell’attuale contesto mediatico.
Tra i relatori che hanno portato la propria esperienza ci sono Stefano Arduini, Direttore di VITA magazine eVita.it; Peter Damgaard, Direttore Operativo del Constructive Institute; Alessia Gianoncelli, Director of Knowledge and Programs di Impact Europe; Jodie Jackson, autrice e fondatrice diNews Literacy Lab; Tina Rosenberg, Co-fondatrice del Solutions Journalism Network e Assunta Corbo, giornalista, autrice e fondatrice del Constructive Network.
Tra le testimonianze del Solutions Journalism, verso un cambiamento positivo nell’informazione
L’incontro ha rappresentato un’importante occasione di dibattito e confronto tra gli esperti nazionali e internazionali. Attraverso due sessioni di discussione, i relatori hanno condiviso le proprie esperienze e testimonianze, affrontando due temi centrali: il primo giro di tavolo si è concentrato sulla domanda: “Il solutions journalism può essere la strada per uscire dalla crisi del giornalismo?”
Per rispondere, i relatori hanno approfondito quali sono le cause del calo di interesse nelle notizie e quali effetti produce a livello psicologico essere sottoposti a continue notizie negative, ma anche perché il Solutions Journalism può essere una soluzione alla crisi del giornalismo; quali sono i tratti distintivi del constructive journalism e come si può definire un giornalismo che sia a impatto sociale.
Il secondo giro di tavolo ha avuto come obiettivo il racconto delle “esperienze e casi di solutions journalism”: sono stati portati ad esempio da Tina Rosenberg casi concreti che mostrano come il solutions journalism possa offrire un maggior rigore, come metodologia, per garantire verità e accuratezza nel riportare le notizie, mentre Peter Damgaard Kristensen ha raccontato un caso rappresentativo di solutions journalism che sia rappresentativo dei principi di imparzialità e indipendenza.
Assunta Corbo ha portato al pubblico l’esperienza del Constructive network italiano mentre Jodie Jackson si è concentrata sulla responsabilità sociale dei giornalisti nel valutare l’impatto delle notizie e incrementare la fiducia del pubblico, attraverso il racconto di un caso studio. Infine, Alessia Gianoncelli ha mostrato in che modo il giornalismo possa contribuire a portare avanti soluzioni di impact investing.
Grazie alle loro diverse esperienze e prospettive, il webinar ha permesso, nel complesso, di approfondire come il Solutions Journalism possa essere un potente strumento per il cambiamento positivo, promuovendo un giornalismo che non si limiti a denunciare i problemi, ma che sappia anche proporre soluzioni efficaci e ispirare azioni concrete.
Per saperne di più, non perdere i prossimi webinar in programma:
16 settembre, ore 14-16 – Metriche di social impact nel giornalismo
21 ottobre, ore 14-16 – Storie che fanno la differenza
Ieri lunedì 17 giugno, Mario Calderini, Professore del Politecnico di Milano e Portavoce di Torino Social Impact, e Davide Dal Maso, Partner di Avanzi Sostenibilità per Azioni e Vicepresidente del Comitato Promotore della Borsa dell’Impatto Sociale, sono intervenuti all’incontro di presentazione della Borsa dell’Impatto Sociale rivolto ai membri del Forum della Finanza Sostenibile.
L’incontro online nasce dalla volontà di confrontarsi con gli operatori finanziari interessati agli investimenti ad impatto nella fase di studio e progettazione del futuro mercato di capitali.
La Borsa dell’Impatto Sociale è un progetto che mira alla creazione di un mercato di capitali dedicato alle imprese “ad impatto”, che realizzano in modo intenzionale, addizionale e misurabile un impatto sociale positivo, e nel quale le transazioni siano basate sia sul valore finanziario sia sul valore dell’impatto sociale misurato.
Il 27 giugno Torino Social Impact sarà a Bruxelles, presso l’European Economic and Social Committee, per l’evento di chiusura di SocialTech4EU, un progetto biennale che ha preso il via nel settembre 2022, finanziato dal Consiglio europeo per l’innovazione e dall’Agenzia esecutiva per le PMI (EISMEA) attraverso le iniziative comuni dei cluster (EUROCLUSTERS) per la ripresa dell’Europa (SMP-COSME-2021-CLUSTER).
Le organizzazioni dell’economia sociale affrontano spesso difficoltà strutturali legate all’accesso a nuovi modelli di business digitali e green riguardanti, in particolare, la precaria sostenibilità finanziaria, l’accesso ai finanziamenti, la mancanza di competenze, l’incapacità di attrarre talenti, e la scarsa competitività sul mercato rispetto alle PMI tradizionali.
Questo progetto mirava a rafforzare la resilienza e la capacità di innovazione, la competitività e la sostenibilità degli ecosistemi dell’economia sociale, con particolare attenzione alle imprese sociali tecnologiche.
Attraverso SocialTech4EU è stato pubblicato un bando per imprese sociali che ha erogato fondi per intraprendere percorsi formativi in materia di impresa, digitalizzazione e gestione tecnologica e innovativa
Il 16 maggio scorso gli spazi di Open Incet hanno ospitato l’evento “SocialTech4EU: Innovate & Connect with Italian enterprises. Presentation of project results and networking session”, un incontro per illustrare i risultati ottenuti e creare relazioni fra le imprese sociali e gli stakeholders del territorio.
Per la chiusura del progetto è in programma il 27 giugno la conferenza SocialTech4EU “GREEN AND DIGITAL TOGETHER”, per scoprire di più sull’innovazione sociale e sulla transizione verde e digitale guidata da cluster e imprenditori.
Gli speakers:
Giuseppe Guerini, membro del CESE e presidente di Cecop-Cicopa Europa
Diego Dutto, membro del CESE e coordinatore nazionale di Legacoopsociali
Anna Athanasopoulou, responsabile dell’Unità Prossimità, Economia sociale, Industrie creative (GROW.G.2)
Margit Perko, responsabile delle politiche presso l’unità Imprenditorialità sociale e inclusiva (EMPL.G.3)
Mario Calderini, professore ordinario al Politecnico di Milano, esperto di alto livello in Management per la sostenibilità e l’impatto e portavoce di Torino Social Impact
TSI ha coordinato questa iniziativa insieme alla Fondazione Giacomo Brodolini, collaborando con cinque organizzazioni provenienti da Belgio (European Network of Social Integration Enterprises – ENSIE NETWORK), Germania (Silicon Vilstal), Romania (ADV Romania), Spagna (Cluster IDiA) e Svezia (Coompanion).
“Fondamenti e principi del Solutions Journalism”è il webinar – organizzato da Torino Social Impact nell’ambito dell’iniziativaTorino Impact Journalism – che lunedì 17 giugno dalle 14.00 vedrà la partecipazione di esperti nazionali e internazionali che si confronteranno sucome promuovere un’informazione d’impatto e orientata alle soluzioni.
Tra i nomi che meglio descrivono l’impatto positivo del giornalismo orientato alle soluzioni c’è indubbiamente quello di Tina Rosenberg, co-fondatrice del Solutions Journalism Network.
Tina Rosenberg è una giornalista di lunga data del New York Times, per il quale ha redatto editoriali oltre che articoli per il Sunday magazine. Insieme a David Bornstein ha scritto, per 11 anni, la rubrica del New York Times “Fixes“. Ha inoltre realizzato centinaia di articoli, oltre che tre libri: “Children of Cain: Violence and the Violent in Latin America”; “The Haunted Land: Facing Europe’s Ghosts After Communism”; e “Join the Club: How Peer Pressure Can Transform the World”. “The Haunted Land” ha vinto il Premio Pulitzer e il National Book Award.
Insieme a Tina Rosenberg, a fondare il Solutions Journalism nel 2013 sono i pluripremiati giornalisti David Bornstein e Courtney Martin, con una virtuosa missione: trasformare il giornalismo in modo che tutte le persone abbiano accesso a notizie che li aiutino a immaginare e costruire un mondo più equo e sostenibile.
Il Solutions Journalism Network in numeri
Convinto che mettere in luce l’intelligenza critica acceleri l’innovazione nel giornalismo e nella società, il network sostiene gli attori imprenditoriali, gli individui e le testate che portano le soluzioni giornalistiche su nuovi mercati.
Oggi il network conta oltre 30 membri del team distribuiti su quattro continenti; 47.000 giornalisti formati e che utilizzano gli strumenti offerti dal SJN; un database consultabile con una selezione di “solution stories” provenienti da 1.900 organizzazioni giornalistiche; 100 scuole di giornalismo partner; 8 partner istituzionali per la formazione in Nord America, Europa, Africa e America Latina, oltre che fellow e formatori che hanno una certificazione in Solutions Journalism in 40 paesi.
Perché un giornalismo orientato alle soluzioni?
Il Solutions Journalism è un approccio al giornalismo rigoroso, convincente e virtuoso proprio perché offre risposte ai problemi sociali. Nel suo lavoro giornalistico include alcuni elementi che possiamo definire chiave: esplora approfonditamente la narrazione di una risposta a un problema sociale e ne analizza dettagliatamente il funzionamento nei suoi aspetti più significativi; pone l’accento sull’efficacia anziché sulle sole buone intenzioni, riportando risultati tangibili; non si limita a ispirare, ma offre anche consigli pratici che altri possono adottare e, infine, esamina criticamente ciò che non funziona nell’approccio adottato.
In tutto il mondo le organizzazioni giornalistiche stanno plasmando il giornalismo e influenzando le proprie comunità. Si tratta di una rete internazionale di realtà e di giornalisti che quotidianamente promuove un giornalismo orientato alle soluzioni per favorire l’equità, consolidare la fiducia, stimolare l’impegno civico, individuare nuove fonti di reddito e ridurre la polarizzazione nel dibattito pubblico.
Si è aperta una nuova opportunità di finanziamento europeo per le organizzazioni dell’economia sociale: nell’ambito del programma Fondo Sociale Europeo (ESF+) Social Innovation+ è stata pubblicata una call for proposal con l’obiettivo di scalare iniziative sociali già sperimentate volte all’integrazione dei disoccupati di lunga durata nel mercato del lavoro e alla promozione della loro inclusione sociale.
Per facilitare la partecipazione alla call, venerdì 7 giugno l’HUB progetti europei per l’economia sociale ha organizzato una info session dedicata ad approfondire il bando. Il webinar è stato guidato da Weco Impresa Sociale in collaborazione con il National contact point del programma EaSI.
Dopo la presentazione del Programma europeo EaSI, è stata analizzata la call for proposal a partire dai suoi obiettivi e attività eleggibili. Inoltre, è stata posta grande attenzione allo scopo della call, ovvero quello di trasferire e scalare buone pratiche per contrastare la disoccupazione di lunga durata.
Al termine della info session le organizzazioni interessate a partecipare al bando sono state invitate a prendere parte ad un percorso di supporto alla progettazione e presentazione della candidatura, attivabile nell’ambito dell’HUB progetti europei per l’economia sociale.
“Fondamenti e principi del Solutions Journalism”è il webinar – organizzato da Torino Social Impact nell’ambito dell’iniziativaTorino Impact Journalism – che lunedì 17 giugno dalle 14.00 vedrà la partecipazione di esperti nazionali e internazionali che si confronteranno sucome promuovere un’informazione d’impatto e orientata alle soluzioni.
Tra i relatori e le relatrici presenti parteciperà anche Jodie Jackson: conosciuta per essere autrice e fondatrice di News Literacy Lab, oltre che per essere intervenuta al TEDxLondon con il suo talk “How to Heal a Broken Worldview”.
Jodie Jackson è una figura di spicco nel movimento del solutions journalism, portando sui palcoscenici mondiali il tema dell‘impatto della “dieta mediatica” sulla nostra salute mentale, oltre che lo storytelling per un cambiamento sociale.
Alcuni tra i suoi libri influenti sono “You Are What You Read: Why changing your media diet can change the world” e “Little Ruffle and the World Beyond” che hanno aiutato le persone a integrare la padronanza dei media nella loro vita per migliorare la propria visione del mondo e la propria salute mentale. Il suo programma educativo pionieristico “Navigating News, Nurturing Hope” ha inoltre aiutato il pubblico più giovane a diventare più informato sul mondo e più autorizzato ad agire.
News Literacy Lab: per una “alfabetizzazione” alle notizie
Secondo Jodie Jackson, “se vogliamo costruire un mondo migliore, dobbiamo prima capirlo meglio”. Da questa convinzione nasce News Literacy Lab, organizzazione no-profit che intende aiutare le persone a sviluppare le competenze necessarie per navigare con successo nelle notizie e sviluppare una visione del mondo accurata.
Si occupa di responsabilizzare i giovani, dotandoli delle competenze essenziali per orientarsi tra le notizie nel mondo di oggi. Così l’alfabetizzazione alle notizie non deve rappresentare soltanto un’abilità essenziale per la vita, ma anche un potente catalizzatore di cambiamenti positivi.
Ciò che mette in atto il News Literacy Lab è un programma educativo che non si limita a curare i sintomi di un ambiente informativo inquinato, ma consente alle persone di partecipare attivamente alla creazione di un ecosistema informativo più sano, sostenendo un’azione sistemica per affrontare le cause alla radice di informazioni dannose e fuorvianti.
Con una forte attenzione alle soluzioni giornalistiche e alla salute mentale, la missione del Laboratorio è quindi quella di sfruttare il potere dell’alfabetizzazione informativa per migliorare il nostro benessere individuale e collettivo.
L’impatto delle notizie sulla nostra salute mentale
Negli ultimi dieci anni Jodie Jackson ha inoltre condotto ricerche sull’impatto dannoso dei bias connessi alle notizie sulla nostra salute mentale, individuale e collettiva.
Ha anche conseguito un master in psicologia positiva e le sue ricerche, ampiamente citate, l’hanno resa una figura influente all’interno del movimento per il giornalismo costruttivo. Jodie Jackson ha scritto per piattaforme giornalistiche affermate ed emergenti; è intervenuta in panel con pensatori, accademici e giornalisti di spicco; ha tenuto workshop e corsi di formazione per giornalisti, educatori, genitori e studenti e ha parlato in università e conferenze sui media e sulla salute mentale in tutto il mondo.
Il progetto europeo Buy Social ha l’obiettivo di promuovere il social procurement in ambito privato, incentivando l’acquisto di prodotti e servizi delle imprese sociali che mettono al primo posto l’impatto.
Dopo aver realizzato tre momenti di formazione per rafforzare la competitività e presenza sul mercato B2B delle organizzazioni dell’economia sociale, abbiamo avviato una collaborazione nell’ambito della nona edizione della Torino Fashion Week 2024, organizzata da Unioncamere Piemonte e la rete Enterprise Europe Network con il supporto della Camera di commercio di Torino.
Il B2B Torino Sport & Fashion Match 2024 (29/30 giugno) vedrà il coinvolgimento di startup, aziende manifatturiere, fashion designers, investitori, rivenditori, agenti di commercio/ buyers ed esperti di settore che si incontreranno a Torino con l’obiettivo di creare accordi, trovare partner commerciali e tecnologici o sviluppare nuovi consorzi per partecipare a progetti internazionali.
COME PARTECIPARE AL B2B TORINO SPORT & FASHION MATCH 2024
Registrati sulla piattaforma del b2b entro il 23 Giugno.
Seleziona i partecipanti che vorresti incontrare dal menu a tendina Participants.
Invia loro meeting requests e definisci preventivamente la tua AGENDA di incontri.
Lingua di lavoro: Inglese
Indirizzo: TALENT GARDEN TORINO, Via Giuseppe Giacosa 38 -Torino
Inoltre, il 1 luglio partecipa al TALK DAY, in cui poter conoscere le nuove tendenze tecnologiche, digitali, ricevere ulteriori aggiornamenti su temi quali sostenibilità, future thinking e Internazionalizzazione, innovazione e molto altro. Il programma dettagliato dei TALK è disponibile a questo link.
“Fondamenti e principi del Solutions Journalism”è il webinar – organizzato da Torino Social Impact nell’ambito dell’iniziativaTorino Impact Journalism – che lunedì 17 giugno dalle 14.00 vedrà la partecipazione di esperti nazionali e internazionali che si confronteranno sucome promuovere un’informazione d’impatto e orientata alle soluzioni.
Nell’ambito della promozione dell’impatto sociale e ambientale, centrale è la missione di Impact Europe(ex EVPA), network europeo per l’investimento a impatto, nonché rete che riunisce organizzazioni, capitali, conoscenze e dati per catalizzare, innovare, scalare e salvaguardare l’impatto.
Alessia Gianoncelli è Direttrice della ricerca e dei programmi presso Impact Europe. Negli ultimi dieci anni ha contribuito alla narrativa e al dibattito sugli investimenti a impatto, promuovendone lo sviluppo e supportando – tramite la ricerca, l’analisi di dati e la creazione di opportunità di formazione – gli investitori, le fondazioni e tutti gli stakeholders impegnati ad attuare un cambiamento positivo nella società.
Alessia Gianoncelli in questi anni ha pubblicato diversi reports, casi studio e articoli su temi quali la venture philanthropy, la misurazione e la gestione dell’impatto, l’ecosistema europeo degli investimenti sociali, la finanza ibrida.
Accelerare il cambiamento
Convinta che tutti i fornitori di capitale abbiano un ruolo cruciale per guidare e rendere il cambiamento trasformativo, Impact Europe si occupa di offrire strategie, approfondimenti e strumenti, rivolgendosi agli attori della finanza d’impatto. Lavora, infatti, per aumentare la prosperità e il progresso sociale, per ridurre le disuguaglianze, le ingiustizie e preservare il pianeta.
La crescita di Impact Europe, in numeri
In 20 anni il network è cresciuto progressivamente, passando da 8 a 350 membri, diventando un gruppo eterogeneo di fornitori di capitale (fondi a impatto, aziende, fondazioni, private equity, banche, finanziatori pubblici) e innovatori sociali.
Sin dalla sua creazione nel 2004, Impact Europe ha costruito un hub di dati unico per le pratiche di investimento a impatto, ha formato 1.000+ attori del settore, ha prodotto linee guida per la definizione di standard e l’incremento degli investimenti ad impatto, nonché per la misurazione e la gestione degli stessi. Rappresenta inoltre una presenza strategica nella sfera politica dell’UE e svolge un ruolo fondamentale nelle collaborazioni globali sui propri temi.
Tra i numerosi programmi UE che finanziano le attività ad impatto sociale, l’Erasmus Plus è senza dubbio il più diffuso e conosciuto. Nella giornata di venerdì 31 maggio le organizzazioni di TSI interessate ad approfondire il Programma si sono incontrate presso il Centro Servizi per il Volontariato Vol.To per lavorare alla costruzione di un progetto da presentare alle scadenze autunnali 2024. In particolare sono state esaminate alcune call in scadenza il 1 ottobre 2024: i partenariati su scala-ridotta nei settori IFP (VET), Istruzione degli Adulti (ADU), Gioventù (YOU) – KA210, e l’accreditamento per le mobilità nei settori IFP (VET), Istruzione degli Adulti (ADU), Gioventù (YOU) – KA120 e KA150.
Una giornata di capacity building e confronto tra pari
La mattinata è iniziata con un’introduzione al programma Erasmus Plus a cura di Davide Prette e Matteo Maritano, dell’ufficio progettazione europea di Vol.to. Successivamente Ilaria Molendi e Guido Mandarino di AlgoritmoAssociates hanno condiviso con i partecipanti la loro esperienza di progettazione su due small scale, sottolineando come anche una valutazione “negativa” possa essere un prezioso insegnamento. Infine Maria Chiara Pizzorno, senior expert diWeco Impresa Sociale e valutatrice di numerosi programmi europei, ha condotto una sessione informativa sulle call del programma.
Nel pomeriggio le organizzazioni, suddivise in tavoli di lavoro, hanno progettato sulle open call partenariati su scala-ridotta ne settore istruzione degli Adulti (ADU), Gioventù (YOU) – KA210, e l’accreditamento per le mobilità nei settori IFP (VET), Istruzione degli Adulti (ADU), Gioventù (YOU) – KA120 e KA150.
Il Programma Erasmus Plus
Il programma Erasmus, nato nel 1987 come un programma di mobilità studentesca dell’Unione europea, nel 2014 si è trasformato in Erasmus+: un programma semplificato, che combina tutti i precedenti meccanismi di finanziamento dell’Unione Europea nel settore dell’istruzione, della formazione, della gioventù e dello sport, compresi il programma di apprendimento permanente (Comenius, Erasmus, Leonardo da Vinci, Grundtvig), Gioventù in Azione e cinque programmi di cooperazione internazionale (Erasmus Mundus, Tempus, Alfa, Edulink e il programma di cooperazione con i paesi industrializzati).
Nell’ambito del programma si possono presentare progetti rispetto a tre azioni chiave (key action):
KA1 Mobilità individuale ai fini dell’apprendimento
KA2 Cooperazione per l’innovazione e lo scambio di buone pratiche (Suddiviso nelle sottosezioni Adulti, Giovani, Sport etc…)
KA3 Sostegno alla definizione delle politiche e alla cooperazione
Nel programma 2021-2027 viene posta attenzione su alcune priorità in particolare:
l’inclusione sociale
la sostenibilità ambientale
la transizione verso il digitale
la promozione della partecipazione dei giovani alla vita democratica
“Fondamenti e principi del Solutions Journalism”è il webinar – organizzato da Torino Social Impact nell’ambito dell’iniziativaTorino Impact Journalism – che lunedì 17 giugno dalle 14.00 vedrà la partecipazione di esperti nazionali e internazionali che si confronteranno sucome promuovere un’informazione d’impatto e orientata alle soluzioni.
Una delle realtà che in Europa – e non solo – sta contribuendo a cambiare il giornalismo promuovendo la conoscenza verso approcci più costruttivi è la realtà danese del Constructive Institute.
A farne parte sin dalle origini è Peter Damgaard Kristensen, che ha avuto un ruolo fondamentale nella costruzione e nello sviluppo del Constructive Institute, essendo uno dei suoi primi dipendenti. Al suo interno supervisiona e co-sviluppa i progetti del Research and Development, con particolare attenzione alla ricerca e all’ambito della misurazione dell’impatto e dell’IA. Peter conduce workshop e presentazioni sul filone del giornalismo, condividendo le sue intuizioni sul lavoro dell’Istituto e sul ruolo dell’informazione costruttiva nell’attuale panorama mediatico. Prima di diventare membro del Constructive Institute ha lavorato nel settore universitario, dove ha acquisito una vasta esperienza nella gestione di progetti, relazioni pubbliche e consulenza politica.
Un centro indipendente che guarda al futuro del giornalismo
Il Constructive Institute è stato fondato nel 2017 da Ulrik Haagerup, giornalista investigativo che ha trascorso due decenni alla guida di importanti redazioni giornalistiche in tutta la Danimarca. Ha sede presso l’Università di Aarhus ed è oggi un centro indipendente che fa parte del più ampio movimento globale del giornalismo costruttivo.
Guardando al giornalismo del domani, la sua è una missione virtuosa: si impegna a cambiare la cultura globale dell’informazione, supportando il giornalismo nel promuovere la democrazia. Nel suo lavoro quotidiano aiuta i giornalisti, le testate e le organizzazioni ad applicare un’informazione costruttiva attraverso diverse iniziative e servizi come un portale di best practice, un programma di borse di studio, progetti di reporting, ricerche accademiche indipendenti e collaborazioni internazionali.
Il Constructive Institute è un’organizzazione senza scopo di lucro finanziata con fondi filantropici, da diverse fondazioni e aziende private. Possiamo dire che il giornalismo costruttivo e il dialogo siano al centro di tutto ciò che l’Istituto fa, convinto che questi possano e debbano essere in prima linea nell’elevare gli standard del giornalismo e per promuovere il cambiamento delle narrazioni mediatiche.
Perché abbiamo bisogno di un giornalismo costruttivo
Il giornalismo costruttivo si contrappone al dilagante sensazionalismo e alla negatività dei media odierni. Sondaggi e ricerche condotte in tutto il mondo mostrano che ciò che i lettori credono dei propri Paesi è spesso lontano dalla effettiva verità.
Il Constructive Institute è quindi convinto che la vita, la nostra società e ciò che ci circonda siano migliori di quanto si pensi. Per questo motivo la sua missione fondamentale è ristabilire la fiducia nell’importanza dei fatti, nella conoscenza e nel dialogo condiviso come fondamenta delle nostre comunità. Al centro di questo approccio sta la visione del giornalismo, quale strumento democratico.
Si è insediato ieri pomeriggio, 28 maggio, il CIS – Comitato per l’imprenditorialità sociale della Camera di commercio di Torino, il cui Presidente, Mario Calderini, è stato riconfermato dalla Giunta camerale. Il professor Calderini, infatti, ha lavorato fin da subito con il Comitato per creare e sostenere Torino Social Impact, l’ecosistema per l’imprenditorialità e gli investimenti a impatto sociale della città. Il Comitato, nato formalmente nel 2016, raccoglieva l’eredità del lavoro costruito nel decennio precedente dall’Osservatorio sull’Economia Civile, voluto per conoscere in maniera organica la struttura e le dinamiche del Terzo Settore.
Il lavoro svolto dal Comitato in questi anni ha contribuito ad animare il dibattito sulle nuove forme di imprenditorialità a impatto sociale, anche a fronte del decreto di riordino sul Terzo Settore, sull’importanza della misurazione dell’impatto, sulla finanza a impatto sociale, anche grazie all’adesione dell’ente camerale alla Social Impact Agenda per l’Italia, nonché a sostenere progettualità di innovazione sociale a livello di ecosistema territoriale.
Una delle più importanti iniziative proposta e promossa dal Comitato nel suo primo mandato è stata poi nel 2017 la nascita della piattaforma progettuale di Torino Social Impact, finalizzata alla promozione dell’ecosistema metropolitano torinese dell’imprenditorialità sociale, dell’innovazione sociale e della finanza a impatto sociale e al suo posizionamento sulla mappa degli ecosistemi internazionali sulla economia sociale, che conta oggi oltre 300 partner, quando nel 2020, data dell’ultimo rinnovo, ne annoverava 100 (12 nel 2017): soggetti pubblici e privati, profit e non profit riuniti in un vasto ecosistema che rappresenta un cluster di competenze, attività e servizi per rafforzare e promuovere il territorio.
Per dare continuità al lavoro svolto e proseguire nel sostegno delle attività avviate e di quelle future a vantaggio dell’imprenditorialità a impatto sociale e allo sviluppo del suo ecosistema, ma anche per poter monitorare al meglio l’andamento di queste realtà, si è reso necessario procedere al rinnovo delle nomine dei componenti e del suo Presidente, secondo quanto stabilito dallo specifico Regolamento.
La nuova composizione del Comitato, insediatosi ieri, è la seguente: Mario Calderini, Presidente Federico Michele Bellono, in rappresentanza delle organizzazioni sindacali in seno al Consiglio dell’ente camerale Giuseppe D’Anna, in rappresentanza di AGCI Piemonte Irene Bongiovanni, in rappresentanza di Confcooperative Piemonte Nord Paolo Petrucci, in rappresentanza di LegaCoop Piemonte Paolo Biancone, in rappresentanza dell’Università degli Studi di Torino Francesca Montagna, in rappresentanza del Politecnico di Torino Silvio Magliano, in rappresentanza del mondo del Volontariato
AGCI Piemonte entra per la prima volta all’interno del CIS con il Presidente D’Anna. La dott.ssa Bongiovanni e la prof.ssa Montagna sono invece nuovi membri del Comitato, rappresentanti per Confcooperative Piemonte Nord e Politecnico di Torino.
Il Solutions Journalism – o giornalismo orientato alle soluzioni – è un approccio al giornalismo tradizionale che intende rispondere in modo rigoroso, convincente, obiettivo e critico ai problemi sociali.
Laddove il giornalismo tradizionale propone una narrazione dove a far notizia sono soprattutto i problemi, approcci come il Solutions Journalism si impegnano a bilanciare questa prospettiva, attraverso storie che mostrano modi efficaci per mettere in evidenza ciò che non funziona, con il fine di informare e stimolare le persone ad agire.
Il Solutions Journalism indaga alcuni elementi che possiamo definire centrali: esplora approfonditamente la narrazione di una risposta a un problema sociale e ne analizza dettagliatamente il funzionamento nei suoi aspetti più significativi; pone l’accento sull’efficacia anziché sulle sole buone intenzioni, riportando risultati tangibili; non si limita a ispirare, ma offre anche consigli pratici che altri possono adottare e, infine, esamina criticamente ciò che non funziona nell’approccio adottato.
“Fondamenti e principi del Solutions Journalism”: un webinar su nuovi approcci al giornalismo
Per conoscere il ruolo, l’importanza e l’approccio del Solutions Journalism nell’attuale contesto mediatico, lunedì 17 giugno, dalle 14 alle 16 si terrà il webinar “Fondamenti e principi del Solutions Journalism”, evento che si inserisce nella cornice dell’iniziativa Torino Impact Journalism: attraverso convegni, webinar, progetti e collaborazioni sul territorio, intendiamo esplorare in che modo il giornalismo possa contribuire a promuovere il cambiamento in un contesto in cui tutti gli attori della società, dalle istituzioni alle imprese, sono chiamati ad attivarsi per affrontare le grandi sfide ambientali e sociali.
Il webinar sarà un’occasione di dibattito e confronto tra esperti – nazionali e internazionali – nell’ambito del giornalismo, dell’impatto, dei media e della comunicazione. L’evento sarà parte integrante della programmazione dei corsi dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte ed è rivolto sia agli addetti ai lavori sia a chiunque sia interessato/a ad esplorare questa tematica.
Gli ospiti del webinar
Stefano Arduini. Giornalista e scrittore, dirige Vita magazine e Vita.itdal maggio del 2018. Nel 2004 ha vinto il premio giornalistico Mauro Gavinelli, riconoscimento nazionale riservato agli under 35 assegnato al miglior articolo che affronti un tema inerente all’attualità politica, economica, sociale, sportiva della Lombardia. Si occupa di comunicazione sociale dal 2002.
Peter Damgaard. Come Direttore Operativo del Constructive Institute, supervisiona e co-sviluppa i progetti del Research and Development, con particolare attenzione alla collaborazione nella ricerca e nell’ambito della misurazione dell’impatto e dell’IA. Conduce workshop e presentazioni condividendo le sue intuizioni sul lavoro dell’Istituto e sul ruolo del giornalismo costruttivo nell’attuale panorama mediatico.
Alessia Gianoncelli. Direttrice della ricerca e dei programmi in Impact Europe, il network europeo della finanza a impatto. Ha contribuito alla narrativa e al dibattito sugli investimenti a impatto, promuovendone lo sviluppo e supportando, tramite la ricerca, l’analisi di dati e la creazione di opportunità di formazione, gli investitori, le fondazioni e tutti gli stakeholders impegnati ad attuare un cambiamento positivo nella società.
Jodie Jackson. Autrice e fondatrice di News Literacy Lab, è una figura di spicco nel movimento del solutions journalism, portando sui palcoscenici mondiali il tema dell’impatto della “dieta mediatica” sulla nostra salute mentale, oltre che lo storytelling per un cambiamento sociale. I suoi libri hanno aiutato le persone a integrare la padronanza dei media nella loro vita per migliorare la loro visione del mondo.
Tina Rosenberg. Co-fondatrice del Solutions Journalism Network e scrittrice. È stata a lungo giornalista del New York Times, scrivendo editoriali e articoli per la rivista domenicale. Insieme a David Bornstein, co-fondatore di SJN, ha scritto per 11 anni la rubrica Fixes del New York Times.
Per partecipare e ricevere il link di accesso al webinar, è necessario iscriversi al seguente Google Form.
Sono sempre di più le imprese che applicano criteri di selezione dei fornitori di beni e servizi che non si limitino a valutare l’offerta economica e qualitativa del prodotto ma che tengano in considerazione anche aspetti relativi al loro impatto ambientale.
Ma se la selezione avvenisse anche con criteri di valutazione dell’impatto sociale?
Se per selezionare i fornitori di beni e servizi le aziende partissero da quali riescono anche a generare impatto positivo sulla comunità in cui operano?
Dalla collaborazione tra Camera di commercio di Torino,Torino Social Impact, Unione Industriali Torino e Fondazione Compagnia di San Paolo nasce un ciclo di incontri online per approfondire il tema del social procurement, per una scelta responsabile delle imprese.
Gli incontri intendono approfondire gli aspetti principali di questa strategia d’impresa osservandone sia gli elementi di maggior interesse per lo sviluppo del business (lato offerta) sia le principali opportunità di inserimento in un mercato (lato domanda) che oltre a rispondere alle esigenze delle imprese genera impatti positivi sul territorio.
La Camera di commercio di Torino, da anni attiva nel supportare le imprese del territorio ad una maggiore consapevolezza e responsabilità sociale, anche attraverso la piattaforma progettuale Torino Social Impact, ha aderito con entusiasmo a questa proposta condivisa.
Il ciclo di incontri online si apre Mercoledì 5 giugno, dalle 11 alle 13:grazie agli interventi di Torino Social Impact, del Politecnico di Torino e alla testimonianza di una azienda del territorio sarà possibile scoprire le opportunità che questa pratica di business responsabile propone e quali sono gli strumenti a disposizione degli imprenditori per coglierle. Il ciclo prosegue poi il 3 luglio e si chiude il 24 settembre, sempre dalle 11 alle 13.
Le iscrizioni sono libere previa iscrizione a questo link, attivo presso l’Unione Industriali Torino: ISCRIVITI
L’evento fa parte del calendario di Torino Capitale della Cultura d’Impresa 2024.
L’attività è realizzata nell’ambito di BUYSOCIAL, un progetto europeo che mira a rafforzare le partnership tra imprese sociali e imprese tradizionali per migliorare il mercato dei prodotti e dei servizi delle imprese sociali.
Il 30 maggiodalle ore 12 alle 13 si svolge il primo talk del programma Business Club 2024 organizzato dal Comitato per l’Imprenditoria Femminile della Camera di commercio di Torino in collaborazione con Torino Social Impact e Confcooperative Piemonte Nord.
Il webinar intende presentare i servizi e le opportunità che il territorio offre alle imprese sociali ed agli aspiranti imprenditori che intendono avvicinarsi a questo mondo.
L’impresa sociale, infatti, è il cuore pulsante intorno a cui si realizza il cambiamento. Essa è però parte di un più ampio ecosistema sociale, che richiede un profondo cambiamento di approccio e di mentalità nuove. Il dibattito verterà sui temi dell’economia sociale e sui suoi ecosistemi, sulle modalità di avviamento e sulla sostenibilità di un’impresa sociale, fino ad interrogarsi sulla necessità di misurazione dell’impatto sociale. Completano il programma alcune testimonianze di imprese/cooperative sociali.
Intervengono:
Simona De Giorgio– Camera di commercio di Torino, Comitato per l’imprenditorialità Sociale e Torino Social Impact Alessandra Brogliatto – Confcooperative Piemonte Nord
Modera: Monica Pisciella
Partecipazione gratuita previa registrazione on-line sul sito della Camera di commercio entro il giorno 28 maggio 2024 alle ore 23. Gli iscritti riceveranno il link per partecipare all’iniziativa il giorno prima dell’evento.
Il 21 maggio, numerose organizzazioni dell’ecosistema TSI si sono riunite per un primo confronto sul tema della parità di genere. Un tema che oggi è al centro dell’attenzione generale, sia nel dibattito pubblico che nelle politiche e nei progetti, come il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che considerano la parità di genere una priorità trasversale.
L’incontro è stato guidato da Monica Cerutti, esperta di politiche di inclusione sociale e questioni di genere. Le 19 persone presenti, in rappresentanza del settore pubblico, privato e terzo settore, hanno discusso della parità di genere non solo come mezzo per raggiungere una maggiore equità, ma anche come leva per lo sviluppo della comunità.
Ad ospitare l’incontro è stata ancora una volta la cornice di Open Incet, uno spazio di innovazione urbana gestito dalla Fondazione Brodolini.
I prossimi passi? Continuare il confronto attivo, focalizzandosi sulla certificazione della parità di genere per le organizzazioni dell’economia sociale e sulla riduzione del gender gap nel settore digitale.
Sabato 18 maggio Torino Social Impact ha partecipato a Rieti al Festival Regionale dell’Economia sociale e civile, intervenendo su “L’action plan europeo sull’economia sociale e il collegamento con l’economia civile”.
Una tappa che dal Lazio porterà al Festival Nazionale, per condividere e discutere le politiche e le pratiche locali che si fanno strada nel Paese, avendo come riferimento la visione europea.
Il Festival Nazionale dell’Economia Civile è quest’anno alla sua sesta edizione e si svolge ogni anno a Firenze nella prima settimana di ottobre.
Il Festival vuole essere un’occasione di confronto e dibattito aperto al pubblico, un momento di valorizzazione delle tante forme di economia civile presenti in Italia e in Europa per coniugare la sostenibilità economica con quella sociale e ambientale.
Le edizioni regionali
Da quest’anno si iniziano a sperimentare delle Edizioni regionali, e Rieti è una di queste. Uno dei temi al centro dell’edizione nazionale è quello della partecipazione delle persone, delle organizzazioni e della Comunità.
Ogni pre-Festival regionale cercherà di portare un’istanza di cambiamento/una proposta che dall’evento all’inizio del Festival di ottobre potrà essere affinata insieme alla rete locale avviata.
L’obiettivo è coinvolgere le comunità locali a livello regionale in tutte le componenti della società civile e come attori di economia sociale e civile per darsi prospettive nei propri territori di miglioramento della propria vita e di costruzione di capacità di futuro, in modo molto concreto, acquisendo la consapevolezza di quanto l’Europa sta indirizzando a livello strategico e fattuale sull’economia sociale, a partire dall’Action Plan.
In particolare, l’edizione di Rieti si è proposta di:
contribuire all’elaborazione condivisa sull’economia sociale e civile in Italia e in Europa (individuando priorità, strategie di intervento comuni e benefici sociali e ambientali da raggiungere)
sperimentare nuovi strumenti e modelli di sviluppo locale sostenibile attraverso la realizzazione di Reti ibride e Distretti di Economia Sociale e Civile (per connettere le buone pratiche pubbliche e private e progettare in modo partecipato soluzioni di sviluppo sostenibile a livello locale).
Candidati a Green Culture per diventare Green Coordinator!
Con una formazione gratuita, online e in presenza, della durata di 100 ore, acquisirai competenze di progettazione in ambito culturale, conoscerai le più aggiornate politiche ambientali e imparerai a utilizzare strumenti collaborativi e metodi di facilitazione propri del design. Collaborerai attivamente all’interno di un’organizzazione culturale italiana, selezionata dal progetto Green Culture, per indirizzarla nel suo percorso di transizione ecologica.
Green Culture è un percorso di formazione e capacity building per rispondere alle sfide della sostenibilità ambientale in ambito culturale.
Quella della transizione ecologica è una sfida complessa a cui Green Culture risponde costruendo un percorso radicato nell’incontro tra tre discipline: l’ambientalismo scientifico, l’economia della cultura e il design.
Green Culture è tra i progetti vincitori del bando del Ministero della Cultura “TOCC – Capacity building per la transizione ecologica”, è realizzato da Circolo del Design, Fondazione Santagata, Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta e finanziato dall’Unione Europea – Next Generation EU.
Sono quasi giunti al termine i due anni dall’avvio del progetto SocialTech4EU: un percorso che si è posto l’ambiziosa missione di rafforzare lacapacità di innovazione, la competitività e la sostenibilità delle start-up e delle piccole e medie imprese che compongono l’ecosistema dell’economia sociale, con particolare attenzione alle realtà tecnologiche.
Oggi, infatti, le organizzazioni dell’economia sociale si trovano a far fronte alle molteplici sfide legate all’accesso a nuovi modelli di business digitali e green. Ne sono esempio la precaria sostenibilità finanziaria, l’accesso ai finanziamenti, l’incapacità di attrarre talenti o la scarsa competitività sul mercato rispetto alle PMI tradizionali.
Missione del progetto è stata quella di contribuire ad affrontare le sfide sociali su scala più ampia, ispirando cambiamenti sistemici nell’economia tradizionale per accelerare la realizzazione di soluzioni innovative d’impatto che non sarebbero state raggiunte altrimenti.
Un evento di networking
Il 16 maggio gli spazi di Open Incet hanno ospitato l’evento “SocialTech4EU: Innovate & Connect with Italian enterprises. Presentation of project results and networking session”, un incontro per illustrare i risultati finora ottenuti e creare relazioni fra le imprese sociali e gli stakeholders del territorio.
Dallo scambio di conoscenze a nuovi spazi di collaborazione
Durante l’evento sono stati organizzati tavoli tematici dove imprese, provider e stakeholders hanno potuto condividere le proprie esperienze e idee. L’obiettivo è stato quello di favorire lo scambio di conoscenze e aprire spazi di collaborazione, partendo dalle attività delle imprese e riflettendo sulle opportunità e le politiche del settore.
In occasione dell’evento organizzato al Salone del Libro di Torino nella cornice di Torino Impact Journalism, abbiamo lanciato l’avvio di un ciclo di webinar che, da giugno a novembre, saranno incentrati sul ruolo dell’informazione nell’era dell’impact economy.
Siamo lieti di invitarvi al primo webinar dal titolo “Fondamenti e principi del Solutions Journalism”, che si terrà lunedì 17 giugno, ore 14-16.
Con la partecipazione di esperti nell’ambito del giornalismo, dell’impatto e della comunicazione, il webinar illustrerà cos’è il Solutions Journalism, le sue origini e in cosa si differenzia dal giornalismo tradizionale, per comprendere il ruolo e l’importanza del suo approccio nell’attuale contesto mediatico.
Avendo come missione la ricerca, l’analisi e il racconto della realtà, si può dire che il giornalismo sia già naturalmente predisposto ad agire in maniera responsabile e concreta, generando impatto positivo per la comunità, l’ambiente e le persone. Secondo questa logica, dovrebbe anche avere un ruolo nel diffondere best practices che aiutino la società a progredire, oltre ad informare.
In questo contesto, il Solutions Journalism si pone come un approccio al giornalismo che si concentra sulle risposte efficaci ai problemi sociali che possono ispirare le persone e le organizzazioni ad agire positivamente, prestando maggiore attenzione a una narrazione orientata alla soluzione.
Il webinar sarà parte integrante della programmazione dei corsi dell’’Ordine dei Giornalisti del Piemonte ed è rivolto sia agli addetti ai lavori sia a chiunque sia interessato/a ad esplorare il mondo del giornalismo e della comunicazione d’impatto!
Per partecipare e ricevere il link di accesso al webinar, è necessario iscriversi al seguenteGoogle Form.
I relatori:
Stefano Arduini, Direttore Vita
Peter Damgaard, Direttore Operativo Constructive Institute
Alessia Gianoncelli, Direttrice della ricerca e dei programmi, Impact Europe
Jodie Jackson, autrice e fondatrice News Literacy Lab
Tina Rosenberg, Co-fondatrice Solutions Journalism Network
Nel 2019, tra le Valli di lanzo e la città metropolitana di Torino, nasce Al Cicapui: il luogo dove l’artigianato d’eccellenza incontra l’ente del terzo settore e si adopera per portare avanti dei progetti sociali, nel tentativo di dare un nuovo smalto ai territori in cui opera.
Chiara Ferraris e Nicolò Starnai, rispettivamente fondatrice e collaboratore di Al Cicapui, ci hanno raccontato la loro visione di economia circolare.
Oggi, lunedi 13 alle 14 Raffaella Scalisi, Senior Advisor e Relazioni Internazionali Torino Social Impact dialoga con Carla Bertuzzi, vicepresidente Nexto, head of Sellalab Torino su economia e finanza d’impatto.
Come possono i professionisti essere a supporto dell’economia sociale?
Come pensa Torino Social Impact di coinvolgere gli ordini professionali a supporto dell’economia a impatto?
I professionisti hanno svolto un ruolo determinante nel progetto Borsa dell’impatto sociale: un progetto avviato da Torino Social Impact che mira alla creazione di un mercato di capitali dedicato a imprese che realizzano in modo intenzionale, addizionale e misurabile un impatto sociale positivo e nel quale le transazioni siano basate sia sul valore finanziario sia sul valore dell’impatto sociale misurato.
Si parlerà anche di questo oggi, al Salone Internazionale del Libro,pad 2 stand L27 alle ore 14.
I contenuti di questo intervento sono stati organizzati in collaborazione tra Nexto, Sellalab e Torino Social Impact
Oggi ha preso il via la seconda edizione di Fit4benefit, un’iniziativa che coinvolge la Comunità di pratica delle Società Benefit nel periodo 2024-2025. Il percorso mira a generare una conoscenza condivisa tra i partecipanti tramite la messa in comune di competenze.
Ad inaugurare la stagione del percorso è Amapola, società di consulenza specializzata in strategie e progetti di sostenibilità, che ha trattato l’argomento dello stakeholder engagement in un incontro online dal titolo “Sostenibilità è altrove”.
Un nuovo modo di intendere persone e imprese, tra comunicazione e partecipazione
Alberto Marzetta, partner e direzione clienti, insieme a Micol Burighel, responsabile marketing e comunicazione, hanno guidato il gruppo in una riflessione su come le organizzazioni possono meglio relazionarsi con i propri portatori di interessi.
«Cresce anche l’importanza del capitale relazionale: grande attenzione viene data alla capacità dell’impresa di dialogare, confrontarsi, condividere le strategie con i portatori di interessi. Oggi nessuna organizzazione può essere un sistema chiuso ma deve diventare un soggetto capace di gestire la relazione con altri attori sociali».
Per i 21 partecipanti, questa è stata un’opportunità preziosa di confrontarsi su dubbi, modalità di attuazione e criticità delle pratiche di stakeholder engagement.
Tra i nomi che meglio descrivono l’impatto positivo del giornalismo orientato alle soluzioni c’è indubbiamente quello di Tina Rosenberg, co-fondatrice del Solutions Journalism Network.
Tina Rosenberg è una giornalista di lunga data del New York Times, per il quale ha redatto editoriali oltre che articoli per il Sunday magazine. Insieme a David Bornstein ha scritto, per 11 anni, la rubrica del New York Times “Fixes“. Ha inoltre realizzato centinaia di articoli, oltre che tre libri: “Children of Cain: Violence and the Violent in Latin America”; “The Haunted Land: Facing Europe’s Ghosts After Communism”; e “Join the Club: How Peer Pressure Can Transform the World”. “The Haunted Land” ha vinto il Premio Pulitzer e il National Book Award.
Insieme a Tina Rosenberg, a fondare il Solutions Journalism nel 2013 sono i pluripremiati giornalisti David Bornstein e Courtney Martin, con una virtuosa missione: trasformare il giornalismo in modo che tutte le persone abbiano accesso a notizie che li aiutino a immaginare e costruire un mondo più equo e sostenibile.
Il Solutions Journalism Network in numeri
Convinto che mettere in luce l’intelligenza critica acceleri l’innovazione nel giornalismo e nella società, il network sostiene gli attori imprenditoriali, gli individui e le testate che portano le soluzioni giornalistiche su nuovi mercati.
Oggi il network conta oltre 30 membri del team distribuiti su quattro continenti; 47.000 giornalisti formati e che utilizzano gli strumenti offerti dal SJN; un database consultabile con una selezione di “solution stories” provenienti da 1.900 organizzazioni giornalistiche; 100 scuole di giornalismo partner; 8 partner istituzionali per la formazione in Nord America, Europa, Africa e America Latina, oltre che fellow e formatori che hanno una certificazione in Solutions Journalism in 40 paesi.
Perché un giornalismo orientato alle soluzioni?
Il Solutions Journalism è un approccio al giornalismo rigoroso, convincente e virtuoso proprio perché offre risposte ai problemi sociali. Nel suo lavoro giornalistico include alcuni elementi che possiamo definire chiave: esplora approfonditamente la narrazione di una risposta a un problema sociale e ne analizza dettagliatamente il funzionamento nei suoi aspetti più significativi; pone l’accento sull’efficacia anziché sulle sole buone intenzioni, riportando risultati tangibili; non si limita a ispirare, ma offre anche consigli pratici che altri possono adottare e, infine, esamina criticamente ciò che non funziona nell’approccio adottato.
In tutto il mondo le organizzazioni giornalistiche stanno plasmando il giornalismo e influenzando le proprie comunità. Si tratta di una rete internazionale di realtà e di giornalisti che quotidianamente promuove un giornalismo orientato alle soluzioni per favorire l’equità, consolidare la fiducia, stimolare l’impegno civico, individuare nuove fonti di reddito e ridurre la polarizzazione nel dibattito pubblico.
Tra i nomi delle testate pioniere nell’ambito di un giornalismo che guarda alle soluzioni, è doveroso citare il Pioneers Post, piattaforma media indipendente che si rivolge alla comunità dell’impatto. Tra i giornalisti che fanno parte della sua redazione c’è Julie Pybus: oltre che redattrice, il suo ruolo consiste nel sostenere il team nella produzione di contenuti stimolanti sulle imprese sociali di tutto il mondo, rivolgendosi a un pubblico globale.
Si è formata come giornalista presso l’Università del Galles, a Cardiff, e il suo lavoro si è sempre basato sui principi del solutions journalism per offrire una copertura positiva di come le sfide della società possono essere affrontate, per condividere le conoscenze e ispirare le persone a intraprendere azioni più consapevoli.
Più di una rivista: così il Pioneers post si rivolge ai pionieri dell’impatto
Pioneers Post, co-fondato da Tim West, attuale CEO ed editore, nel corso di due decenni si è affermato come fonte di informazione di qualità, rivolgendosi a coloro che considera “i pionieri dell’impatto”: imprenditori sociali, investitori d’impatto ma anche responsabili del cambiamento che operano nel mondo degli affari, della società civile, della filantropia, del governo e dei servizi pubblici.
Indagare la realtà tra articoli, interviste, podcast e inchieste
In qualità di piattaforma multimediale indipendente impegnata nel giornalismo “guidato dalle soluzioni”, la sua missione è esplorare, spiegare, connettere, sfidare e ispirare la nuova ondata di innovatori in tutto il mondo, che ogni giorno si impegnano a costruire un futuro migliore per le persone e il pianeta.
Per offrire soluzioni positive, propositive e sostenibili, Pioneers Post sviluppa i suoi contenuti in alcune sezioni chiave: Notizie e visioni – cosa è successo, quando e cosa ne pensano le persone; Business School – come è successo e come farlo meglio; Raccolte – flussi di contenuti tematici e curati dai partner; Pubblicazioni – relazioni, guide e contenuti multimediali; Video e podcast – video brevi, classiche interviste, podcast e newsletter.
Collaborare per sostenere il giornalismo e le storie che guardano alle soluzioni
La collaborazione è alla base del lavoro del Pioneers Post, che nel tempo ha costruito partnership editoriali a lungo termine. L’obiettivo è contribuire a creare un impatto positivo che si misura oggi nell’ampliamento della base dei lettori, nel reperimento di nuove storie d’impatto e, allo stesso tempo, nel supporto ai partner che possono raccontare le loro storie con creatività giornalistica, autenticità e rigore, aumentando la propria visibilità e la capacità di raccontare le storie a un pubblico globale e intersettoriale.
Alcune collaborazioni avviate con organizzazioni leader in diversi settori sono quelle portate avanti con ilBritish Council, EVPA, GSG, Social Value Internationale con l’Amsterdam Impact. Commissionando una partnership editoriale con il Pioneers Post, le organizzazioni partner hanno anche e soprattutto l’opportunità di fare un “acquisto sociale”, contribuendo a sostenere il giornalismo d’impatto.
Il prossimo 21 maggio, Torino diventerà un punto di riferimento per le discussioni sull’economia circolare nel settore alimentare, grazie al quinto incontro del ciclo “Martedì del Cibo“, iniziativa chiave del progetto “Atlante del cibo di Torino Metropolitana”. L’evento si terrà presso il Parco Scientifico Tecnologico per l’Ambiente in via Livorno, 60, dalle ore 16.
L’incontro è focalizzato sulle opportunità che l’economia circolare può offrire alle piccole e medie imprese (PMI), con un programma che prevede interventi di esperti e rappresentanti istituzionali. Tra i relatori principali, Laura Ribotta del Servizio Innovazione e Fondi Europei della Città di Torino discuterà delle politiche cittadine relative al cibo. Seguirà una sessione di pitch dove nove aziende innovative del settore food esporranno il loro impegno verso la circolarità, moderata da Franco Fassio, esperto di Design Industriale dell’Università di Pollenzo.
Barbara La Licata di Environment Park SpA Green Chemistry illustrerà gli strumenti di finanziamento regionali ed europei disponibili per le imprese che vogliono investire in pratiche sostenibili.
L’evento sarà un’occasione imperdibile per le imprese e gli stakeholders interessati a esplorare come l’economia circolare possa diventare una leva per la crescita e lo sviluppo sostenibile.
Una di loro è Zoe McDonagh: fa parte del team globale Outreach and Strategy del Media Development Investment Fund e si occupa di finanziamenti e relazioni con gli investitori. Ha trascorso quasi un decennio presso la Fondazione CRT, dove ha acquisito una vasta esperienza nell’attuazione di progetti internazionali in materia di imprenditorialità d’impatto, data science, IA e accelerazione aziendale. Il background professionale di Zoe McDanagh include anche ruoli nel settore dell’istruzione, avendo insegnato sia nel Regno Unito che in Italia, oltre a programmi di formazione per imprenditori sociali in collaborazione con l’ONU.
Come approfondirà Zoe McDonagh nella cornice del Salone del Libro, il Media Development Investment Fund investe in quelle imprese che si occupano di informazione nei paesi dove l’accesso a media liberi e indipendenti è minacciato. Alla base della sua missione, parte da una visione che vede nell’informazione tempestiva, accurata e pertinente uno strumento per garantire una partecipazione più ampia alla vita pubblica e una maggior tutela dei diritti dell’individuo.
Investire nei media indipendenti per promuovere società che possano prosperare
In molti Paesi i finanziamenti alle imprese del settore dei media sono subordinati a condizioni editoriali. Così il Media Development Investment Fund offre un’alternativa che mira a salvaguardare l’indipendenza editoriale.
Lo fa fornendo gli investimenti di debito e di capitale di cui le testate giornalistiche indipendenti hanno bisogno per crescere e competere con la concorrenza; ma anche sostenendo gli investimenti rivolgendo ai media un intenso monitoraggio finanziario, assistenza tecnica e consulenza strategica che permette loro di sfruttare al meglio il finanziamento ricevuto. Aiuta inoltre le testate a espandere il loro pubblico, a migliorare i propri prodotti giornalistici e ad aumentare le proprie entrate.
Finanziare i media per un impatto sociale
Come riportano i dati del Media Develompent Investment Fund, dal 1996 a dicembre 2023, MDIF ha investito in 152 clienti in 47 paesi. Ha inoltre fornito finanziamenti per un totale di $316.2 milioni, compresi milioni in prestiti e investimenti in equity e sovvenzioni per assistenza tecnica.
Partendo dal presupposto che l’80 percento delle persone vive in paesi con accesso limitato a informazioni e notizie indipendenti, MDIF, nei suoi 25 anni di lavoro, ha contribuito in maniera virtuosa ed efficace a creare e supportare istituzioni mediatiche finanziariamente sostenibili che hanno contribuito, e contribuiscono tuttora allo sviluppo politico, sociale ed economico, proteggendo i diritti degli individui e delle minoranze.
Dal 2015 Open Incet opera sul territorio torinese con un approccio innovativo, mirando a favorire lo sviluppo di un’economia d’impatto di prossimità.
In questo nuovo episodio di Bench-Mark, insieme a Debora Greco e Sara Carrabba, rispettivamente Project Manager e Project Officer di Open Incet, cerchiamo di comprendere il significato che l’impact economy ha per loro e l’importanza di “fare rete” insieme agli attori pubblici e privati del territorio che li circonda.
Uno di loro è Styli Charalambous, co-fondatore delDaily Maverick, testata giornalistica online e quotidiano cartaceo sudafricano partito da una start-up di 5 persone per arrivare a oltre 100 dipendenti a tempo pieno. Appassionato di leadership e innovazione, Styli nel 2021 è stato insignito del più importante premio giornalistico sudafricano per il coraggio e l’integrità per il suo ruolo determinante, che ha portato al successo del Daily Maverick.
Quello che propone è un giornalismo indipendente che si basa sui principi di verità, onestà e profondità analitica. Conscio dell’importanza di un giornalismo che non solo informi ma che ispiri anche a un cambiamento positivo, il Daily Maverick rivolge l’attenzione alle sfide globali della nostra società: dalle questioni sulla sostenibilità ai diritti umani, dalla politica interna alla giustizia sociale. È così che, oltre a essere testata giornalistica, si propone di promuovere una società più equa e consapevole.
Un giornalismo ad impatto
Finanziato da organizzazioni filantropiche, attività commerciali (come la proprietà digitale e cartacea della testata, eventi e sponsorizzazioni), oltre che dal sostegno dei lettori, negli anni il Daily Maverick ha creato più di 100 posti di lavoro, la maggior parte dei quali a tempo indeterminato.
Informazione costruttiva, misurazione dell’impatto sociale delle notizie e coinvolgimento della cittadinanza caratterizzano questo progetto editoriale, grazie a un team di giornalisti convinti che l’informazione debba indirizzare la società nel prendere decisioni migliori e più consapevoli.
Così, al di là della mera informazione, il Daily Maverick si pone oggi come un punto di riferimento per la comunità, promuovendo attivamente la partecipazione dei suoi lettori attraverso forum e piattaforme social dove il dialogo e lo scambio di idee vengono incoraggiati. Questo spirito comunitario rafforza il legame tra il giornale e il suo pubblico, per creare uno spazio online dove diverse voci possono coesistere e arricchire il dibattito pubblico.
C’è chi da anni orienta il lavoro giornalistico su valori sociali positivi e chi ha scommesso su strumenti innovativi per promuovere nuovi modi di fare informazione. C’è chi ha fondato una testata di successo “from scratch”, ovvero da zero, ma anchechi ha creduto in un giornalismo che guarda alle soluzioni come approccio per cambiare il mondo.
Sono giornalisti, esperti di comunicazione e innovatori, nonché gli ospiti che venerdì 10 maggio, alle ore 10.30, si incontreranno in occasione del Salone del Libro di Torino per partecipare all’evento “Il ruolo del giornalismo nell’era dell’impact economy”, organizzato da Torino Social Impact.
Un evento che si inserisce nella cornice dell’iniziativa Torino Impact Journalism: attraverso convegni, webinar, progetti e collaborazioni sul territorio, intende esplorare in che modo il giornalismo possa contribuire a promuovere il cambiamento in un contesto in cui tutti gli attori della società, dalle istituzioni alle imprese, sono chiamati ad attivarsi per affrontare le grandi sfide ambientali e sociali.
L’evento – ad accesso libero, fino a esaurimento posti – sarà un’occasione di dibattito e confronto tra esperti che quotidianamente mettono in pratica un giornalismo d’impatto, capace di aiutare la società a progredire, oltre che ad informare.
Il dibattito porterà la testimonianza del crescente – e sempre più capillare – movimento di giornalisti ed esperti che, dagli Stati Uniti al Sud Africa, dalla Francia all’Italia, indagano la realtà, rispondendo ai problemi della società attraverso un giornalismo rigoroso e basato sui fatti, che sappia mettere in luce esperienze positive tramite approcci costruttivi al giornalismo.
Vi raccontiamo chi sono gli ospiti che, venerdì 10 maggio presso la Sala Bianca del Salone del Libro, porteranno la loro esperienza sul giornalismo d’impatto.
Mario Calabresi
Giornalista e scrittore, ha iniziato la sua carriera come cronista parlamentare all’Ansa, è stato corrispondente dagli Stati Uniti e ha diretto La Stampa e La Repubblica. Ha scritto nove libri e si dedica alla sperimentazione di nuove forme di giornalismo e narrativa.Ha una newsletter settimanale che si chiama Altre/Storie. Dirige la podcast company Chora Media, di cui è uno dei fondatori.
Mario Calderini
Riconosciuto a livello internazionale come esperto ed innovatore sui temi della sostenibilità, dell’impatto sociale e della Purpose Driven Innovation. È direttore diTiresia, il Centro di ricerca sulla finanza e l’innovazione a impatto sociale della Graduate School of Management del Politecnico di Milano, da lui creato nel 2013.
Styli Charalambous
Co-fondatore delDaily Maverick, che ha contribuito a far crescere da una start-up di 5 persone a oltre 100 dipendenti a tempo pieno. Appassionato di leadership e innovazione, nel 2021 è stato insignito del più importante premio giornalistico sudafricano per il coraggio e l’integrità per il suo ruolo determinante, che ha portato al successo del Daily Maverick.
Zoe McDonagh
Fa parte del team globale Outreach and Strategy delMedia Development Investment Fund e si occupa di finanziamenti e relazioni con gli investitori. Ha trascorso quasi un decennio presso la Fondazione CRT, dove ha acquisito una vasta esperienza nell’attuazione di progetti internazionali in materia di imprenditorialità d’impatto.
Julie Pybus
Redattrice diPioneers Post, la rete indipendente di notizie per la comunità globale dell’impatto. Il suo lavoro si è sempre basato sui principi del solution journalism, per offrire una copertura di notizie positive che indaghi come possono essere affrontate le sfide della società.
Tina Rosenberg
Co-fondatrice delSolutions Journalism Network e scrittrice. È stata a lungo giornalista del New York Times, scrivendo editoriali e articoli per la rivista domenicale. Insieme a David Bornstein, co-fondatore di SJN, ha scritto per 11 anni la rubrica Fixes del New York Times.
Raphael Zanotti
Giornalista aLa Stampa dal settembre 2007, si è occupato per 15 anni di cronaca nera e giudiziaria per poi specializzarsi in Data Journalism, Visual Journalism, Osint e Social Media Intelligence. È stato vice responsabile del web nazionale de La Stampa e oggi è responsabile dell’edizione web della cronaca cittadina di Torino.
Dal 19 al 21 aprile si sta svolgendo a Torino Biennale Tecnologia 2024, un appuntamento organizzato dal Politecnico di Torino dedicato al ruolo decisivo che la tecnologia ha assunto in tutti gli ambiti della vita umana, dalla salute all’ambiente, dai rapporti personali alla democrazia.
Nel contesto della Biennale, si svolgerà un panel alle OGR domenica 21 aprile alle 11.30, dal titolo: “Il tribunale dell’imprenditoria sociale: eroi o facilitatori?”
In un processo giudiziario simulato si affronterà la narrativa dell’eroismo imprenditoriale: gli imprenditori sociali sono degli eroi contemporanei o piuttosto dei facilitatori di un’azione collaborativa?
Insieme ad Alberto Masetti-Zannini (Direttore di Sviluppo Globale per la rete internazionale di Impact Hub), Marco Nannini (CEO di Impact Hub srl SB), Tiziana Monterisi founder di Ricehouse Srl SB e Ugo Vallauri founder di The Restart Project, interverrà anche Elena Ferrero, co-fondatrice del partner di TSI Atelier Riforma.
Quello avviato con le Società Benefit che fanno parte della rete di Torino Social Impact è un percorso dove non mancano l’entusiasmo e la voglia di affrontare sfide sempre nuove.Passo dopo passo, questo cammino continua a sorprenderci, con nuove occasioni e opportunità.
Oggi l’ecosistema conta 50 aziende benefit che hanno aderito al network: ognuna con la sua missione, i suoi progetti e la sua visione crede nel potere della collaborazione e del “fare insieme”. Così, dopo il successo del percorso di networking e formazione Fit4benefit avviato nel 2023, il 25 aprile 2024 parte della Comunità di pratica si è riunita per progettare nuovi incontri a partire dalle necessità raccolte a fine percorso.
La nuova edizione di Fit4benefit, in continuità con l’anno precedente, condivide oggi alcuni importanti obiettivi, come creare conoscenza comune attraverso un percorso di peer learning e far nascere nuove relazioni.
Con grande entusiasmo, oggi siamo lieti di annunciare l’inizio della seconda edizione di Fit4benefit per il periodo 2024-2025, che prevede due percorsi formativi paralleli:
Fit4benefit “versione online”
Si tratta di incontri virtuali in cui verranno proposte alcune pillole dei contenuti già trattati nel corso del 2023. Questi incontri sono pensati per i nuovi membri che si uniranno alla Comunità di pratica, per chi non ha preso parte agli incontri precedentemente realizzati e per coloro che sono interessati ad approfondire nuovamente alcune tematiche. Gli incontri avranno durata di 1 ora e affronteranno i seguenti temi:
Stakeholder engagement: sostenibilità è altrove a cura di Amapola
8 maggio 2024, ore 12.15-13.15
Oggetto sociale Benefit a cura di Futura Law Firm
11 dicembre 2024, ore 12.15-13.15
Comunicare Benefit a cura di Synesthesia
5 marzo 2025, ore 12.15-13.15
Fit4benefit “versione in presenza”
Si tratta di Incontri offline in cui si affronteranno in modo più approfondito alcuni argomenti relativi all’essere Benefit. Gli incontri, della durata di 3 ore, sono rivolti a tutto il gruppo delle Società Benefit e si concluderanno con un aperitivo di networking. Questi i temi che si affronteranno:
Il gioco della Buona Governance a cura di Operàri
20 giugno 2024, ore 15.30-18.30
Funzione e redazione della Relazione Benefit a cura di FL20 Studio e Futura Law Firm
8 novembre 2024, ore 15.30-18.30
Organizzazioni positive e i sistemi di gestione sulla parità di genere a cura di Uomo & Ambiente e Clover
24 gennaio 2025, ore 15.30-18.30
Essere Benefit: comunicare, coinvolgere, condividere a cura di Amapola e Synesthesia
16 aprile 2025, ore 15.00-18.00
Se rappresenti una Società Benefit, sei la benvenuta a partecipare a questa esperienza! Scrivi a info@torinosocialimpact.it per iscriverti agli incontri.
Quale è il ruolo dell’informazione nell’era dell’impact economy? Questo l’interrogativo al centro dell’evento organizzato al Salone del Libro di Torino. Da qui parte un percorso per approfondire come il giornalismo possa contribuire a promuovere il cambiamento in un contesto in cui tutti gli attori della società, dalle istituzioni alle imprese, sono chiamati ad attivarsi per affrontare le grandi sfide ambientali e sociali.
Venerdì 10 maggio 2024 – ore 10.30 “Il ruolo del giornalismo nell’era dell’impact economy” Salone Internazionale del Libro di Torino, Sala Bianca
Un dibattito internazionale per approfondire come il giornalismo possa contribuire a promuovere il cambiamento in un contesto in cui tutti gli attori della società, dalle istituzioni alle imprese, sono chiamati ad attivarsi per affrontare le grandi sfide ambientali e sociali. L’evento illustrerà anche il movimento del solution journalism, che propone un’informazione orientata a produrre impatto sociale mostrando non solo i problemi ma anche le soluzioni e contribuendo così a un progresso della società.
L’evento è organizzato da Torino Social Impact nell’ambito dell’iniziativa Torino Impact Journalism.
Introduce Raphael Zanotti, giornalista La Stampa e curatore di Torino Impact Journalism
Modera Mario Calderini, Professore del Politecnico di Milano e portavoce Torino Social Impact
Tina Rosenberg, co-fondatrice Solution Journalism Network e Premio Pulitzer Styli Charalambous, co-fondatore Daily Maverick Julie Pybus, giornalista Pioneers Post Zoe Mc Donagh, Media Development Investment Fund Mario Calabresi, giornalista e scrittore, fondatore di Chora Media
L’evento è inserito nel programma del SalTO24
L’ingresso all’evento è ad accesso libero, fino a esaurimento posti.
ll food è uno dei settori dove meglio si possono sperimentare gli effetti intelligenti e benefici dell’economia di impatto.
Nel 2014, in pieno quartiere barriera di Milano, nasce Panacea, una cooperativa sociale che produce pane, ma con obiettivi particolari: tra questi, il consolidamento della relazione con il territorio che la circonda.
Sulla panchina di Bench-Mark si è seduta insieme a noi Isabella de Vecchi, socia lavoratrice di Panacea Social Farm, che ci ha raccontato di più su questa realtà partner di Torino Social Impact.
La città di Torino accoglie con entusiasmo l’arrivo del Tour Truck, un evento unico dedicato all’orientamento professionale e alla promozione della sicurezza e della legalità nel lavoro. L’iniziativa, che si terrà il 18 aprile dalle ore 9.00 alle 13.00, è organizzata dalla Fondazione Consulenti per il Lavoro in collaborazione con numerose istituzioni e enti locali.
Durante la giornata, i partecipanti potranno esplorare sei stand che offrono servizi di orientamento al lavoro, supporto nella redazione di curriculum vitae, informazioni su opportunità di lavoro locali, e molto altro. Inoltre, sarà possibile vivere un’esperienza interattiva con GeL, il primo videogame dedicato al lavoro etico che aiuta a orientarsi nel
mondo del lavoro.
L’apertura dell’evento vedrà la partecipazione dell’Assessore al Lavoro, Istruzione e Merito della Regione Piemonte, Elena Chiorino, e il Presidente della Fondazione Consulenti per il Lavoro, Vincenzo Silvestri.
Segue un fitto programma di conferenze presso l’Aula A2 del Campus Luigi Einaudi, con interventi di diverse autorità accademiche e istituzionali che discuteranno temi legati alla sicurezza, legalità e orientamento nel mondo del lavoro.
Il Tour Truck rappresenta un’occasione imperdibile per studenti, giovani professionisti e chiunque sia interessato a comprendere meglio le dinamiche del mercato del lavoro e a valorizzare le proprie competenze in un contesto professionale stimolante e informativo.
Per maggiori informazioni sul programma dell’evento clicca qui
“Nutri-menti. Significato culturale, sostenibilità e diritto del cibo” è il titolo dell’ottava edizione del Forum Ferdinando Rossi, dedicato al rapporto tra essere umano e cibo, che si terrà a Torino dal 17 al 19 aprile 2024.
La discussione avrà luogo presso l’Aula Terracini di Palazzo Nuovo (17-18 aprile) e l’Aula magna del Rettorato (19 aprile) e sarà declinata, sotto diverse prospettive, attraverso il contributo di discipline quali l’antropologia, la semiotica, la bioetica, le scienze sociali e della vita.
Un approccio disciplinare sul cibo
Mai come oggi siamo ossessionati dall’alimentazione, dal mangiare sano. Mai come oggi il cibo è diventato veicolo di idee politiche, strumento di comunicazione e di costruzione identitaria e, infine, mai come oggi siamo esposti continuamente a immagini e rappresentazioni del cibo.
A partire dall’osservazione della realtà quotidiana contemporanea, e in particolare dalla frequente mancanza nella comunicazione pubblica e accademica di un approccio interdisciplinare sul cibo, è nata l’idea di dedicare a questo tema l’ottava edizione del Forum Ferdinando Rossi, realizzata grazie al Contributo dell’Università degli Studi di Torino e della Scuola di Studi Superiori “Ferdinando Rossi” di Torino.
Politiche del cibo, food influencing, socialità e nutrimento
Il Forum 2024 approfondirà il tema attraverso un’ottica disciplinare, per poter offrireuno scambio fruttuoso e significativo tra diverse discipline.Le conferenze, gratuite e aperte al pubblico, saranno suddivise in tre giornate in cui esperti ed esperte saranno invitati a intervenire sul tema. Tra i tanti argomenti che si affronteranno nell’evento, si esploreranno le politiche locali del cibo, il food influencing, le gastronomie popolari, il ruolo benefico dei nutraceutici, le scelte morali riguardo alla produzione del cibo, il legame tra cibo e scrittura e i DCA.
La rassegna sarà completata da due Tavole Rotonde in cui studenti e studentesse selezionati/e con bando dialogheranno sulla relazione tra cibo, nutrimento e socialità. La partecipazione del pubblico a questo dibattito è la benvenuta.
Il Forum Ferdinando Rossi
Il Forum Ferdinando Rossi è un evento culturale con cadenza annuale, ideato ed organizzato dal Comitato Organizzatore, organo composto da studentesse e studenti universitari della Scuola di Studi Superiori “Ferdinando Rossi”, il percorso di eccellenza dell’Università degli Studi di Torino (SSST).
Nato dalla volontà di stimolare uno scambio proficuo tra mondo accademico, associazioni e territorio, si pone l’obiettivo di promuovere la conoscenza di argomenti di carattere scientifico, umanistico e sociale e di rilevanza attuale, attraverso un approccio interdisciplinare e grazie all’intervento di esperti provenienti da diversi ambiti disciplinari.
Per maggiori informazioni è possibile consultare il programma completo degli interventi degli esperti sul sito dedicato e prenotare il proprio posto, valido per le tre giornate dell’evento.
Da oltre quarant’anni, la Cooperativa Dalla Stessa Parte si impegna attivamente sul territorio torinese a favore delle persone svantaggiate, prendendo ispirazione dalla storia del suo “padre fondatore”, Franco Malerba, che a seguito di un tragico incidente stradale decise di dedicare la propria vita a un progetto di solidarietà e inclusione.
Ascoltiamo oggi il contributo di Gianluca Bruna, Referente Progettazione di Dalla Stessa Parte, che ci illustra come le loro attività odierne tengano conto dell’economia d’impatto, portando avanti l’eredità di Franco e continuando a fare la differenza sul territorio.
Giovedì 28 marzo si è tenuta al Cottino Social Impact Campus la prima giornata formativa dedicata al Programma CERV, che ha riunito 18 persone di 10 organizzazioni partner di Torino Social Impact interessate ad approfondire i quattro pilastri principali, gli obiettivi e le call del programma.
Il Programma CERV “Cittadini, uguaglianza, diritti e valori”
Il programma mira a sostenere e sviluppare società aperte, basate sui diritti, democratiche, eque e inclusive fondate sullo Stato di diritto. Questo comprende favorire una società civile dinamica e autonoma, che incoraggi la partecipazione democratica, civica e sociale dei cittadini e coltivi la ricca diversità della società europea sulla base dei valori, della storia e della memoria che abbiamo in comune.
Il programma CERV si articola in quattro pilastri:
Uguaglianza, diritti e parità di genere: promozione dei diritti, della non discriminazione e dell’uguaglianza; integrazione delle politiche di genere e della non discriminazione a tutti i livelli
Coinvolgimento e partecipazione dei cittadini: promozione del coinvolgimento e della partecipazione dei cittadini alla vita democratica dell’Unione, degli scambi tra cittadini di diversi Stati membri e della conoscenza della storia europea comune
Daphne: lotta contro la violenza, compresa la violenza di genere e la violenza contro i minori
Valori dell’Unione: tutela e promozione dei valori dell’Unione.
Una giornata di capacity building e workshop sulle open call
Nel corso della mattinata Maria Chiara Pizzorno, senior expert di Weco Impresa Sociale e valutatrice di numerosi programmi europei, ha guidato una infosession sul programma. Inoltre, Chiara Mantegazza e Matteo Pizzi di Danish Refugee Council hanno condiviso con i partecipanti la propria esperienza nella progettazione CERV e nella gestione del grant, in una logica di apprendimento peer to peer.
Nel pomeriggio le organizzazioni, suddivise in tavoli di lavoro, hanno progettato sulle open call “To prevent and combat gender-based violence and violence against children CERV-2024-DAPHNE” e “European Remembrance CERV-2024-CITIZENS-REM”, che scadranno a maggio 2024.
Tanti i temi proposti: dalla rievocazione della memoria storica dei flussi migratori nelle città europee, alla prevenzione della violenza di genere su uomini a rischio di recidiva, fino alla promozione della consapevolezza dei giovani sull’Unione Europea dei popoli, dei diritti e della democrazia.
Un fruttuoso scambio di idee, strumenti e competenze per accrescere la capacità di progettazione europea dell’ecosistema TSI!
Nuovo bando “Evoluzioni” per sostenere le organizzazioni dell’economia sociale e del terzo settore nella progettazione e realizzazione di strategie e processi per la transizione digitale.
Il nuovo bando “Evoluzioni – Transizione digitale nell’economia sociale” è rivolto alle realtà dell’economia sociale operanti nei territori di Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta e Lombardia.
In continuità con la precedente edizione dell’iniziativa, il bando Evoluzioni si svilupperà attraverso quattro ambiti della transizione digitale: trasformazione digitale dei processi; innovazione di servizio e prodotto; organizzazione data-driven e marketing, comunicazione e fundraising.
In linea con gli elementi individuati dalla Commissione Europea verso le transizioni verde e digitale, questa nuova edizione dell’iniziativa riserva una particolare attenzione ai temi della Twin transition, individuando tra gli obiettivi primari del bando anche quello di voler accompagnare gli enti attraverso lo sviluppo di soluzioni economicamente sostenibili, a basso impatto ambientale e ad alto impatto sociale.
Evento online di presentazione del bando il prossimo 10 aprile alle ore 11:00 previa registrazione a questo link
MI permette di acquistare da app direttamente dai mercati locali e ricevere i prodotti a casa o sul luogo di lavoro. Il servizio offerto non è un semplice marketplace di food online, ma un servizio di sostenibilità sociale, ambientale e alimentare.
I mercati rionali, patrimonio culturale, sociale ed economico delle città, attraversano una fase di grande difficoltà e stanno scomparendo. Sono sempre di più le attività costrette a chiudere, non riuscendo a competere con le grandi aziende presenti nel settore.
Da un punto di vista sociale, il lavoro è impostato in sinergia con le piccole attività per creare un ecosistema territoriale basato su servizi di prossimità. Aggregando i banchi del mercato e le piccole attività commerciali è possibile offrire un sistema di vendita online e di consegna a domicilio.
Sono coinvolte le associazioni del terzo settore presenti nell’area di interesse, con particolare attenzione all’integrazione lavorativa delle persone svantaggiate.
Le consegne sono effettuate a zero impatto ambientalee acustico grazie all’utilizzo di cargo bikes, che riducendo il traffico cittadino migliorano la viabilità.
Molta attenzione viene riservata anche agli imballaggi. Il sistema infatti è basato su pratiche di vuoti a rendere, tutti gli imballaggi vengono recuperati dai clienti, igienizzati e riutilizzati per gli ordini successivi.
Da un punto di vista alimentare vengono promossi solo prodotti legati al territorio, educando il consumatore tramite l’offerta di prodotti stagionali.
Come marketplace, ogni venditore ha accesso e controllo della propria vetrina di prodotti. La vendita arriva direttamente al cliente e grazie alla professionalità presente nei mercati, il cliente può personalizzare i prodotti. Ad esempio, è possibile scegliere il grado di maturazione della frutta, il taglio di carni e formaggi, la pulizia del pesce, la macinatura del caffè, il sottovuoto e molte altre personalizzazioni ad hoc.
Alle aziende vengono offerte convenzioni con sconti, servizi welfare e benefit per i dipendenti e consegna direttamente sul luogo di lavoro o a casa (da poter monitorare sempre come Welfare): un’iniziativa che valorizza i dipendenti e sostiene l’economia locale.
IP Labs è un programma pratico di formazione e accompagnamento alla sostenibilità, rivolto alle imprese che intendano affrontare un percorso di evoluzione e innovazione strategica, organizzativa, manageriale, attraverso progetti che coniughino gli obiettivi di competitività e posizionamento sul mercato con la realizzazione e misurazione dell’impatto positivo generato.
Nelle prime 3 edizioni hanno partecipato già 62 imprese piemontesi e sono stati coinvolti 200 studenti.
Le imprese partecipanti saranno accompagnate nell’analisi della loro situazione di partenza per sviluppare nuove opportunità e progetti, guidate da una tutorship competente in strategia aziendale, gestione, misurazione dell’impatto e confrontandosi con menti giovani per accogliere nuove visioni e competenze.
Il 4 aprile Camera di commercio di Torino e Cottino Social Impact Campus con Api Torino, Confindustria Canavese e Unione Industriali Torino organizzano un webinar per presentare la quarta edizione di Impact Prototypes Labs, per approfondirne i benefici per le imprese e cogliere le connessioni fra innovazione, evoluzione organizzativa e impatto.
Programma
14.30 Saluto introduttivo Guido Cerrato, dirigente Area Promozione del Territorio e Regolazione Mercato, Camera di commercio di Torino
Impact Prototypes Labs IV edizione – introduzione al programma Caterina Soldi, Cottino Social Impact Campus – Direzione IP Labs
14.45 Innovare grazie all’impatto – significati ed opportunità Mario Calderini, Advisor scientifico Cottino Social Impact Campus e Professore Ordinario Politecnico di Milano, portavoce di Torino Social Impact
15.00 Quale evoluzione d’impresa per l’impatto? Marella Caramazza, Board Member CSIC e Direzione strategica CeVIS – Centro di Competenze per la Misurazione e Valutazione dell’Impatto
15.15 Le fasi del programma IP Labs e i benefici per le imprese Caterina Soldi, Cottino Social Impact Campus – Direzione IP Labs
Gli iscritti potranno collegarsi all’evento cliccando sul link che riceveranno il giorno precedente al webinar.
Non è necessario scaricare l’applicazione Webex sul proprio dispositivo.
È possibile promuovere una transizione verde e digitale più equa e inclusiva, il cui sviluppo tenga in considerazione i soggetti vulnerabili e le nuove generazioni?
Mercoledì 20 marzo diverse organizzazioni torinesi – parte della Comunità di pratica che riunisce le realtà della circular economy di Torino Social Impact – si sono lanciate in una nuova sfida: ideare e proporre progetti innovativi da presentare alla Open Call diSEFIT, progetto europeo diFondazione Brodolini e Città di Torino.
Gli spazi diOpen Incet sono stati la cornice ideale per un pomeriggio interamente dedicato alla progettazione: preziosa è stata la presenza diWeco Impresa Sociale, che ha facilitato il workshop accompagnando le organizzazioni nell’ideazione e nella scrittura di una proposta progettuale, oltre che della Fondazione Brodolini, che nel corso della mattinata ha risposto a domande e curiosità degli enti durante una infosession dedicata al progetto Sefit.
LA OPEN CALL SEFIT
L’Open Call, rivolta a PMI e Organizzazioni del Terzo Settore, prevede un grant a fondo perduto per l’implementazione dell’innovazione proposta e l’erogazione di un percorso di capacity building atto a supportarne la realizzazione. Così il workshop si è concentrato sulle sfide che guardano a proposte innovative: quali bisogni e quali soluzioni sono state identificate, quale impatto si può produrre a livello locale e, ancora, in che modo il progetto ideato può essere scalabile e replicabile a livello nazionale.
PROPOSTE PROGETTUALI CHE GUARDANO ALL’INNOVAZIONE SUL TERRITORIO
Nel corso del pomeriggio le organizzazioni presenti hanno lavorato su due ambiti: quello dell’educazione Finanziaria e al Consumo, concepita come risposta alla crescente povertà causata dall’aumento dei costi energetici e dalla mancanza di consapevolezza riguardo alla conservazione energetica; e quello dei green jobs, volti ad aumentare la resilienza ai cambiamenti climatici attraverso la formazione e l’occupazione di individui svantaggiati nel settore dell’economia verde.
Sono diverse e innovative le idee emerse e condivise con il gruppo di partecipanti: da chi intende ridurre gli scarti nella filiera agroalimentare a chi sta progettando di promuovere una comunità energetica rinnovabile in ambito urbano a chi sta progettando una piattaforma per costruire relazioni virtuose e a chilometro zero basate sul mutuo aiuto.
Un grazie ai partecipanti per questa ricca giornata e in bocca al lupo a tutti e tutte per la candidatura del proprio progetto!
In questa nuova puntata di Bench-Mark ascoltiamo Massimo Mondini, Direttore esecutivo di UGI ODV, che ci racconta in che modo le azioni promosse dall’associazione si traducano in un impatto sociale positivo sul territorio.
Intervista di Francesco Antonioli.
Durante l’incontro, Mario Calderini, portavoce di Torino Social Impact, ha fornito preziosi contributi sulla genesi e lo sviluppo dell’ecosistema ad impatto sociale ad una delegazione guidata dalla presidente del Consorzio, Francesca Gennai, e accompagnata da Flaviano Zandonai.
Questo incontro è stato un’opportunità per condividere la missione, i valori e i progetti in corso di TSI. La forza di questo ecosistema risiede nella sua capacità di favorire la collaborazione, ispirare l’innovazione e servire da modello per gli altri.